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Centri antiviolenza: dove rivolgersi

In questo momento di emergenza sanitaria che costringe le donne a casa, proprio il luogo in cui subiscono le più frequenti e gravi violenze, è importante sapere che, se hai bisogno di aiuto per te o per un’altra donna, non sei sola. La convivenza forzata con uomini violenti può portare ad una pericolosa escalation e le donne devono sapere che tutte le linee telefoniche e i centri antiviolenza sono attivi e possono aiutarle. Le donne possono uscire di casa per chiedere aiuto o raggiungere il centro antiviolenza in qualsiasi momento, nonostante le restrizioni del D.P.C.M.. Infatti questa motivata esigenza fa parte del diritto alla salute e viene considerata una condizione di necessità anche ai fini dell’autocertificazione.

Cosa fare:
• Chiama  il  1522:  su  tutto  il  territorio  nazionale  è attivo  24  ore  su  24  il  numero  gratuito  antiviolenza e anti stalking che offre aiuto e sostegno. Se  non  puoi  chiamare, puoi  chattare  direttamente  con  un’operarice collegandoti al  sito (www.1522.eu)  in  forma  anonima  o  scaricare  la  app del  1522  per  collegarti  con  le  operatrici specializzate per una immediata richiesta di aiuto;
• Chiama i Centri  Antiviolenza  dell’Emilia-Romagna  che  restano  tutti  aperti,  garantendo  la  reperibilità telefonica,  prediligendo  modalità di  colloquio  tramite  video-chiamata e  predisponendo colloqui personali per situazioni di emergenza (adottando   le   dovute   misure  di  prevenzione  e  contingentamento  illustrate  dai  DPCM),  senza  fermare  le attività di sostegno alle donne che subiscono violenza. I Centri suggeriscono alle donne di contattarli quando vanno a buttare l’immondizia, in farmacia o a fare la spesa, attraverso una telefonata, un SMS, un messaggio di WhatsApp.
Anche le Case rifugio restano aperte e proseguono la loro attività, accolgono nuove ospiti in caso di necessità e continuano a supportare le donne già ospiti soprattutto quelle con bambine e  bambini che, con scuole e agenzie educative chiuse e senza una rete familiare di supporto, sono totalmente a carico delle madri. Le attività avvengono nel rispetto delle regole stabilite dal governo, a tutela del personale e delle donne che chiedono aiuto.



 

Ultimo aggiornamento: martedì 05 maggio 2020