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    a cura di Marco Magnani

IWC & COUSTEAU SOCIETY: CONNUBIO VINCENTE! 

  

Forse in pochi sanno che, nel 2003, due vere e proprie leggende legate al “mondo” della subacquea hanno stretto un sodalizio scientifico e commerciale dedicato a tutti coloro che praticano immersioni ricreative e/o professionali.

Le ultra decennali esperienze d’IWC, nella costruzione di segna tempo subacquei, in connubio con gli esperti sommozzatori della “Cousteau Society”, hanno dato vita ad un progetto, difficilmente ripetibile, finalizzato alla progettazione e realizzazione d’orologi subacquei.

  

IWC e l’orologeria subacquea

 

Nel  1868, in Svizzera, nel cantone tedesco (presso la città di Sciaffusa), un ingegnere americano del Massachusetts, Florentine Ariosto Jones, fondò la manifattura orologiera IWC (International Watch & Co.).  

1967 - IWC Aquatimer

Oltre 137 anni di “storia”, testimoniano quale tipo d’esperienza la “maison” svizzera abbia maturato, attraverso i decenni, nella costruzione dei segna-tempo. 

Nel 1967, forte d’anni d’esperienze e sperimentazioni, IWC “lancia” sul mercato il suo primo segna tempo realmente stagno: l’Aquatimer.  

L’Aquatimer poteva raggiungere i  200 metri di profondità ed introduceva alcune novità tecniche assai rilevanti, nell’ambito dell’orologeria subacquea (ad esempio la visualizzazione del tempo trascorso in immersione era ottenuta mediante una ghiera interna rotante, comandata da una seconda corona, presente sulla cassa del segna tempo).  

La specializzazione della “maison” di Sciaffusa nella creazione di strumenti professionali dedicati ai subacquei crebbe con il passare degli anni e portò alla realizzazione d’orologi dotati di caratteristiche sempre più “spinte”, in funzione di un utilizzo subacqueo.

Le performance, i gradi d’impermeabilità e la capacità di sopportare sollecitazioni sempre crescenti, sono aumentate col trascorrere del tempo, assieme all’estrema perizia tecnica nella costruzione di movimenti meccanici, sempre più precisi ed adatti ad essere sottoposti ad urti e maltrattamenti.

Esempio lampante, in questo senso, è costituito dal modello Ocean 2000 che, realizzato agli inizi degli anni ’80, era impermeabile fino alla straordinaria profondità di  2000 metri .  

  

Stesso livello d’impermeabilità fu garantito in seguito, negli anni ’90, dal“nuovo” Aquatimer, della “collezione” GST, che anticipa, concettualmente, i modelli attuali ispirati al leggendario Comandante Cousteau.  

Altro momento che dimostra i continui tentativi d’IWC di far progredire, attraverso la ricerca e le nuove sperimentazioni, l’orologeria subacquea, è rappresentato dall’orologio Deep One presentato, dalla “maison” di Sciaffusa, nel 1999. 

Il modello in argomento è il primo orologio, completamente meccanico, a fornire come ulteriore funzione, oltre al calcolo del tempo d’immersione, l’indicazione della profondità.        

Sulla cassa del Deep One (realizzata in titanio, come il bracciale) è, infatti, praticata un’apertura (in corrispondenza di ore 4), dalla quale 

1999 - Deep One con profondimetro

l’acqua penetra all’interno dell’orologio, andando a comprimere l’estremità di un capillare metallico, anulare alla cassa medesima.  

La parte terminale del tubicino è collegata ad una serie di ingranaggi e leve che, sensibili alla pressione esterna che aumenta o diminuisce, forniscono, sul quadrante, l’indicazione della profondità. 

L’estrema cura e perizia che contraddistinguono la realizzazione, sono testimoniate dal fatto che lo strumento, (impermeabile fino a 100 metri ), è dotato pure della “lancetta di profondità massima”. 

Mentre IWC compiva gli studi e le ricerche che avrebbero condotto alla realizzazione dei migliori modelli subacquei della “casa”, Jacques-Yves Cousteau cominciava l’opera di esplorazione e divulgazione che lo avrebbe reso universalmente famoso, con l’appellativo di: “Le Commandant”.  

Capitano di Corvetta in congedo, biologo marino, inventore, ricercatore e scienziato, il grande “JYC”, con 

Jacques-Yves Cousteau

il suoi leggendari reportage dal mondo sommerso e con le attrezzature per immersione da egli stesso progettate ed inventate, diede il vero e proprio impulso alla diffusione degli sport subacquei nel mondo. 

