Casa di Meucci dove Garibaldi trovò ospitalità (http://www.garibaldimeuccimuseum.org/)
Nel mio esilio, non ero però dimenticato
da tutti gli amici italiani: Francesco Carpanetto, che fin dal mio
arrivo in Italia nel '48 ebbe per me un'infinità di favori
e di gentilezze, aveva pensato di raccogliere tra gli amici comuni
la somma necessaria per costruire un bastimento che avrei dovuto
comandare per guadagnarmi da vivere. Quel progetto mi sorrideva:
non potendo fare nulla per svolgere la mia missione politica, almeno
avrei avuto un lavoro in grado di garantirmi l'indipendenza economica
e non sarei più stato a carico dell'uomo generoso che mi
aveva ospitato. Accettai immediatamente la proposta del mio amico
e mi apprestai a partire per gli Stati Uniti dove si doveva acquistare
il legname: verso il giugno del 1850 m'imbarcai per Gibilterra,
da li andai a Liverpool e poi a New York.
Durante la traversata fui assalito dai dolori reumatici che mi tormentarono
per quasi tutto il viaggio e non potendomi muovere fui sbarcato
come un baule a Staten Island, nel porto di New York: i dolori continuarono
per un paio di mesi, che passai in parte a Staten Island e in parte
a New York in casa del mio caro e prezioso amico Michele Pastacaldi,
dove godevo dell'amabile compagnia dell'illustre Foresti, uno dei
martiri dello Spielberg.
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