PER UNA SCUOLA PUBBLICA, STATALE, LAICA,

DEMOCRATICA E PLURALISTA

IN DIFESA DELL'UNIVERSITÀ E DELLA RICERCA PUBBLICA

La tragedia del conflitto militare in Iraq, con il suo carico di morte, di violenza e di terrore, pone il mondo intero di fronte alla prospettiva angosciante della guerra preventiva e permanente quale elemento sovraordinatore per la ridefinizione dei modelli di convivenza tra i popoli. Questa prospettiva, che sta già producendo un imbarbarimento delle relazioni ed il restringimento degli spazi di agibilità democratica, investe con forza anche il mondo della scuola pubblica che, da sempre, è presidio di pace. La scuola pubblica, infatti, è luogo della formazione della capacità critica e della coscienza collettiva, ma è anche luogo del confronto democratico tra culture diverse, irriducibili alla semplificazione dello schema "o con noi, o contro di noi" che la guerra impone. Per queste ragioni la scuola pubblica, laica e democratica è un’istituzione "naturalmente" in prima fila nelle mobilitazioni contro una guerra che rappresenta l’altra faccia di quei processi di mercificazione del sapere che, a livello internazionale, conoscono un’ulteriore accelerazione.

Mentre si sostiene che nell'era della conoscenza le principali risorse per competere sono saperi, informazione, comunicazione, logistica, nello stesso tempo si vuole smantellare il sistema di formazione e la ricerca pubblica, dimenticando che è compito di uno stato democratico favorire la conoscenza come patrimonio collettivo e dunque i vantaggi che ne derivano sono per la società e anche per il sistema produttivo di un paese.

Il processo di globalizzazione, che limita pesantemente la sovranità degli stati e condiziona con scelte neoliberiste la gestione dell’economia mondiale attraverso gli organismi che la governano nell’interesse delle multinazionali e dei governi del G8, sta investendo la sfera dei servizi sociali, tra i quali viene annoverata anche l’istruzione.

Il protocollo del Gats, che i governi europei sono chiamati ad applicare, prevede la generalizzazione della privatizzazione dei servizi e l’avvio di processi di privatizzazione che investono settori dell’istruzione. La prospettiva è di affidare al mercato il compito, che la nostra Costituzione attribuisce alla Repubblica, di soddisfare il diritto allo studio delle nuove generazioni e alle agenzie formative confessionali, ideologiche e speculative la facoltà di condizionarne gli orientamenti etici e culturali.

In tal modo l’istruzione pubblica, che nella nostra Costituzione è una funzione istituzionale dello Stato, diventerebbe un servizio pubblico gestito dai privati .

L’approvazione di tale protocollo, rafforzerebbe la politica del governo italiano, nel suo obiettivo di destrutturare la scuola, l’università e la ricerca pubblica attraverso la duplice spinta alla privatizzazione e alla regionalizzazione, confermandone il valore di attacco alla democrazia.

Per fermare questo "progetto" è necessaria una grande mobilitazione di tutte le categorie di queste istituzioni, lavoratori, studenti, docenti, ricercatori, precari in collegamento con la società civile per la difesa del diritto al sapere, della formazione, della libera ricerca che passa attraverso una rinnovata centralità pubblica di questi settori in un paese democratico e civile. Una battaglia che ha al primo posto l’opposizione alle "riforme" Moratti.

In questo contesto e’ promossa una giornata di mobilitazione il 5 aprile a Firenze che ha come obiettivo prioritario l’opposizione alla firma del protocollo del Gats e quindi all’ insieme alle politiche di privatizzazione della scuola, dell’università e della ricerca. Questa iniziativa vuole collegarsi alla giornata di mobilitazione convocata a livello europeo per il 13 marzo contro gli esiti del protocollo Gats sull’istruzione.

 

Ribadiamo la netta opposizione alle "Riforme" Moratti con i NO alle scelte politiche di questa maggioranza e proponiamo i nostri SI per la scuola e per l’università

 

Per la scuola

1 - SI ad una scuola statale che garantisca in tutto il territorio nazionale una formazione culturale omogenea a tutte le nuove generazioni;

NO ad una scuola privatizzata e/o regionalizzata, che comprometterebbe una formazione culturale nazionale.

2 - SI ad una scuola con insegnanti qualificati ed adeguatamente retribuiti.

NO alla precarizzazione del personale della scuola, che il Governo attuale ha scelto, omettendo le nomine in ruolo sui posti vacanti e prevedendo la privatizzazione e l’esternalizzazione di molte attività didatticamente rilevanti e di quelle oggi svolte dal personale ATA.

3 - SI ad una scuola statale che sia effettivamente autonoma dal potere esecutivo (Ministri e

Assessori) e con la garanzia di un'effettiva libertà di insegnamento.

NO al potere del Ministro (o gli assessori) di intervenire sugli indirizzi culturali e didattici, condizionando i contenuti culturali e le scelte didattiche (come la preannunciata censura sui libri di testo).