Cousteau, uomo “smilzo” e cortese, con il suo caratteristico berretto rosso calzato in testa, contribuì a creare quella che oggi è la subacquea ricreativa.  

 

Famosi sono i suoi documentari sul mondo sommerso che, per primi, hanno permesso al grande pubblico di godere della visione delle meraviglie sottomarine.

I film, i documentari televisivi ed i numerosi libri che “Le Commandant” produsse durante la sua lunga “carriera” di esploratore, furono, e sono ancora, dei veri e propri reperti storici per gli amanti della subacquea e degli sport acquatici in generale. 

Nel 1943 Jacques Cousteau inventò, insieme all’ingegnere francese Emile Gagnan, l’attrezzatura che, a tuttoggi, permette a tutti i subacquei di effettuare le immersioni ricreative in assoluta tranquillità. Quello che ai nostri giorni noi chiamiamo comunemente erogatore o autorespiratore ad aria (il nome originario era Aqualung) fu, infatti, progettato e realizzato dal binomio francese rendendo possibili, negli anni futuri, esplorazioni sottomarine sempre più sicure.  

L’invenzione era composta da una bombola di acciaio, riempita d’aria compressa (da “caricare” sulle spalle), munita di riduttore di pressione, regolato per mezzo di una membrana; sulla bombola era avvitato l’erogatore che, attraverso un sistema composto da due tubi flessibili, da una parte rilasciava aria respirabile e, dall’altra, scaricava in acqua l’aria espirata dal subacqueo.  

Le Commandant sviluppò anche il primo involucro impermeabile per macchine da ripresa e, assieme all’ingegnere Jean Molard, realizzò pure un piccolo sommergibile da esplorazione e ricerca che raggiungeva la considerevole profondità di esercizio di  350 metri . 

 

Nel 1953, “Le Commandant” iniziò le attività di ricerca correlate al progetto “Prékontinent II” (primo tentativo di “habitat” umano sotto marino), 

Sudan - Sha'ab Rumi Reef - Prekontinent II: il modulo abitativo ancorato a 10 metri

i cui studi furono utili a porre le basi per quelle che sarebbero divenute, in futuro, le immersioni in saturazione. 

Questo genere di immersione prevede, infatti, una lunga permanenza del subacqueo in atmosfera satura (in campana o cassone), seguita da un’altrettanto lunga desaturazione dall’azoto assorbito in profondità. 

In Sudan, presso l’atollo di Sha’ab Rumi, il Comandante Cousteau, assieme alla sua équipe scientifica, realizzò (la fase esecutiva del progetto si concretizzò nel 1963) una sorta di “cittadella”, composta da ambienti utilizzabili dall’uomo, per rendere possibile la vita sottomarina. 

Furono costruite due “case subacquee”. 

Una circa a  10 metri di profondità, in grado di ospitare 5-8 “acquanauti”, ed un'altra a  27 metri di profondità, destinata ad ospitare 2 persone. La miscela respiratoria a circuito chiuso, che alimentava gli ambienti stagni, era a base di elio, azoto ed ossigeno. 

A  9,5 metri troviamo ancora oggi i resti delle strutture abitative: una sorta di “sfera” dotata di oblò, ancorata alla barriera corallina, oltre ad una specie di “casetta” che fungeva da ricovero attrezzi.  

Le Commandant indica la rotta per Sha'ab Rumi Reef

Più giù, a  27 metri circa, sono ancora visibili un paio di gabbie che erano utilizzate, dagli esploratori della missione per proteggersi, durante la permanenza sul fondo, dai numerosi squali che infestavano, ed infestano tuttora, le cristalline acque sudanesi.

I primi cinque “acquanauti” compirono parecchie immersioni a  25 metri per costruire la casa più piccola, che fu pronta dopo 20 giorni. In questa casa 2 uomini rimasero a lungo, compiendo immersioni, senza limite di tempo, fino a  50 m .

Ventotto giorni dopo l'inizio dell’esperimento, gli acquanauti furono riportati alla superficie senza problemi.

L’ambiente sotto marino di Sha’ab Rumi fu ritenuto, dallo staff del Comandante Cousteau, il sito ideale per lo svolgimento di ricerche a carattere naturalistico e tecnico scientifico, in prospettiva delle lunghe permanenze dei ricercatori sotto il livello del mare. 

