Comitato "per la scuola della repubblica"
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La "regionalizzazione" dell’istruzione pubblica va bene a tutti?
Molto giustamente il mondo della scuola è attualmente molto impegnato nel dibattito sull’attuazione del riordino dei cicli e sui contenuti culturali della nuova scuola; ma con la riforma costituzionale che prevede una forma di sostanziale "regionalizzazione" dell’istruzione pubblica che cosa si verificherà? il mondo della scuola si pone tale domanda? temiamo di no.
Sarà pertanto opportuno richiamare l’attenzione sui contenuti della riforma costituzionale.
L’art. 3 mantiene alla competenza legislativa dello Stato, tra l’altro in materia di:
"norme generali sull’istruzione"
Al terzo comma il medesimo art. 3 stabilisce: "Sono materie di legislazione concorrente quelle relative a: "...... istruzione, salvo l’autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;"
Nel comma 6 lo stesso art. 3 stabilisce: "La potestà regolamentare spetta allo Stato nelle materie di legislazione esclusiva, salvo delega alle regioni. La potestà regolamentare spetta alle regioni in ogni altra materia."
L’art. 4 infine all’ultimo comma stabilisce: "Stato regioni, città metropolitane, Provincie, comuni favoriscono l’autonoma iniziativa dei cittadini, singoli e associati, per lo svolgimento di attività di interesse generale, sulla base del principio di sussidiarietà".
Come è noto, tale proposta è stata approvata con una maggioranza di quattro voti, infrangendo in tal modo una costante prassi costituzionale secondo cui le riforme costituzionali si realizzano con larghe maggioranze oppure, se permangono divergenze (come per la scuola) non si fanno. Molto probabilmente la maggioranza di centro-sinistra ha ritenuto opportuno presentarsi in campagna elettorale con il risultato del federalismo, ma se è vero che la scuola (come del resto il lavoro, la salute, ecc.) è uno dei settori fondamentali per la vita democratica del nostro Paese, le sorti della scuola pubblica non possono essere subordinate all’esigenza di una campagna elettorale. Si tratta quindi di una riforma grave e, quanto meno, imprudente nel metodo, e sbagliata ed inaccettabile nei contenuti.
E’ grave nel metodo perché l’approvazione, a maggioranza risicata, di un’importante riforma costituzionale legittima qualsiasi maggioranza parlamentare a procedere allo stesso modo; i parlamentari del centro sinistra che hanno imposto, anche allo stesso Governo, tale riforma, ritengono di aver in tal modo impedito al Polo una riforma costituzionale più devastante; in realtà hanno affermato un precedente che può consentire al Polo, a colpi di maggioranza, lo stravolgimento della Costituzione e dei suoi principi fondamentali.
Ma la proposta è grave ed inaccettabile perché, come risulta dalla lettura della proposta approvata, le modifiche che si introducono sono, per certi aspetti, contraddittorie ed incomprensibili e, come tali, destinate non solo a regionalizzare l’istruzione, ma a creare uno stato di incertezza e di conflittualità tra Stato, Regioni e privati ( la cui autonoma iniziativa dovrà, secondo la riforma, essere "favorita"!).
Ma il mondo della scuola cosa dice? è d’accordo con questa riforma che mette in discussione tutto l’ordinamento scolastico? se non si interviene subito con la necessaria fermezza dopo sarà troppo tardi. Attendiamo risposte e proposte. Cordiali saluti
Per il Comitato
Corrado Mauceri