Morire per amore, Arte e resistenza a Bologna - scheda allestimento

L' allestimento

Elemento guida della progettazione, fin dai primi schizzi, è stata l’idea di realizzare una esposizione che nelle scelte formali, materiche, cromatiche e di luce, fosse in grado di suscitare nel visitatore non solo forti emozioni, ma avesse anche la capacità di evocare i luoghi dei tanti scontri di cui è stata protagonista la Resistenza.
Oggetto dell’esposizione un’attenta selezione di quadri di diverse dimensioni, cartoni preparatori, bozzetti scultori che a vario titolo testimoniano l’impegno degli artisti, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sul tema della Resistenza. Questo spaccato di produzione artistica è accompagnato dall’esposizione di alcuni i disegni e i plastici appartenenti al concorso per un Monumento alla Repubblica bandito all’inizio degli anni cinquanta dal Comune di Bologna, oltre che da un piccolo saggio, sotto forma di disegni e fotografie, di alcune opere e progetti realizzati dall’architetto Piero Bottoni in Emilia Romagna, prima fra tutti il progetto del Monumento ai caduti per la Certosa a Bologna.
Il progetto espositivo nasce dalla volontà di dialogare e al contempo creare forti contrasti sia con l’ambiente destinato ad accoglierlo, un ex chiesa, frutto di una attenta opera di restauro ad opera della Soprintendenza di Bologna, sia con il tema, la Resistenza, un sacrificio laico di molte persone per la libertà esposto in un luogo destinato ad accogliere e celebrare il sacrificio di uomo per la libertà spirituale di tutti gli uomini.
Prende così corpo la scelta di impostare la realizzazione degli allestimenti attraverso l’uso di materiali quali ferro, assi di abete grezzo, ampie campiture di colore. Una scelta che ha permesso non solo di esaltare la progettualità delle soluzioni allestitive proposte, ma anche di evidenziare attraverso la matericità delle superfici le opere d’arte. L’edificio diventa, nella sua globalità, la voce di fondo della drammaticità del tema che si vuole mettere in ‘scena’.
Due grandi archi di cerchio, tra loro contrapposti, disposti lungo la diagonale della navata centrale della chiesa, rappresentano in pianta l’intricata ossatura della struttura in dalmine, volutamente lasciata a vista al fine di accentuare ancora di più il contrasto con l’esistente. Lo sviluppo planimetrico ha poi un forte impatto anche in alzato. La struttura si sviluppa per un altezza di circa sei metri che non solo ben si rapporta con il volume della navata centrale, ma consente anche di offrire un ottimo supporto all’impianto audio e illuminotecnico che ai fini espositivi risulta di notevole importanza.
La struttura è ritmicamente tamponata in assi di abete grezzo, ancorati ad essa tramite filo di ferro lasciato a vista, che offrono un ottimo sfondo alle opere d’arte. Il visitatore lungo il percorso, un vero e proprio circuito libero senza alcuna guida tematica o cronologica che si snoda lungo la chiesa coinvolgendo anche le cappelle laterali, si ritrova così a vedere le diversi quadri in un ambiente segnato da forti contrasti materici. Allo stesso tempo un vero e proprio cielo di luci puntuali dal colore caldo, appeso alla struttura, lo sovrasta e lo aiuta leggere puntualmente ogni opera. La progettazione della luce non ha coinvolto solo le opere esposte. Si è scelto, infatti di esaltare puntualmente ogni cappella laterale illuminando alcune parti degli affreschi in esse presenti, ritmando così, attraverso vere e proprie pennellate di luce, il volume della chiesa. La struttura in dalmine infine è risultata un ottimo supporto per la dislocazione lungo il percorso dell’impianto audio. Una colonna sonora realizzata attraverso una attenta selezione di brani musicali dedicati alla Resistenza, da Arnold Schoenberg a Luigi Nono, ai canti partigiani a quelli del ghetto, fa sottofondo musicale a tutta l’esposizione, creando una nuova sacralità che ben si contrappone con l’ambiente esistente.
La struttura in dalmine è caratterizzata nelle due parti di testa da due piccoli ambiti raccolti, tamponati frontalmente con alti pannelli in legno laccato, dal forte colore rosso-arancio, sui quali sono riportarti alcuni brani letterari che trattano il tema della Resistenza, da Italo Calvino a Natalia Ginzburg. Il visitatore avvicinandosi ai pannelli è colto di sorpresa dalla voce recitante che, investendolo dall’alto, gli narra ciò che sta leggendo.
Nello spazio destinato una volta ad accogliere l’altare centrale è stata creata una grande quinta strutturale su cui trovano posto tre quadri di grande formato, la cui dislocazione ricalca la tipica forma dei trittici pittorici. I quadri sono legati direttamente alla struttura e la mancanza dell’assito di legno lascia intravedere chiaramente lo spazio retrostante dedicato ad accogliere la visione, in cuffia radiocomandata, di un ciclo di film tematici. La mostra prevede poi, nelle cappelle laterali lasciate libere, la dislocazione di punti di ascolto in cuffia e consultazione di archivi a catalogo sia di opere d’arte, sia di brani musicali. A tale fine sono stati realizzati utilizzando sempre tubi dalmine e assi di abete grezzo dei grandi tavoli su cui trovano posto i computer di consultazione. Anche in questo caso questi ‘nuovi altari’ trovano adeguato contrasto con le sedie utilizzate realizzate in una raffinata lacca lucida di colore rosso-arancio.