Sudan - Sha'ab Rumi Reef - Prekontinent II: l'orizzonte degli acquanauti verso l'ignoto

 

Il tentativo di vita sottomarina ha un chiaro significato antropologico: l’uomo moderno va alla ricerca delle proprie origini, delle proprie radici, tornando al mare; mare che ha generato la vita, che ha costituito la culla dell’esistenza “dell’animale uomo”. 

La “vita anfibia” è romantica e piena di significati reconditi: l’uomo, tentando di vivere negli abissi marini, cerca di ricongiungersi con “l’utero materno”, con la “fucina” che ha sviluppato le prime forme di vita, milioni d’anni fa.

 

 

Ci siamo stati anche noi:   Subaquando a Sha’ab Rumi!  

viaggio a Sha'ab Rumi

 

 

 Anno 2003: esperienza e tradizione si fondono.

 

Dai riscontri scientifici e dalle mille esperienze, patrimonio dei sommozzatori della Cousteau Society, sono scaturite le indicazioni che, utilizzate ed interpretate da parte dei tecnici di IWC, hanno dato vita ad una collezione di orologi dedicata a tutti i professionisti della subacquea. 

I decenni passati dallo staff de Le Commandant ad immergersi ad ogni latitudine ed in ogni condizione, hanno prodotto una serie di indicazioni e di requisiti, prettamente professionali, che hanno supportato le fasi progettuali dell’attuale collezione Aquatimer, ispirata alla Cousteau Society

IWC - Aquatimer Cousteau Divers Limited

Il modello base della collezione, “l’entry level” degli Aquatimer, è l’Automatic 2000; esso resiste alla ragguardevole pressione di 200 atmosfere (circa  2000 metri ) ed è dotato di cassa in titanio. 

Come il suo illustre antenato del 1967, si distingue per la presenza di due grandi corone in posizione decentrata. 

La corona posta circa ad ore 2 regola la data e l’indicazione oraria, mentre quella collocata al 4 è collegata alla lunetta interna girevole unidirezionale che reca incisi i tempi di immersione. 

Questa seconda corona non è “avvitata” alla cassa ma realizzata secondo un particolare sistema di “auto tenuta” in più punti, che garantisce una sicurezza simile al sistema “a vite”. 

A livello cromatico la realizzazione è caratterizzata da un razionale quadrante nero, con indici a barretta e lancetta delle ore, auto-luminescenti, di colore bianco; la lancetta dei minuti è gialla, come il segmento dei primi 15 minuti e le cifre arabe presenti sulla lunetta girevole. 

Questa caratteristica colorazione, presa a prestito dal modello Deep One del 1999, è studiata per garantire una perfetta visibilità sott’acqua dello strumento. Il bracciale è realizzato, anch’esso, in titanio ed è equipaggiato da una chiusura pieghevole, dotata di tasto di sicurezza che garantisce il subacqueo dalle aperture indesiderate. 

Il movimento meccanico a carica automatica, che equipaggia l’Automatic 2000, è il calibro IWC 30110, “montato” su 21 rubini, con bilanciere operante a 28.800 alternanze/ora e dotato di 42 ore di riserva di carica. 

Rimanendo nell’ambito della nuova collezione Aquatimer, è impossibile non fare menzione del modello Cousteau divers Limited Edition.   

Fondello IWC Aquatimer Cousteau Limited Edition

Creato per onorare la collaborazione nata nel 2003 con  la Cousteau Society e realizzato in soli 1.953 esemplari, il Limited Edition costituisce il “fiore all’occhiello” della nuova collezione Aquatimer.  

Il numero limitato di esemplari prodotti è assolutamente significativo: il 1.953 è, infatti, l’anno in cui avvenne la prima spedizione, nel Mar Rosso sudanese, condotta dal Comandante Cousteau

Tecnicamente analogo all’Automatic 2000, il Cousteau divers Limited Edition è caratterizzato da un quadrante blu scuro sul quale sono apposti indici e lancetta delle ore in bianco luminescente. La lancetta dei minuti e gli indici contrastanti della ghiera girevole unidirezionale sono realizzati in un appariscente tono cromatico rosso/arancione che rende eccezionalmente visibili le indicazioni fornite. 

Catamarano Alcyone con propulsione turbo sail

Il Limited Edition è equipaggiato con un cinturino in caucciù blu, con scritta IWC a rilievo, dotato di fibbia di chiusura ad ardiglione; il quadrante reca stampata, inoltre, la scritta Cousteau divers

Sul fondello, serrato a vite, è incisa l’immagine di Alcyone, la figlia del vento della mitologia greca, il cui nome è stato scelto per l’attuale imbarcazione della Cousteau Society; l’Alcyone (equipaggiata con sistema di propulsione “turbo sail”) è, ovviamente, ispirata alla leggendaria Calypso, l’imbarcazione con la quale Le Commandant solcò le acque dei sette mari.  

