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Leggere....che passione!!

volete segnalare qualche libro? OK!!

recensione  a cura di Federica Sabioni

 

 

               Yann Martel 

              Vita di Pi

 

La prima cosa che mi viene in mente se penso a questo libro (vincitore del Man Booker Prize 2002) è che è strano, ma in modo positivo: è un racconto che lascia perplessi ed allo stesso tempo, dopo averlo chiuso, si ha una sensazione di serenità, di aver vissuto per un po’ in un altro mondo.

E’ anche, a mio avviso, un libro molto ironico, a cominciare dal nome del protagonista, un ragazzo di sedici anni che si chiama Piscine Molitor, come una piscina pubblica di Parigi, figlio del direttore dello zoo di una cittadina indiana, che decide di farsi chiamare Pi, visto che gli amici gli davano soprannomi poco gradevoli. 

A causa di problemi politici il padre sceglie di lasciare l’India e partire per il Canada con la famiglia e con alcuni animali che era riuscito a vendere ad un altro zoo, ma la nave affonda e Pi si trova su una scialuppa di salvataggio con una iena, una zebra, un orango, e una tigre del bengala, adulta e non del tutto addomesticata.  

E qui comincia l’avventura in mare: non è un libro di o sul mare, ma il mare è uno dei due soli elementi che faranno parte del mondo di Pi per 227 giorni ed imparerà a conoscerlo bene. 

Si nutrirà uccidendo il primo pesce e sentendosi un assassino, dovrà combattere con le tempeste, capire come catturare una tartaruga , come difendersi dagli squali e come dissetarsi pur circondato da tanta acqua. 

Fino ad arrivare ad un finale che stupisce, non in modo avventuroso o perché imprevisto, ma per l’arguzia di questo ragazzino sedicenne, che è ovviamente quella dell’autore, che dimostra una maturità ed una visione del mondo assolutamente invidiabile in una società in cui il “non logico” è visto come un nemico o peggio come qualcosa da non prendere neppure in considerazione. 

Inoltre, per chi fa subacquea, credo che considerare per una volta il mare non da dentro ma dalla superficie, rendersi conto di come lo vedono le persone che lo temono e che lo conoscono poco, possa essere utile per comprenderlo ancora di più e, forse, amarlo un po’ di più.

 

Vi consiglio di leggere attentamente nelle prime pagine la descrizione molto particolareggiata del bradipo tridattilo, nella quale riemerge l’ironia dell’autore nei confronti dell’esistenza: in verità, non è stato desiderio di tutti noi in alcuni momenti essere nati bradipo?

 


 

 

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a cura del  Subaquando Diving Club

 

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