Rumore

Rumore

Obiettivo generale:
miglioramento del clima acustico

Obiettivi specifici:
- riduzione o eliminazione dell'esposizione delle persone all'inquinamento acustico
- riduzione delle emissioni sonore

Stato

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Il Comune di Bologna è sempre stato particolarmente sensibile alle problematiche dovute al rumore, attivando, fin dal 1995, attività di monitoraggio del rumore da traffico urbano attraverso campagne mirate e l’utilizzo di tre centraline fisse: Ospedale Malpighi, Piazza dei Martiri, Giardini Margherita.
Dalla fine del 1997, al fine di acquisire una più completa conoscenza del territorio, queste ultime due sono state ricollocate in zona Fiera ed in via San Felice.
Nel 2006, in accordo con ARPA, si è ritenuta conclusa la campagna dimettendo le centraline fisse.
Tutte le postazioni si trovano in zone che, secondo la Zonizzazione acustica adottata nel 1999, ricadono in IV classe (limiti: diurno 65 dB(A), notturno 55 dB(A)). Solo recentemente, con il Dpr n. 142/04, sono state individuate le fasce di pertinenza acustica ed i rispettivi limiti di immissione delle infrastrutture stradali. In base a tale norma, le centraline Fiera e S. Felice ricadono entro fasce di pertinenza acustica con limiti di immissione da traffico veicolare di 70 dB(A) diurni e 60 dB(A) notturni; per la centralina Ospedale Malpighi i limiti sono i medesimi della Zonizzazione acustica.
Dai dati rilevati tra il 1998 ed il 2003 è possibile riscontrare, per la postazione S. Felice, dei livelli medi annuali costantemente superiori ai limiti normativi, con valori stabilmente attestati su 71 dB(A) diurni e 67,5 dB(A) notturni. Per la centralina in zona Fiera si riscontra una diminuzione dei livelli registrati nel 2002 (67 dB(A) diurni, 62,9 notturni) rispetto agli altri anni (69,8 dB(A) diurni e 66,3 dB(A) notturni nel 1998), pur permanendo anche in questo caso un superamento dei limiti notturni.
Per la centralina Ospedale Malpighi si rileva invece un peggioramento del clima acustico, con livelli sempre superiori ai limiti notturni (62,4 dB(A) nel 2003) e, dal 2001, anche a quelli diurni (65,5 dB(A) nel 2003).
Oltre alle rilevazioni con postazioni fisse, nel periodo 1999-2003 sono stati effettuati da Arpa diversi monitoraggi acustici attraverso l'utilizzo di centraline rilocabili; dai dati rilevati si riscontra, nella quasi totalità delle situazioni, il superamento dei valori limite, soprattutto per il periodo notturno.

Per il controllo del rumore aeroportuale, il Comune ha attivato, fin dal 1992, una campagna di monitoraggio dell'inquinamento acustico prodotto sulla città dal sorvolo di aerei afferenti all'Aeroporto G. Marconi. Sono stati dapprima rilevati i parametri LAeq, D, LAeq, N e LAeq, DN e, dall'ottobre 1997, in ottemperanza al Dma 31.10.1997, si è proceduto alla determinazione dell'indice Lva settimanale.
Inizialmente è stata utilizzata la centralina ubicata in via Zanardi, mentre dal novembre 2002 si è attivato un importante sistema di monitoraggio, composto da nove centraline fisse, integrato con la traccia radar per l'interpretazione e l'analisi relativa all'immissione sonora in riferimento ai singoli voli, e per la verifica del rispetto delle procedure antirumore in fase di decollo.
L'analisi dei dati porta ad affermare che la progressiva sostituzione degli aerei più rumorosi, e l'adozione di procedure antirumore, hanno consentito di diminuire i livelli sonori e di mantenerli, nel corso degli ultimi anni, entro valori di Lva di 65 dB(A) per la centralina 6 (sita nella medesima posizione della precedente centralina Zanardi), pur con un aumento dei passeggeri.
L'allungamento della pista, avvenuto nell'estate del 2004, ha determinato poi un ulteriore miglioramento del clima acustico.

