Nell'incontro del 2 luglio 2001 il Presidente della Regione Emilia Romagna
Vasco Errani informò ufficialmente i responsabili del Comitato per il
referendum abrogativo della L. E.R. n. 10/99 della sua intenzione di accorpare
le date di svolgimento del referendum regionale indetto per il 18 novembre 2001
e del referendum nazionale confermativo della riforma "federale" della
Costituzione.
In tale occasione i responsabili del referendum regionale espressero il loro
accordo con tale decisione.
Non abbiamo motivo di dubitare sulle intenzioni del Presidente; l'accorpamento
farà risparmiare oltre 20 miliardi alla Regione ed eviterà che
i cittadini dell'Emilia Romagna votino due volte in un mese.
Visto che la data fissata dal Consiglio dei Ministri per il referendum nazionale
è il 7 ottobre, occorre che il Presidente Errani emani immediatamente
il decreto di spostamento della data in base all'art. 25 della L.R. sui procedimenti
referendari n. 34/99.
Qualcuno dirà: fatica sprecata, dal momento che il referendum regionale
non si svolgerà più dopo l'abrogazione della legge Rivola e l'approvazione
di un nuovo testo sul diritto allo studio.
Le cose stanno in altro modo: la legge 34, in analogia con la legge nazionale,
prevede una tutela in favore dell'esercizio della volontà popolare.
La Commissione di giuristi eletta ad inizio legislatura dal Consiglio regionale
dovrà giudicare, una volta che la legge abbia avuto il visto del Consiglio
dei Ministri, entro il 26 agosto, e sia stata pubblicata sul bollettino ufficiale
della Regione, se il nuovo testo modifichi i principi ispiratori e i contenuti
essenziali dei singoli punti della legge sottoposta a referendum.
A nostro avviso la legge non muta i principi ispiratori: anche questa si muove
in una logica di parità, prevedendo interventi a favore delle scuole
pubbliche e private in modo indifferente.
E non muta anche la sostanza degli interventi di finanziamento diretto alle
scuole private, tramite sostegno strumentale ai progetti di sperimentazione
di tutte le scuole e sostegno finanziario ai progetti di qualificazione delle
scuole materne private e del loro personale.
La grande mobilitazione di questi due anni ha portato ad un primo importante
risultato: la legge "Rivola" non c'è più.
Ora si tratta di continuare la mobilitazione per portare a casa il risultato
pieno.
E' evidente che ciò sarà possibile solo attraverso l'intervento
diretto dei cittadini, che hanno chiesto con chiarezza di eliminare ogni finanziamento
alle scuole private.
La partita è ancora aperta.
Coordinamento regionale dei Comitati Scuola e Costituzione
Bologna 3 agosto 2001