LESBIA

 

(Vista da  Catullo)

Catullo, nato a Verona attorno all'84 a.C., si trasferì nella capitale in giovane età, entrando immediatamente in contatto con l'intellighenzia romana. Di lui rimangono 116 carmi, raccolti nel "Liber Catullianus", in gran parte dedicato alla sua appassionata vicenda d'amore per Lesbia; in altri componimenti si abbandona al gioco letterario, alla celebrazione dell'amicizia e alla satira politica.

Musa ispiratrice delle liriche è Lesbia, pseudonimo scelto per rendere omaggio alla poetessa greca Saffo , vissuta appunto a Lesbo, fra il VII e il VI secolo a. C.

Poco importa sapere chi fosse realmente Lesbia, tuttavia si ritiene che si trattasse di Clodia, moglie di Q. Metello Celere e sorella del tribuno Publio Clodio, donna citata anche da Cicerone in una sua orazione. Ella è una rappresentante di spicco della Roma aristocratica , ma in privato è una donna di liberi costumi e con svariati amanti.

Due sono i punti di vista di Catullo nei confronti di Lesbia:

da una parte ella viene descritta come donna ideale, protagonista di un grande amore, intenso sia fisicamente che mentalmente; dall'altra, nei momenti di crisi fra i due, viene descritta dal poeta in modo molto disincantato, con gli occhi dell'amante deluso.

Dal tutto, emerge il ritratto di una donna molto affascinante che attrae in maniera morbosa il giovane ed inesperto Catullo, e che lo tormenta con il suo modo di vivere l'amore.

Per citare alcuni esempi dal Liber, esemplificativo di quanto detto è il carme 85: "Odi et amo. Quare id faciam, fortasse requiris? Nescio, sed fieri sentio et excrucior. (Odio e amo, forse mi chiederai come sia possibile? Non so, ma è proprio così e mi tormenta.). Da questo breve ma intensissimo componimento appare che Catullo non sa spiegarsi la contrastante natura dei sentimenti che prova per la donna amata e che questa consapevolezza del non sapere lo fa soffrire.

Catullo è così emblema dell'uomo che entra nella vorticosa spirale di un amore difficile, perdippiù con una donna come Lesbia, per la quale egli prova una sorta di attrazione fatale.

Egli è consapevole di non essere nemmeno il suo solo amante, lo si evince da vari carmi, come il numero 39 , rivolto a Egnazio, che è appunto uno dei contubernales della donna, ma nonostante questo egli la ama pazzamente.

Nel carme 51 scrive: "Ille mi par esse deo videtur, ille, si fas est, superare divos, qui sedens adversus identidem te spectat et audit dulce ridentem, misero quod omnis eripit sensum mihi: nam simul te, Lesbia, aspexi, nihil est superior mi lingua sed torpet, tenuis sub artus flamma demanat, sonitu suopte tintinat aures, gemina teguntur lumina nocte [...]" (Mi sembra uguale a un dio, mi sembra, se è lecito, superiore agli dei, l'uomo che ti siede di fronte, sempre ti guarda e sente il tuo riso dolcissimo; questo a me infelice toglie tutti i sensi - appena ti vedo, Lesbia, non mi riesce più di parlare, la lingua si fa torpida, un fuoco sottile mi corre sotto la pelle, le orecchie rimbombano, gli occhi sono velati dal buio.). Per un uomo così innamorato è pressoché impossibile pensare di lasciare la donna, tuttavia lui sa perfettamente che ciò che lei gli dice " [...] in vento et rapida scribere oportet acqua" (va sritto nel vento e nell'acqua vorticosa. Carme 70). E' quindi con rammarico che annota nel carme 58: " Caeli, Lesbia nostra, Lesbia illa, illa Lesbia quam Catullus unam plus quam se atque suos amavit omnes, nunc in quadriviis et angiportis glubit magnanimi Remi nepotes." (Celio, la mia Lesbia, quella Lesbia che Catullo ha amato più di se stesso e di tutti i suoi, adesso nei trivi e negli angiporti sfianca le reni della gioventù romana).

Chi è dunque Lesbia: la dolce e tenera donna affranta per la morte del suo passerotto, oppure una sorta di prostituta più simile alla Sempronia descritta da Sallustio che ad altri modelli classici. non ci è dato a saperlo, sicuramente quella di Lesbia è una figura singolare in un panorama come quello della Roma antica, dove la donna non era per nulla emancipata.

Tuttavia noi abbiamo solo un punto di vista di tutte le vicende che vedono protagonista la coppia, e, come è risaputo, chi patisce una delusione amorosa, non è certamente obiettivo nei confronti di chi lo ha fatto soffrire.

 


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