Art.27 Ambiti storici

Art.27 Ambiti storici

1. Caratteri. Il Psc individua come Ambiti storici (da intendersi nel loro insieme come “centro storico”, di cui all’art. A-7 della Lr 20/2000), l’insieme dei tessuti urbani di antica formazione che hanno mantenuto la riconoscibilità della struttura insediativa e la stratificazione dei processi di loro formazione, sia nella rete stradale e negli spazi inedificati, sia nel patrimonio edilizio e in altri manufatti. In relazione ai diversi principi insediativi propri dei differenti tessuti urbani storici, il Psc distingue e perimetra i seguenti Ambiti:
- Ambito del nucleo di antica formazione;
- Ambiti dei quartieri giardino;
- Ambiti dei tessuti compatti;
- Ambiti storici specializzati.

2. Disciplina generale. Per ogni ambito il Psc, nei paragrafi che seguono, individua obiettivi e formula indirizzi e direttive per le trasformazioni previste.
Il Poc può stabilire la possibilità di attivare, entro il proprio periodo di validità, per motivi di interesse pubblico puntualmente determinati, specifici interventi in deroga ai principi stabiliti dall’art. A-7 comma 3 della Lr 20/2000.
Il Rue regola i tipi di intervento sugli edifici e gli usi, nel rispetto degli indirizzi e delle direttive di seguito stabilite per ogni Ambito.

3. Ambito del nucleo di antica formazione

a) Obiettivi
Mantenimento del ruolo di centralità funzionale e simbolica per il territorio urbano e metropolitano, adeguando l’Ambito al mutare delle condizioni sociali e geografiche di riferimento e favorendo il miglioramento dell’abitabilità. Ciò comporta, in particolare:
- indirizzare i mutamenti d’uso degli immobili verso la residenza, i servizi e le attività compatibili;
- mantenere e qualificare l’offerta culturale e ricreativa;
- riqualificare gli spazi pubblici aperti e porticati;
- garantire la permanenza e salvaguardare la riconoscibilità di tessuti e manufatti di valore storico e testimoniale.

b) Dotazioni
Negli interventi di recupero dei cosiddetti “contenitori” storici, complessi edilizi di dimensioni significative, devono essere valutate, caso per caso, possibilità e opportunità di integrare con gli spazi per attività collettive una quota di spazi a uso abitativo.

c) Prestazioni
Il Rue deve indirizzare i mutamenti d’uso degli immobili orientandoli alla tutela e al consolidamento della residenza, anche attraverso un’adeguata e diffusa dotazione di servizi pubblici e privati di base, del commercio di prossimità, di spazi per la sosta dei veicoli. Dovrà essere normato con particolare attenzione l’uso degli spazi prospicienti i portici, allo scopo di garantire il passaggio pubblico. Per i contenitori non utilizzati o per i quali si dovessero rilevare esigenze di cambiamento della destinazione d’uso, oltre a residenza e usi pubblici connessi, si dovranno favorire attività culturali e ricreative, con attenzione alle relazioni di contesto (accessibilità e tolleranza delle implicazioni in termini di frequentazione e rumore).
La riqualificazione dello spazio pubblico, per una frequentazione ampia, tranquilla, disponibile alla compresenza dei numerosi e diversi abitanti metropolitani, con differenti tempi e modi di fruizione, oltre alla regolazione degli usi negli edifici di bordo, richiede attenzione e cura delle forme della loro occupazione, quindi delle sistemazioni a terra, della vegetazione e degli arredi. Il Rue definirà le regole di base per gli interventi di sistemazione, mentre il Poc attiverà specifici progetti riferiti a piazze, strade, sistemi di spazi pubblici.

d) Modalità di intervento
Gli interventi edilizi sugli immobili saranno normati dal Rue, anche in considerazione del tipo di tutela cui ogni immobile dovrà essere soggetto, e potranno essere di carattere esclusivamente conservativo, con la conferma dell’attuale rapporto tra volumi e spazi aperti.
In generale, gli interventi si attueranno in maniera diretta, con i titoli edilizi richiesti per ogni tipo di intervento. Interventi di carattere trasformativo potranno essere ammessi solo per interventi di interesse pubblico con specifici provvedimenti derogatori inclusi nei Poc.