Dal gennaio 2000 il Comune e Arpa hanno attivato una campagna di rilievo del rumore ferroviario, volta a quantificare ed individuare le situazioni di sofferenza acustica. La campagna, che ha riguardato prevalentemente zone oggetto di esposti, ha evidenziato, per alcune linee, dei superamenti anche significativi dei limiti previsti dal Dpr n. 459 del 18.11.1998, soprattutto nel periodo notturno. Ad eccezione della misura eseguita nei pressi della linea Bologna-Portomaggiore, interessata da traffico locale e solo diurno, in tutti i casi si ha un superamento del limite notturno di 60 dB(A); in sei casi tale superamento si attesta sistematicamente oltre i 65 dB(A).

Il Comune ha approvato nel 1999, in risposta alla Legge n. 447/95, il "Piano di disinquinamento acustico del territorio comunale", strutturato in due parti principali: la "Zonizzazione acustica del territorio comunale", elaborata in base alla Circolare regionale n. 7 del 01.03.1993, ed il "Piano di risanamento acustico del territorio comunale", con le relative Norme tecniche di attuazione.
All'interno del Piano, attraverso un software previsionale e basandosi su numerosi rilievi effettuati da Arpa e sui dati acquisiti dalle centraline fisse, è stata elaborata la Mappa del rumore, che fornisce un'utile lettura a macroscala della distribuzione del rumore sul territorio.
Dalla sovrapposizione tra la Zonizzazione acustica e la Mappa del rumore è stata estrapolata la "Carta delle criticità acustiche", che individua le zone acusticamente più sofferenti. Per ognuna di esse è stata sviluppata una scheda contenente la descrizione dell'area e dei livelli di rumore, gli interventi di mitigazione previsti ed i soggetti cui competono, nonché una stima dei costi e dei risultati attesi.
Si segnala, inoltre, l'importante ruolo svolto dall'applicazione della procedura di Valsia per i piani particolareggiati. Elaborando fin dalle prime fasi di progettazione le valutazioni acustiche, tramite un'attenta progettazione e/o opere di mitigazione, si è perseguito un sostanziale rispetto dei limiti normativi per i nuovi comparti.
La zonizzazione acustica del territorio comunale è stata aggiornata sulla base dei documenti del PSC e, in particolare, della classificazione del territorio e delle tavole dei sistemi.
Sulla base della delibera regionale 2053/2001 la nuova zonizzazione acustica individua una doppia classificazione relativa allo “stato di fatto” ed allo “stato di progetto”. Nello stato di progetto sono considerate le trasformazioni urbanistiche previste dal PSC.
Per le assegnazioni delle classi acustiche allo “stato di progetto” si è tenuto conto di quanto richiesto dalle norme di attuazione del PTCP (art. 13.5 comma 5) ponendo in classe III le aree da destinarsi ad interventi residenziali. Lungo le infrastrutture adiacenti a questi ambiti è stata individuata una fascia classificata in classe IV da destinare all’insediamento di usi acusticamente meno sensibili.
Il territorio è stato suddiviso in unità territoriali omogenee (UTO) sulla base della classificazione del territorio del PSC. L’assegnazione delle classi è avvenuta sia per individuazione diretta sia mediante una metodologia basata sull’utilizzo di parametri indicati dalla delibera regionale.
Nello specifico, l’attribuzione diretta delle classi acustiche è prevista per:
1 le I classi acustiche ossia ospedali, scuole, parchi, etc.
2 le V classi attribuite alle UTO con insediamenti di tipo industriale/artigianale
3 le IV classi acustiche, attribuite alle UTO con forte prevalenza di attività terziarie o commerciali

Per l’assegnazione delle classi intermedie sulla restante parte del territorio (II, III, e IV classi) sono state considerate, per ciascuna UTO individuata, i seguenti parametri:
3 densità di popolazione;
4 densità di attività commerciali;
5 densità di attività produttive.

