Anna Negri, "Con un piede impigliato nella storia", Feltrinelli, pp. 272, 17 euro
 

Gli anni settanta e le sue vittime descritti con un taglio unico e irripetibile. Anna Negri parla di un mondo che ancora è parte della nostra coscienza e lo fa partendo da sé: la fanciullezza che sfocia in una turbinosa adolescenza, il rapporto con il padre Toni, leader di Autonomia operaia, e con la madre, perno dolente della famiglia, la sua educazione alla rivoluzione contrapposta e complementare alla sua educazione personale.

Il libro
È il maggio del 1977 quando in casa Negri irrompono i carabinieri a mitra spianati. La tredicenne Anna li guarda a lungo, rabbrividisce al contatto della canna fredda dell’arma con la sua pancia scoperta e poi scoppia a ridere.
Anna Negri, la figlia di Toni – come chiama il padre, Toni Negri, teorico e filosofo marxista, nonché fondatore di Potere operaio e leader di Autonomia operaia – è una testimone privilegiata di un periodo ancora caldo nella storia contemporanea italiana. Una testimone suo malgrado. Né vittima, né carnefice, semplicemente una ragazza. Da un lato c’è la figura paterna, assente, contraddittoria, complessa, capace di suscitare alternativamente sarcasmo e invidia nei compagni di scuola. Dall’altro, un percorso di crescita e maturazione che ha come tutori hippy e intellettuali, famiglie “bene” e rivoluzionari armi in pugno. Sullo sfondo il terrorismo, la politica extraparlamentare, i movimenti. E poi il padre in carcere, il suo periodo francese, l’irreperibilità, i trasferimenti forzati della famiglia. Ma tutto, ancora una volta, viene ricondotto a lei, Anna. Anna che soffre di disturbi alimentari, che si innamora, che cerca stabilità nella sfuggente figura paterna, che mal tollera la nevrotica sfida della madre nel tenere unita la famiglia, che prova a vivere una vita normale tra i banchi di scuola.

Autore
Anna Negri nasce a Venezia e si laurea in cinema al Royal College of Art di Londra. Nel 1999 dirige In principio erano le mutande, a cui fa seguito Riprendimi (2008), presentato al Sundance Festival. Per la televisione ha diretto i TV movie L'altra donna (2001), L'amore proibito (2006) e La doppia vita di Natalia Blum
 

scheda di presentazione a cura dell'editore