i viaggi

 

articolo di Marco Magnani

Subaquando a Sha’ab Rumi

 

Anni fa, era l’aprile del 2000,  “Subaquando” esplorò quei siti leggendari, percorrendo le rotte del Comandante Cousteau, fra gli atolli del Mar Rosso Sudanese.

A bordo del M/Y Elegante, risalendo verso nord, visitammo i fondali dei famosi: Wingate Reef e Sanganeb Reef , fino a raggiungere la splendida laguna all’interno di Sha’ab Rumi Reef.

 

Qui, nella parte centro meridionale del Mar Rosso,  i fondali sono veramente intatti ed incontaminati e le immersioni riservano spesso sorprese inattese per varietà di pesce e colori della barriera corallina.

Sudan - Sha'ab Rumi Reef - Prekontinent II: magazzino ricovero attrezzi

L’esperienza di immergersi tra i resti di ciò che furono le strutture sottomarine della missione Precontinente II, fu unica ed impagabile: la spettrale parvenza della “sfera”, ancora “incatenata” al fondale corallino, le gabbie antisqualo, il pianoro, che degrada fino a profondità abissali, sul quale si intravedono, immobili, le scure sagome dei “pinna bianca”…. 

La “sfera”, che è accessibile dal basso, può contenere 3 o 4 subacquei e, dall’interno, attraverso gli oblò, si può avere l’idea di cosa, gli uomini di Cousteau, vedevano durante le permanenze “forzate” sotto il livello del mare.

Esperienza ancora più gratificante è stata, se possibile, l’immersione sulla Punta Sud di Sha’ab Rumi Reef, il sito di immersione più sorprendente e gratificante che mi sia capitato di “esplorare”, distante pochi minuti di gommone da “Precontinente II point”.

Il faro che domina Sanganeb reef

 

Ecco il resoconto, più emotivo che tecnico, mi rendo conto, di quell’indimenticabile esperienza: 

 ci gettiamo in mare dal gommone, entrata di schiena, e, raggiunti i 10 metri, guadagniamo la parete di corallo che sprofonda giù fino agli abissi inesplorati.

Obiettivo dell’immersione è raggiungere la punta sud del reef, dove gli incontri dovrebbero essere assicurati. Il gruppo procede in direzione nord/sud nuotando contro corrente: ad est il reef, ad occidente solo il blu profondo.

Ad un tratto mi giro ed intravedo muoversi qualcosa in lontananza: alcune sagome indefinite, di colore argenteo,  nuotano, pure loro, verso sud.

La visibilità è eccellente, trenta, forse quaranta metri e, scrutando l’orizzonte marino, in direzione ovest, si vedono chiaramente, ora, i profili inconfondibili degli squali grigi.

Il “grigio” ha una forma poco slanciata: è tozzo, “grosso”, ha la sagoma di un “pesce squalo”, muscoloso ed ipervitaminico. Gli occhi gelidi, le pinne dorsali e caudali pennellate d’argento………. 

Sudan - Sha'ab Rumi Reef: "a tu per tu" con un grigio

Sono lontani, si intravedono soltanto e, per adesso,  non si può proprio dire di averli vicini.

Ad un tratto la parete si trasforma in un digradante pianoro che, dai 15, 20 metri arriva, in fondo, all’estremità sud della barriera, ad una profondità di 27, 28 metri. La corrente, proveniente da sud/ovest, è forte e ci spinge, per fortuna, a ridosso del reef. Una volta raggiunto il pianoro ci rendiamo conto che, l’impegno del nuoto contro corrente ci ha tolto la percezione di ciò che, ora, ci circonda.

Gli squali grigi, che prima erano visibili nel blu, ora “ronzano” irrequieti  sul pianoro sopra di noi.