Impatto potenziale da Psc

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Complessivamente, l'impatto dovuto alle azioni del Psc è valutabile attraverso una lettura delle simulazioni sul traffico urbano che registrano modeste variazioni dei volumi di traffico complessivi a cui, pertanto, non possono che attribuirsi modeste modifiche del clima acustico. La lettura del dato generale consente di affermare che le emissioni complessive legate al traffico urbano sono destinate a restare sostanzialmente invariate.
Un discorso diverso va fatto per le infrastrutture quali aeroporto, autostrada e linee ferroviarie, per le quali i piani di risanamento in carico ai rispettivi gestori porteranno, attraverso la realizzazione di interventi di mitigazione, al sostanziale rispetto dei limiti di legge all'interno delle aree di pertinenza.
L'impatto generato dalle politiche del Psc deve pertanto essere letto a livello locale andando a verificare che le trasformazioni urbane non ingenerino nuove criticità, ma che al contrario contribuiscano al risanamento complessivo di quelle esistenti. Di conseguenza, gli Ambiti soggetti a trasformazione nel Psc vanno valutati sia come ricettori (con l’obiettivo del rispetto dei limiti previsti dalla nuova Classificazione acustica), che come sorgenti (con riferimento ai flussi di traffico generati, che possono impattare su ricettori esistenti).
Il rispetto dei limiti di legge su tutto il territorio è da considerarsi l'obiettivo di base, ma è anche opportuno considerare, per le nuove trasformazioni e per gli interventi di riqualificazione, limiti che garantiscano la qualità della vita urbana, essendo i limiti di legge abbastanza alti. Questo permette di avviare un processo di vero risanamento delle parti di città che non sono attraversate da strade di scorrimento e dove la strada è luogo di vita sociale oltre che infrastruttura per la mobilità.
Un ulteriore elemento di attenzione viene dalle modalità di mitigazione del rumore. Se da un lato barriere o terrapieni possono costituire un adeguato sistema di mitigazione per il rumore generato da infrastrutture che non interagiscono con il territorio circostante (le ferrovie o il sistema autostradale, ad esempio), risulta critico porre in opera interventi di questo tipo sulla viabilità urbana per la separazione netta che vanno a costituire tra parti di città.
La tipologia insediativa e l'assetto dei nuovi interventi è perciò un elemento che andrà approfondito per trovare il giusto compromesso tra l'esigenza di protezione dal rumore (dove presente) e quella di evitare cesure nel tessuto della città.

Misure per la sostenibilità

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Al fine di contenere l'impatto acustico sui nuovi insediamenti derivante dalle emissioni sonore esistenti e di progetto, gli insediamenti residenziali dovranno sorgere nelle posizioni il più possibile schermate dal rumore e ad un'idonea distanza dalle infrastrutture di trasporto esistenti ed eventuali di progetto. Per i nuovi insediamenti residenziali dovranno rispettare, a prescindere dalla presenza o meno di eventuali fasce di pertinenza acustica infrastrutturali (definiti ai sensi dei decreti attuativi nazionali), i limiti previsti dalla UTO di appartenenza, così come stabiliti dalla nuova Classificazione acustica, calcolati considerando la totalità delle sorgenti presenti e in progetto.
Nella parte più vicina all’infrastruttura stradale o ferroviaria, l’obiettivo deve essere quello di creare una zona “cuscinetto”, dove collocare gli usi acusticamente meno sensibili (commerciali, direzionali, terziari, etc.), caratterizzati da una fruizione prevalentemente diurna, in modo che questi, pur nel rispetto dei limiti di legge, costituiscano anche una protezione per gli edifici residenziali.
Queste zone cuscinetto possono coincidere o essere più estese delle fasce che, in applicazione delle norme in materia, devono essere classificate in classe IV in relazione alla prossimità ad infrastrutture per la mobilità esistenti o previste
In tali fasce non devono essere previste nuove destinazioni d’uso residenziali, né altre destinazioni d’uso sensibili.
Le prime classi acustiche dovranno essere previste nelle aree acusticamente più tranquille, in modo da garantire il pieno rispetto dei limiti di I classe acustica, in facciata all’edificio e nelle pertinenze esterne, calcolati considerando la totalità delle sorgenti,
Nella progettazione dei nuovi insediamenti si dovrà pertanto perseguire il raggiungimento del clima acustico idoneo principalmente attraverso una corretta organizzazione dell’insediamento per definire la migliore localizzazione degli usi e degli edifici.
Lungo gli assi a valenza urbana, la distanza degli edifici dovrà essere tale da non richiedere la realizzazione di barriere acustiche per il rispetto dei limiti normativi presso i nuovi ricettori residenziali, in modo da evitare che si generino fratture e isolamenti.
Eventuali interventi di mitigazione potranno sorgere a protezione del disturbo proveniente da importanti infrastrutture, quali autostrade e ferrovie, amitigazione delle destinazioni meno sensibili che, come prima specificato, dovranno formare la fascia “cuscinetto”.
Preferibilmente tali opere dovranno essere costituite da terrapieni integrati da impianti vegetali e comunque dovranno essere attentamente studiate dal punto di vista dell’inserimento architettonico e paesaggistico.
Le eventuali barriere acustiche dovranno in ogni caso essere realizzate prima dell’utilizzazione degli insediamenti.
Al fine di contenere il più possibile l'aumento del traffico veicolare indotto dal carico urbanistico associato ai nuovi insediamenti, limitando quindi l'impatto acustico verso i ricettori esistenti e di progetto, occorre prevedere azioni di contenimento della mobilità privata su gomma e di incentivazione dell'uso del trasporto pubblico (si veda anche la componente aria).

