A proposito della classe per soli alunni di fede islamica
In una scuola di Milano è stato deciso di formare classi con soli alunni di fede islamica in modo da garantire agli alunni ed alle loro famiglie la salvaguardia della loro identità culturale; nelle aule di queste classi non ci sarà quindi il crocifisso, non si insegnerà la religione cattolica; sarà possibile agli alunni osservare le loro tradizioni religiose;In altre classi ci saranno i crocifissi, si insegnerà la religione cattolica, ecc.
Secondo l’Amministrazione scolastica in tal modo si sarebbe avviato un processo di integrazione, evitando che i ragazzi di religione islamica restassero esclusi dalla scuola statale.
Ma una scuola con classi per alunni di fede islamica e classi per alunni di fede cattolica, ecc,. corrisponde al modello di scuola di una società democratica e multinazionale? ma soprattutto corrisponde al modello di scuola statale definito nella Costituzione?
La scuola statale prevista nella nostra Costituzione deve essere una scuola "aperta a tutti" e garante del pluralismo culturale;non può essere la scuola dell’appartenenza e delle separazioni; non può essere la proiezione dell’educazione familiare; la scuola statale deve essere la scuola del confronto, della convivenza e del pluralismo culturale.
La scuola statale del nostro Paese non può essere nè cattolica nè islamica nè di qualsiasi altro orientamento confessionale e/o ideologico, nè, tanto meno, ghettizata a secondo degi diversi orienramenti; deve essere la scuola di tutti e per tutti, una scuola laica ( e cioè caratterizzata dal pluralismo culturale, ideologico e religioso) democratica ed autonoma da tutti gli esecutivi (nazionale e locale).
Per questa ragione le scuole private, ancorché paritarie, non possono far parte del sistema scolastico statale; per questa stessa ragione nella scuola statale non possono esserci imposizioni da parte del Ministero di simboli religiosi e/o funzioni religiose, per questa stessa ragione non è possibile una scuola statale con classi formate con il criterio dell’appartenenza religiosa.
In tal modo non si favorisce l’integrazione e, tanto meno, si avvia quella dimensione multietnica che dovrebbe essere la caratteristica della scuola pubblica della società di oggi; si rischia invece una forma di ghettizazione e di separatezza, incompatibile con la cultura della convivenza e del confronto.
Piuttosto, invece di proporre una via ghettizzata all’integrazione, sarebbe più corretto e coerente con i principi di laicità affermati nella nostra Costituzione che la scuola statale, pur nel rispetto di tutte le confessioni religiose, si proponesse effettivamente come un luogo aperto a tutti per una comune crescita culturale attraverso il confronto e senza alcuna prevaricazione.
Non si può difatti pretendere che le famiglie di fede islamica rinuncino nella scuola pubblica ai propri simboli ed alle proprie tradizioni se nel contempo si pretende di mantenere nella stessa scuola pubblica; simboli e tradizioni della religione cattolica.
Corrado Mauceri
Comitato di Firenze
" Per la scuola della Repubblica"