4. Ambiti dei quartieri giardino

a) Obiettivi
Mantenimento e miglioramento delle attuali condizioni di qualità abitativa e ambientale, attraverso la conferma delle funzioni abitative e la salvaguardia del tessuto storico secondo il suo principio insediativo.

b) Prestazioni
La disciplina delle destinazioni d’uso dovrà prevedere la conferma e, ove necessario, l’estensione dell’uso abitativo, contenendo processi estesi di terziarizzazione e garantendo la presenza di servizi pubblici di base e del commercio di prossimità.
Gli interventi di carattere trasformativo dovranno avere un alto livello di qualità formale, con uso di linguaggi architettonici contemporanei adeguati al contesto, e operare per riqualificare gli ambienti di minor pregio, senza erodere lo spazio dei giardini e sostituendo gli edifici incongrui oggi eventualmente esistenti.
La qualificazione dello spazio pubblico dovrà essere perseguita confermando il disegno del piano ottocentesco, utilizzando congrue modalità di organizzazione dello spazio che riguardino tutte le sue componenti.

c) Modalità di intervento
Gli interventi edilizi sugli immobili, sempre diretti e prioritariamente volti alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico, saranno normati dal Rue, anche prevedendo possibilità di demolizione e ricostruzione di edifici esistenti (esclusivamente se privi di valore storico, architettonico e ambientale, e a parità di volumi fuori terra esistenti). In tal caso, andranno regolate le posizioni nel lotto dei nuovi edifici, i loro affacci e le loro altezze in modo che i nuovi interventi non contraddicano il principio dell’insediamento storico, e in particolare il rapporto nel lotto tra edificio e spazio aperto, il rapporto tra lotto e strada, la bassa densità.


5. Ambiti dei tessuti compatti

a) Obiettivi
Mantenimento e miglioramento delle attuali condizioni di qualità abitativa e ambientale, attraverso la conferma delle funzioni abitative e la loro integrazione con funzioni economiche compatibili, salvaguardando il principio insediativo storico.

b) Prestazioni
La disciplina delle destinazioni d’uso dovrà prevedere la conferma dell’uso abitativo, garantendo la presenza di servizi pubblici di base e di esercizi commerciali di prossimità, e stabilire criteri di compatibilità per l’insediamento di attività economiche di carattere direzionale e terziario.
Gli interventi di carattere trasformativo dovranno avere un alto livello di qualità formale, con uso di linguaggi architettonici contemporanei adeguati al contesto, e operare per riqualificare gli ambienti di minor pregio, anche mediante la sostituzione di edifici incongrui oggi esistenti.
La qualificazione dello spazio pubblico dovrà essere perseguita confermando il disegno del piano ottocentesco, utilizzando congrue modalità di organizzazione dello spazio che riguardino tutte le sue componenti.

c) Modalità di intervento
Gli interventi edilizi sugli immobili, sempre diretti e prioritariamente volti alla tutela e valorizzazione del patrimonio storico, saranno normati dal Rue. Eventuali demolizioni e ricostruzioni di edifici esistenti (a parità di volume fuori terra) non dovranno contraddire il principio dell’insediamento storico, in particolare il rapporto tra edificio e strada (cortina edilizia su strada).

6. Ambiti storici specializzati

a) Obiettivi
Obiettivo generale per questi Ambiti costituiti da aree, complessi edilizi e impianti concepiti per usi di interesse generale e collettivo a partire dalla metà del secolo XIX, è la conservazione delle diverse forme di preesistenza storica (tracciati, edifici e spazi aperti) mantenendone efficiente l’utilizzo attuale e, in caso di avvenuta dismissione delle attività, realizzando recuperi che prevedano un adeguato mix funzionale, incentrato sull’offerta di dotazioni e servizi.

b) Schede d’ambito
Ruolo, dotazioni e prestazioni assegnate a ogni Ambito specializzato sono specificati nelle seguenti schede.


n. 16 Complesso militare Caserma Mameli

a) Ruolo.
La Caserma conserva la propria destinazione originaria.

b) Prestazioni.
Gli eventuali interventi di adeguamento o ristrutturazione dovranno essere progettati nel rispetto dei valori storico-documentali degli edifici esistenti.


n. 17 Quartiere universitario di via Zamboni

a) Ruolo.
Il Psc accompagna la strategia del decentramento di insediamenti universitari integrati nel Territorio da strutturare con una strategia di rifunzionalizzazione delle sedi universitarie nelle aree centrali. L’obiettivo è quello di diminuire la densità dell’insediamento universitario cresciuto su se stesso per successive aggiunte, allo scopo di ridurre i fenomeni di pressione sul nucleo storico, in particolare sul suo quadrante nord-orientale.

b) Prestazioni.
Il riutilizzo degli edifici, che si renderanno disponibili con il trasferimento delle attività didattiche nelle nuove sedi, dovrà consentire una nuova offerta di servizi rivolti sia alla popolazione studentesca sia alle altre popolazioni che risiedono in questa parte di città e che la utilizzano, rompendo la caratterizzazione monofunzionale del quartiere universitario centrale.


