Confronto leggi regionali sul diritto allo studio e legge nazionale
Regioni/stato |
Finalità assegni o buoni scuola |
Spese rimborsabili 2) |
Rimborso massimo 3) 4) |
Reddito massimo 3 componenti il nucleo |
Beneficiari |
Finanziamento diretto scuole materne |
Emilia Romagna l. n. 10, 25/5/99 |
Libertà di scelta educativa |
Tutte, comprese le rette, cioè l’iscrizione |
50%, 90% per studenti a rischio |
52 milioni netti |
Studenti scuole pubbliche e private |
5,2 miliardi solo private |
Lombardia l. n,1, 5/1/2000 |
Libertà di scelta educativa |
Tasse, rette, iscrizione, funzionamento, sostegno disabili |
25% |
180 milioni lordi |
Studenti scuole pubbliche e private |
20 miliardi solo private |
Friuli L. n. 9, 2/5/2000 |
Parità di accesso |
Tutte, anche investimenti in attrezzature |
50% |
Non si precisa |
Studenti scuole pubbliche e private |
si |
Veneto L. n. 1, 25/1/2001 |
Parità scolastica, libertà di accesso e frequenza |
Iscrizione, libri, sussidi, frequenza, sostegno disabili |
Non si precisa |
Non si precisa |
Studenti scuole pubbliche e private |
si |
Piemonte In discussione |
Libertà di educazione, libertà di scelta |
Tutte |
50%-100%, inversamente proporzionali al reddito |
140 lordi |
Studenti scuole pubbliche e private |
Si, anche comunali |
Stato 1) L. 62, 10/3/2000 |
Diritto allo studio e all’istruzione |
Frequenza, mensa, trasporto, libri, sussidi, no iscrizione |
Borse di studio di pari importo (non ancora precisato) |
30 milioni netti |
Studenti scuole pubbliche e private |
700 miliardi, anche comunali |
Commento alla scheda confronto fra le leggi regionali e la legge nazionale
In sintesi il problema di fondo è quello della gratuità della scuola, che la Costituzione riconosce per almeno 8 anni e che è messo in discussione da una politica che, ritenendo la scuola un servizio, riconosce l’obbligo di contribuzione per l’utente e la possibilità di rimborsi parziali. Si perde l’idea del diritto allo studio come diritto universale uguale per tutti per andare verso un sistema in cui le condizioni di accesso e frequenza scolastica saranno diversificate da regione a regione e da comune a comune (vedi buoni scuola del comune di Bologna, che si aggiungono a quelli regionali e nazionali.
Le scuole, che fino a pochi anni fa erano le protagoniste, sono sempre più tagliate fuori dal controllo degli interventi per il diritto allo studio. Le domande per il rimborso vengono rivolte direttamente alle Regioni agli Enti locali, che le gestiscono come qualsiasi altro tipo di intervento sui servizi. Ciò in contrasto con il dettato costituzionale, che riconosce alla scuola statale una funzione istituzionale tale da non prevedere alcun tipo di sussidiarietà né verticale, né orizzontale: "L’arte e la scienza sono libere e libero ne è l’insegnamento. La Repubblica detta le norme generali sull’istruzione ed istituisce scuole statali di ogni ordine e grado. Enti e privati hanno diritto ad istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato." Art. 33 della Costituzione, commi 1,2,3.