4 - SI ad una scuola governata democraticamente a garanzia della libertà di insegnamento e del pluralismo culturale e quindi alla valorizzazione del ruolo degli organi collegiali di scuola e territoriali con spazi garantiti di partecipazione autonoma di tutte le componenti della realtà

scolastica.

NO ad una scuola gerarchizzata con al vertice un dirigente manager e con un forte

ridimensionamento del ruolo degli organi collegiali e degli spazi di democrazia.

5 -SI ad una formazione culturale omogenea per tutti i giovani fino a 18 anni con conseguente elevazione dell'obbligo scolastico.

NO (anche perché incostituzionale) alla riproposizione di un sistema duale tra istruzione

scolastica e formazione professionale con conseguente limitazione dell'obbligo scolastico.

6 - SI ad una riforma dell'ordinamento scolastico che garantisca a tutti, pur nell’opportuna

articolazione degli indirizzi culturali nel triennio del ciclo secondario, un'adeguata formazione culturale, necessaria anche per l'accesso al mondo del lavoro.

NO ad un sistema dualistico che, come il ddl Moratti, propone una precoce distinzione tra

istruzione scolastica e formazione professionale con conseguente prefigurazione di una

gerarchizzazione di ruoli professionali e sociali.

7 - SI alla garanzia della libertà di coscienza per tutti e del principio della laicità dello Stato, per una scuola pubblica statale aperta al confronto senza alcuna caratterizzazione confessionale.

NO alle interferenze confessionali nell'attività scolastica ed ai privilegi previsti per gli insegnanti di religione cattolica, assunti senza un regolare concorso pubblico, ma per scelta delle autorità religiose.

8 - SI ad un adeguato incremento delle risorse finanziarie per la scuola statale, a cui devono

essere destinate tutte le risorse pubbliche disponibili.

NO a qualsiasi forma di sistema integrato tra pubblico e privato e/o di sussidiarietà che confonda il ruolo privatistico della scuola privata con quello istituzionale della scuola statale ed a qualsiasi forma di finanziamenti pubblici alle scuole private.

Per l’università

1 - SI al libero accesso alla formazione universitaria che garantisca in tutto il territorio nazionale una adeguata formazione culturale e scientifica

NO alla competitività tra gli atenei che mira a costituire formazione di serie A e di serie B.

2 - SI al diritto allo studio che garantisca il valido supporto all'accesso al sapere

NO alla privatizzazione degli Enti per il diritto allo studio

3 - SI alla stabilità del rapporto di lavoro per il personale

NO alla precarizzazione dei rapporti di lavoro per il personale, i docenti, i ricercatori

4 - SI alla libertà di insegnamento e di ricerca

NO alla dipendenza dell'insegnamento e della ricerca dal mercato e dal potere politico

5 - SI alla democrazia con spazi garantiti di partecipazione autonoma di tutte le componenti delle realtà universitarie e di ricerca

NO alla gerarchizzazione, alla aziendalizzazione con un forte ridimensionamento degli spazi di democrazia.

6 - SI ad un adeguato incremento delle risorse finanziarie per l'università e la ricerca pubblica

NO all'esternalizzazione dei servizi e all'introduzione delle fondazioni di diritto privato nelle università e alla trasformazione in società per azioni o soppressione di enti pubblici di ricerca

7 - SI alla centralità del ruolo pubblico dell'università e della ricerca

NO allo svilimento del sapere a "merce", alla trasformazione della formazione da quella scolastica a quella universitaria in servizi commercializzabili come previsto dagli accordi GATS

 

 

Promuovono

Gruppo Saperi Social Forum Firenze, Coordinamento genitori e insegnanti, Collettivi studenteschi, PRC, Cobas, Cub, Comitato Nazionale contro la privatizzazione delle Università e degli Enti di Ricerca, Albero dei Ricci, ANDU –Roma 1, Giovani Comunisti, Coordinamento collettivi universitari, Cgil-scuola Cambiare rotta lavoro e società, Associazione Per la Scuola della Repubblica, Legambiente, Verdi, Ecole, Comitato nazionale Genitori democratici, Arci nazionale

Aderiscono

Associazione Aprile, Associazione Lavoro e Libertà, CIDI, MCE, "Università:correggere la rotta"(Roma), Coordinamento Docenti Universitari, Comitato Università e Ricerca Pubblica – Napoli,

 

 

 

 

 

Firenze 5 aprile

Giornata di mobilitazione e riflessione

Facoltà di lettere dell’Università

 

 

 

Programma

La giornata inizierà con la costituzione di sette gruppi di lavoro sui seguenti temi i cui risultati saranno discussi nell’assemblea generale pomeridiana

  1. Accordi internazionali: processi di mercificazione del sapere
  2. Autonomie: processi di privatizzazione e precarizzazione dell’istruzione
  3. Democrazia scolastica: libertà d’insegnamento e di ricerca, laicità della scuola
  4. Saperi – sapere
  5. Titolo V della Costituzione, sussidiarietà e devolution
  6. Diritto allo studio, handicap, educazione permanente, tempo pieno, servizi
  7. Funzione istituzionale della scuola statale - obbligo scolastico