Ci avviciniamo in coppia al bordo esterno del pianoro e, fra i pinnacoli di corallo, in preda allo stupore, ci godiamo lo spettacolo…………

Oltre il bordo del pianoro c’è la parete che piomba giù, fino a profondità sconosciute: da essa salgono decine e decine di squali grigi e pinna bianca che, dopo aver superato il piano a volo radente, si rituffano nel blu dall’altra parte.

I resti di una gabbia anti-squalo

Una parte del gruppo è ferma a ridosso del reef, tenendo la parete alle spalle; la corrente ci spinge verso il muro di corallo e, per “immergersi” nel branco di pescecani, occorrebbe nuotare nuovamente e duramente contro di essa.

Restiamo. Sono estasiato, stupefatto, non credo ai miei occhi……. mi sembra di essere in un documentario: quei documentari che, quando li vedi comodamente seduto in poltrona, stimolano la domanda: “ma io in quel frangente come reagirei? Boh, probabilmente fuggirei a gambe levate fiondandomi fuori dall’acqua in preda al panico assoluto!!!”.

Al contrario non provo paura…….., sono calmo: è difficile da spiegare, non c’è tensione nell’acqua, non si percepisce pericolo;  solo calma e tranquillità, solo la natura che si manifesta in modo diretto, …inequivocabile.

La natura non fa paura, …………..questo è il posto dove vorrei stare per sempre…..

Mi sembra di essere solo, non sento niente, non vedo niente altro che loro………..

L’unica cosa che scorgo è, guarda un  po’,  la punta sud del reef; sulla punta mi pare di vedere qualcosa di diverso, di ulteriore, rispetto alle sagome dei grigi e dei pinna bianca che continuano a sfrecciare sopra le nostre teste.

C’è qualcosa di più grosso laggiù, ma certo, è lui, ……….il martello!!!!!

Vedo alcuni partire “a razzo”, precipitandosi contro corrente verso i martello …………, saranno una diecina!!!! Sono grossi, misureranno circa 3 o 4 metri, sono fermi nel blu, immobili a godersi la corrente che ne alimenta le branchie.

Nuotiamo un attimo oltre il pianoro, nel blu, oltre il “drop off”: vorremmo raggiungerli, ma desistiamo, sapendo che è molto rischioso spingersi oltre il bordo di corallo Quando ci si trova in mare aperto è difficile, infatti, prevedere quale direzione prenderà la corrente; ci si può trovare, in un istante, all’interno di un flusso che ti spinge verso il blu o, peggio, in un flusso discendente che ti fa “precipitare” verso il basso.

Un Grigio a volo radente sulla cigliata

Ci lasciamo trascinare verso la barriera dalla corrente; una volta sopra il pianoro mi attacco saldamente al fondo per evitare di ritornare alla parete.

Per fortuna, dopo qualche minuto, sono loro, gli squali, ad avvicinarsi: è con estremo stupore che li vedo, finalmente vicini, in prossimità della cigliata, questa volta senza più sforzi sovrumani. Comincio a scattare fotografie, tento di orientare l’obiettivo della mia macchina fotografica in modo da inquadrare il pescecane dal basso, tento di scattare il “fotogramma della vita!”.

Un occhio al manometro: purtroppo è ora di tornare!

L'inconfondibile sagoma di un Grigio si staglia nel blu profondo

Mi giro e vedo il gruppo vicino al reef, sui 6, 7 metri “in sosta di sicurezza”, prima di risalire. In superficie la sagoma del gommone è già in attesa …... Il mio compagno, io ed un gruppetto di “impavidi” foto sub, seguendo la guida, ci lasciamo trasportare dalla corrente per raggiungere, a ridosso della barriera, la quota della “sosta” e terminare quella che, ancora oggi, resta la più bella e straordinaria immersione che mi sia capitato di vivere.

Il blu profondo e sconfinato, i martello, i grigi, i pinnabianca, oltre ad una barriera corallina colorata, intatta ed incontaminata: che cosa c’è di meglio sulla terra?

Dove esiste un altro posto così simile al paradiso?

 

 

 


 

 

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a cura del  Subaquando Diving Club

 

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