Fra i vari provvedimenti presi dall'attuale ministro dell'istruzione Moratti
volti alla distruzione della scuola pubblica (legge di riforma dei cicli, progetto
di riforma degli organi collegiali, decreti sugli organici) sui quali, oltre
a forme di mobilitazione, di protesta e di sensibilizzazione dell'opinione pubblica
, ben poco possiamo fare dal punto di vista concreto, riteniamo ne esista uno
su cui sia almeno doveroso provare ad effettuare ostruzionismo: non accettare
cattedre con più di 18 ore.
Pensiamo che le motivazioni per attivarsi in questo senso siano molteplici:
1. ogni ora eccedente le 18 che noi accettiamo viene sottratta ai colleghi;
per ogni 18 ore di orario prolungato (quindi ogni 3 insegnanti di ruolo che
scelgono lo straordinario oltre le 18 ore fino ad un massimo di 24) ci sarà
un supplente che si troverà senza lavoro. A livello nazionale si tratta
di diverse migliaia di posti di lavoro; va tenuto inoltre presente che fra i
colleghi di ruolo avverrà che l'ultimo nella graduatoria d'istituto potrà
perdere la cattedra o rimanere con uno spezzone.
2. un aumento della quantità di lavoro (ovviamente non solo quello frontale
di cattedra, ma anche quello sommerso: preparazione delle lezioni e delle verifiche,
consigli di classe, ricevimenti dei genitori, ecc.) produce inevitabilmente
un abbassamento della qualità dell'insegnamento; inoltre i continui rimaneggiamenti
che subiranno le cattedre ad ogni cambio di anno scolastico si tradurrà
in una cronica carenza di continuità didattica per gli alunni.
3. da alcuni anni si sta tentando di allungare l'attività di servizio
dell'insegnante, a prescindere da qualsiasi motivazione pedagogica e qualitativa.
Se tra gli insegnanti passerà la disponibilità alle 24 ore, essa
diventerà in breve la prestazione di lavoro normale (vedi anche gli interventi
sulla stampa degli ultimi giorni del ministro Moratti in relazione al rinnovo
contrattuale).
E' anche una questione di principio e di dignità per chi lavora nella scuola, in qualche modo non così dissimile dalla battaglia che in questi giorni si sta facendo per l'articolo 18 dello statuto dei lavoratori: da lungo tempo ci illudono promettendoci un adeguamento agli stipendi europei: pretendiamo una retribuzione dignitosa e rifiutiamo le briciole, tanto più quando sono avvelenate ed erodono l'occupazione e la qualità del nostro lavoro!
In alcuni istituti della nostra città (liceo scientifico Fermi e I.T.C. Gramsci) gli insegnanti si sono già attivati ed hanno votato delle mozioni nei rispettivi collegi dei docenti che invitano i colleghi a non prestarsi ad accettare spezzoni di orario che comportino il superamento delle 18 ore.
Come Rete di scuole della città di Padova riteniamo sia doveroso far nostra questa iniziativa e proponiamo a tutti coloro che hanno condiviso con noi il percorso finora svolto (dalla nascita della rete, alla diffusione degli appelli sui quotidiani locali, alla realizzazione dell'assemblea pubblica del 26 marzo) di aderirvi.
Per questo motivo alleghiamo nel retro del volantino uno schema di mozione che vi chiediamo di far circolare il più possibile in tutte le scuole medie e superiori, anche della provincia.
Se non riuscite a far votare la mozione nel collegio dei docenti del vostro
istituto, cercate in alternativa di proporla come appello e fatela firmare dai
colleghi.
Inviate ogni nuova adesione al sito: http://users.iol.it/dabibo o segnalatela
a rete_di_scuole_pd@email.it.
Padova, 7 aprile 2002
Rete_di_scuole_pd
Schema di mozione da far votare nel collegio dei docenti
Il collegio dei docenti dell'istituto
riunito in assemblea
il giorno
..
- preso atto di quanto è stato previsto nella legge finanziaria 2002
dal ministro Moratti in relazione al completamento a diciotto ore di posti di
insegnamento costituiti con orario inferiore a quello d'obbligo e alla possibilità
che le cattedre senza titolare e le ore residue vengano affidate ai docenti
di ruolo, che le possono accettare sino a 24 ore settimanali;
- constatato che questo provvedimento, oltre ad abbassare la qualità
dell'insegnamento in conseguenza dell'aumento della quantità di lavoro
e della mancanza di continuità didattica, tende ad eliminare posti di
lavoro per gli insegnanti precari;
- invita i colleghi a non fornire alcuna disponibilità ad accettare spezzoni
di orario che comportino il superamento delle 18 settimanali ore ne tantomeno
a sostituire docenti assenti per meno di 15 giorni.