Harvey Pekar, Paul Bhule, Gary Dumm, “Studenti contro il potere. Storia dell’Sds il movimento studentesco protagonista del ’68 americano”, Edizioni Alet, pp. 224, 17 euro
 

Il 68 raccontato in un altro modo

La rivolta studentesca degli anni ‘60, quella che culminò nel “maggio francese”, ha avuto alcune delle sue radici più profonde negli Stati Uniti. E il testo in questione racconta proprio una parte di questa storia, quella degli SDS (Students for a Democratic Society) una delle tante forze che contribuirono al più diffuso e importante movimento di contestazione globale del XX secolo. Il volume è diviso in due parti, la prima (più piccola) dove viene raccontata la storia degli SDS (1962-1969) e la seconda dove a prendere la parola sono i singoli militanti che ricordano episodi relativi a quegli anni dei quali sono stati protagonisti. Si tratta di una serie di piccole storie, mai più lunghe di una decina di pagine, e molto diverse tra loro, sia come temi che come livello di approfondimento: dai problemi di leadership esistenti tra la fazione maoista e quella che potremmo definire “movimentista” all’emergere delle tematiche sulla liberazione della donna, dall’apporto dato alla lotta dai cantanti folk ai contatti degli studenti con il mondo del lavoro, dal problema della violenza a quello dell’uso delle sostanze psicoattive.
Vengono ricordati sia episodi conosciuti anche all’estero, come gli scontri alla Convenzione di Chicago e i quattro studenti uccisi dalla Guardia Nazionale alla Kent University, sia altri molto meno noti, come quello della fazione “anarco-surrealista” degli SDS dello Iowa. Ma il testo in questione non è un saggio nel senso classico del termine: è infatti una raccolta di fumetti dove la storia viene raccontata attraverso il linguaggio popolare dei comics, che negli USA hanno una lunga tradizione alternativa.
Un limite del volume è che gli autori esprimono, molto chiaramente, una posizione che potremmo definire di “centro” degli SDS: a farne le spese sono sempre i maoisti del “PL” (Progressive Labour Party) ed i “Weathermen” (I meteorologi) la componente più radicale dell’organizzazione. Il mezzo del fumetto è interessante come strumento per diffondere storie che altrimenti sarebbero destinate ad una più scarsa circolazione e, nonostante i disegnatori non siano delle firme famose, il volume è nel suo complesso accettabile. Interessante anche scoprire che, dopo quaranta anni, gli SDS sono stati ricostituiti. Il volume si chiude proprio con alcune tavole dedicate ad un ideale passaggio di consegne tra i vecchi militanti ed i nuovi.
Chi volesse iniziare ad approfondire l’argomento su Internet può partire dalle immancabili pagine della wikipedia in lingua inglese che dedicano agli SDS una lunga voce e magari dare un’occhiata a come si muovono oggi su queste pagine web: http://studentsforademocraticsociety.org/

Pepsy, "Umanità nova", 18 gennaio 2009