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Stranieri e Lavoro: presentato il Rapporto sulla situazione italiana

E’ stato presentato lo scorso 20 luglio il settimo Rapporto Annuale "Gli stranieri nel mercato del lavoro in Italia", curato dalla Direzione Generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.

Alla presenza del Ministro Giuliano Poletti, Tatiana Esposito, Direttore Generale dell'immigrazione e delle politiche di integrazione, ha presentato i dati dello studio. Le novità maggiori si concentrano soprattutto sui dati relativi alle forme di work experience, ai differenziali retributivi e al grado di soddisfazione per il lavoro svolto. I segnali maggiormente positivi riguardano invece il tasso di crescita dell’occupazione straniera, che si attesta a cifre simili a quelle dell’occupazione degli italiani. Nello specifico, l’incremento occupazionale si ferma attorno alle 19mila unità (+2,4%) per i cittadini UE, a quota 22.758 unità (+1,4%) nel caso dei cittadini non UE e 250mila (+1,2%) per gli occupati italiani.

All’interno del Rapporto si evidenziano anche altre complessità del fenomeno migratorio in Italia. Tra le numerose comunità nazionali presenti sul territorio si evidenziano infatti diverse specializzazioni settoriali e diverse percentuali di partecipazione femminile al mercato del lavoro.
Dalla rilevazione emerge come il dato sull’incidenza totale degli occupati stranieri si fermi a quota 10,5% nel 2016, ma vari a seconda dei settori economici; i picchi percentuali più alti sono toccati infatti nel settore agricolo (16,6%) e in quello delle costruzioni (17,1%).

Tanti i temi sottolineati durante la presentazione del Rapporto, tra i quali l’elevato tasso di NEET tra i giovani migranti, la loro concentrazione in settori in crisi, il rischio sovraqualificazione e la necessità di potenziare politiche che puntino sulla convergenza dell’occupazione maschile e femminile, vista la tendenza ultima ad una migrazione che coinvolge sempre più l’intero nucleo familiare. Nella lista dei maggiori investimenti da apportare figurano i temi dell’insegnamento della lingua e la necessità di un meccanismo più fluido nel riconoscimento dei titoli e delle qualifiche.

Per approfondire, consulta la sintesi del Rapporto.

 

Ultimo aggiornamento: martedì 05 settembre 2017