Il Consorzio Interuniversitario AlmaLaurea svolge ogni anno una rilevazione che coinvolge laureati a un anno, a tre e a cinque anni dal conseguimento del titolo di studio. Lo scopo della rilevazione è di ottenere una fotografia della condizione occupazionale dei laureati.
La popolazione di riferimento del Rapporto 2019 sulla Condizione occupazionale è complessivamente di circa 640 mila laureati. Nel dettaglio, la rilevazione ha coinvolto tutti i laureati di primo e secondo livello - magistrali biennali e magistrali a ciclo unico - del 2017 (273 mila), contattati a un anno dal termine degli studi, i laureati di secondo livello del 2015 (110 mila) e del 2013 (110 mila) contattati, rispettivamente, a tre e a cinque anni dalla laurea. Infine, due indagini specifiche hanno riguardato i laureati di primo livello del 2015 e del 2013 che non hanno proseguito la formazione universitaria (75 mila e 71 mila, rispettivamente), contattati a tre e cinque anni dalla laurea.
Le Indagini hanno coinvolto i laureati di 75 università aderenti al Consorzio.
Il Rapporto analizza le performance formative e occupaizonali dei laureati fornendo un quadro sull'andamento delle immatricolazioni, le caratteristiche socio anagrafiche degli iscritti e la loro performance negli studi e propone i dati occupazionali legati alle varie di aree disciplinari.
Una conclusione che viene proposta è che, all’aumentare del livello del titolo di studio posseduto diminuisce il rischio di restare senza occupazione. Generalmente i laureati sono in grado di reagire meglio ai mutamenti del mercato del lavoro, disponendo di strumenti culturali e professionali più adeguati.
I laureati godono infatti di vantaggi occupazionali importanti rispetto ai diplomati di scuola secondaria di secondo grado durante l’arco della vita lavorativa: nel 2018, il tasso di occupazione della fascia d’età 20-64 è pari al 78,7% tra i laureati, rispetto al 65,7% di chi è in possesso di un diploma. Inoltre, si può affermare che il premio salariale della laurea rispetto al diploma, in Italia, pur non essendo elevato come in altri Paesi europei (+52,6% per l’UE22, +66,3% per la Germania e +53,0% per la Gran Bretagna), è comunque apprezzabile e significativo.
Per approfondire, ecco il link al sito di Almalaurea una sintesi dei principali dati del rapporto 2019.
Ultimo aggiornamento: lunedì 18 novembre 2019