n. 18 Complesso ospedaliero Policlinico Sant’Orsola-Malpighi

a) Ruolo.
Il Psc conferma le quote di sviluppo previste nel Prg previgente (fino a un massimo di mq  187.411 di Su) per la realizzazione del Polo cardiologico e del Polo chirurgico.

b) Dotazioni e prestazioni
Il potenziamento del complesso ospedaliero dovrà avvenire in coerenza con lo studio (giugno 2002) degli effetti sul sistema ambientale e territoriale e nel pieno rispetto degli impegni assunti nello specifico Accordo di programma per quanto concerne il sistema della mobilità e dell’accessibilità, i parcheggi pubblici e pertinenziali, gli interventi di mitigazione e compensazione tesi al miglioramento della qualità ambientale interna all’area ospedaliera, con particolare riferimento alla protezione acustica, al sistema del verde, alla laminazione delle acque meteoriche e al risparmio idrico.


n. 19 Giardini di Porta Saragozza e facoltà di Ingegneria

a) Ruolo.
L’insieme di spazi aperti ed edifici di interesse storico-architettonico (la porta e il portico, il giardino di villa Cassarini, la sede della facoltà di Ingegneria) costituisce una delle porte d’accesso alla collina, riferimento strategico per la Città della Collina.

b) Dotazioni  e prestazioni.
Dovrà realizzarsi un nuovo spazio di connessione diretta tra città storica e collina che permetta di raggiungere villa Aldini e, da lì, il parco di villa Ghigi. L’intervento di recupero della piazza della porta dovrà prevedere soluzioni che permettano l’attraversamento sicuro e prioritario per pedoni e ciclisti e l’aumento della dotazione di spazi per la sosta.


n. 20 e 21 Complesso militare S. Annunziata-Staveco, Convento di S. Michele in Bosco e Istituto ortopedico Rizzoli

a) Ruolo.
Le trasformazioni della parte di città inclusa in questo Ambito devono realizzare, nel loro insieme, una nuova porta di accesso alla collina, mediante la rifunzionalizzazione e il recupero degli edifici di interesse storico per la realizzazione di nuove attrezzature e spazi di uso collettivo, secondo le strategie della Città della Collina. Le attività consentite all’interno dell’area oltre a quelle esistenti andranno valutate in relazione alle possibili trasformazioni d’uso degli edifici vincolati, escludendo la possibilità di realizzare abitazioni.


b) Dotazioni e prestazioni.
All’interno del perimetro del complesso di S. Annunziata-StaVeCo deve essere realizzato un sistema di verde pubblico e fruibile che realizzi la connessione tra il viale Panzacchi, la via Codivilla e il parco pubblico di San Michele in Bosco e dell’Istituto Rizzoli. La quantità di verde realizzabile sarà valutata in sede di progettazione del piano attuativo in relazione agli obiettivi di tutela degli edifici e del contesto nel suo complesso; orientativamente si può considerare che avrà un’estensione pari a circa 4 ettari.
L’intervento nella zona militare dovrà conservare tutti i manufatti di interesse storico-architettonico; la demolizione di edifici e strutture incongrue dovrà consentire l’estensione del verde tra gli edifici restaurati dando luogo a un parco-tessuto integrato con testimonianze storiche. La destinazione ad usi collettivi degli edifici recuperati dovrà essere individuata rilevando i fabbisogni, da un lato, e considerando le caratteristiche tipologiche, dall’altro. L’area dovrà comunque ospitare un parcheggio pubblico a servizio del centro e della collina.
Per gli Istituti Ortopedici Rizzoli, la conferma dell’ampliamento previsto dal Prg previgente (mq 8.000 di Su) ha lo scopo di consentire la qualificazione del complesso ospedaliero, mediante il potenziamento delle attrezzature sanitarie e assistenziali, e i servizi ai degenti.


n. 22 Giardini Margherita

a) Ruolo.
Il principale giardino-parco urbano, conservando la propria destinazione, deve giocare un nuovo ruolo nel sistema degli accessi alla collina, anche mediante il collegamento con aree a sud delle quali il Psc prevede l’acquisizione all’uso pubblico.

b) Dotazioni e prestazioni.
Il nuovo ruolo comporta la ristrutturazione del sistema di relazioni tra il centro (zona di via S. Stefano, complesso del Baraccano), la piazza della porta S. Stefano, i Giardini, i terreni a sud. Oltre alla facilitazione dei collegamenti di tipo pedonale e ciclabile, dovrà essere aumentata l’offerta di parcheggi pubblici.
I Giardini dovranno essere tutelati e restaurati con attenzione alla conservazione dell’immagine storica.