Le eventuali nuove strade di progetto dovranno essere realizzate anticipatamente rispetto agli insediamenti; tali assi dovranno nascere già mitigati (nei confronti di edifici esistenti e di progetto), prevedendo quando possibile uno sviluppo in trincea o interrato, nonché opportune fasce di ambientazione laterale costituite da terrapieni rinverditi o fasce boscate.
La progettazione degli edifici, da regolamentare all'interno del Rue, dovrà adottare tutti gli accorgimenti volti a limitare l'esposizione dei ricettori all'inquinamento acustico, come, ad esempio:
- la disposizione delle zone notte nelle parti di edificio meno esposte all'inquinamento acustico;
- l'attento studio delle volumetrie dell'edificio, in modo da realizzare, mediante la loro accorta distribuzione, efficaci schermature nei confronti delle sorgenti sonore presenti in zona;
- l'utilizzo di ampi balconi o logge con parapetti pieni;
- l'utilizzo di materiale fonoassorbente sugli intradossi dei balconi o delle logge;
- uno sviluppo in altezza  tale da limitare l'esposizione degli ultimi piani alla rumorosità di fondo difficilmente schermabile, destinando, per gli edifici caratterizzati dalla compresenza di residenze con altre destinazioni d'uso (terziario, direzionale, etc.), questi ultimi all'insediamento delle attività meno sensibili quali, ad esempio, uffici od ambulatori privati.
Tra gli accorgimenti progettuali, non si dovrà in alcun modo fare ricorso all'utilizzo dei cosiddetti "edifici barriera" (ossia edifici caratterizzati dalla presenza di ampi affacci ciechi posti lungo le infrastrutture) dato che, oltre a poter ingenerare problemi connessi alla riflessione delle onde sonore verso gli edifici prospicienti, creano una pesante frattura nel tessuto urbano e non possono consentire una contemporanea ottimizzazione degli aspetti energetici ed architettonici dell'edificio.
Tutti gli edifici, indipendentemente dalla loro destinazione d'uso, dovranno rispettare i requisiti acustici passivi degli edifici, come prescritto dalla normativa vigente.
In ogni caso, la realizzazione di quanto previsto nell'Ambito dovrà essere preceduta da una valutazione dell'impatto acustico indotto dal nuovo carico urbanistico e dal corrispondente traffico veicolare indotto verso i ricettori esistenti, prevedendo le necessarie opere di mitigazione/compensazione acustica.
In questo modo sarà anche possibile perseguire politiche di controllo e monitoraggio delle attività rumorose, ovvero verificare che per le attività rumorose (cantieri, etc.) siano effettivamente poste in essere le opportune misure di mitigazione sonora, prescritte durante la fase di valutazione degli studi di impatto ambientale, e verificarne la loro efficacia.
In particolari situazioni critiche note all'Amministrazione comunale e/o nel caso in cui la valutazione di impatto acustico evidenzi la necessità di potenziare e/o realizzare nuove opere di mitigazione acustica nei confronti dei ricettori esistenti, tali opere di compensazione dovranno essere a carico dei nuovi insediamenti.