Tutto quanto sopra narrato trova naturale “consacrazione” nella progettazione e nella realizzazione di un nuovo orologio, assolutamente eccezionale e fuori dell’ordinario:  

l’Aquatimer Minute Memory

Con questo modello, definito “l’ammiraglia” della flotta Aquatimer, si stabiliscono nuovi punti di riferimento nell’ambito degli strumenti subacquei professionali; i discendenti della “stirpe degli acquanauti” hanno richiesto infatti, (attraverso le numerose interviste rilasciate ai tecnici IWC) un requisito ulteriore, che ha costituito i presupposti per la realizzazione di un orologio subacqueo realmente innovativo.  

Il Minute Memory è, infatti, un cronografo automatico (ovviamente subacqueo) con misurazione supplementare dei tempi (fino a 12 ore) indipendente dal cronografo. 

IWC - Aquatimer Minute Memory

Questa funzione, unica al mondo, scaturita dalle richieste dei sommozzatori professionisti della Cousteau Society, offre una risposta all’esigenza di misurazione di un secondo tempo intermedio, ulteriore, rispetto a quello principale del tempo totale di immersione. 

La seconda misurazione è utile a cronometrare la durata di un ulteriore intervallo di tempo come, ad esempio, il tempo di risalita oppure il tempo della sosta di decompressione o di sicurezza. 

Tecnicamente IWC ha reso possibile la visualizzazione della funzione Minute Memory attraverso l’utilizzo di due lancette dei minuti, sovrapposte l’una all’altra: all’inserimento della funzione, che avviene mediante una “slitta” scorrevole posta sul lato sinistro della cassa, il subacqueo può arrestare la seconda lancetta che, in questo modo, stabilisce un ulteriore “momento zero” di misurazione cronometrica.  

L’inserimento del meccanismo crea una differenza di tempo tra il momento di arresto della prima lancetta e la posizione di quella principale, che continua regolarmente ad avanzare; la differenza tra la lancetta bloccata e quella principale dei minuti fornisce l’informazione relativa al secondo tempo intermedio.  

Quando il meccanismo è disinserito la lancetta di supplementare che funziona, in sostanza, come rattrappante, si riallinea istantaneamente con quella principale dei minuti.  

Il meccanismo Minute Memory è utilizzabile sott’acqua a qualsiasi profondità, fino, naturalmente, ai  120 metri per i quali è garantito impermeabile il segna tempo; la seconda lancetta è bicolore, nera con la punta gialla, e si distingue da quella principale che è completamente gialla. 

Il Minute Memory ha la ragguardevole dimensione di  44 millimetri di diametro ed uno spessore di  16,3 millimetri ; il quadrante è di colore nero, molto professionale, con le indicazioni a contrasto in bianco e in giallo.   

Cassa e bracciale del segna tempo sono realizzati in titanio, materiale che conferisce allo strumento un aspetto altamente tecnologico e specializzato. 

Il movimento che anima l’orologio è meccanico a carica automatica (calibro IWC 79470), montato su 30 rubini, con bilanciere operante a 28.800 alternanze/ora e provvisto d’autonomia di marcia pari a 44 ore.

1999 - IWC Deep One assieme all'IWC Aquatimer 2000 metri

 

Come si vede chiaramente il connubio tecnico scientifico, realizzato fra i discendenti dei due grandi personaggi (Florentine Ariosto Jones ed il Comandante Cousteau), ha generato una sorta di spinta sinergica, rivolta alla soddisfazione, sempre più specifica e rigorosa, delle esigenze dei subacquei moderni. 

 

Certo, queste d’IWC sono realizzazioni orologiere assolutamente esclusive, difficilmente proponibili alla massa dei “frequentatori di fondali”; è anche vero, però, che, se non esistesse ricerca, non vi sarebbero progressi e che, nel rispetto della passione per l’innovazione e per “la scoperta”, tramandateci anche da Jones e da Cousteau, è utile ed importante che le sperimentazioni proliferino per stabilire, continuamente, i nuovi limiti della conoscenza.  

 

 

 

 


 

Questo articolo è stato curato e redatto da Marco Magnani

 e sottoposto alla supervisione della Richemont Italia spa

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