ALLEGATO 1
INDIRIZZI GENERALI DI GOVERNO PER IL TRIENNIO 2000-2002

Le proposte contenute nella Relazione previsionale e programmatica per il prossimo triennio cercano di tradurre in impegni finanziari precisi le scelte indicate nel programma di mandato illustrato dal Sindaco nella seduta del Consiglio Comunale del 14 luglio 1999.

Tre temi sono stati indicati come prioritari e perciò sono in cima ai nostri impegni:
a) l’intervento per accrescere la sicurezza dei cittadini combattendo il diffondersi della criminalità e dell’illegalità;
b) una politica tesa al miglioramento quantitativo e qualitativo dei servizi offerti dall’Amministrazione in campo socio assistenziale, educativo e culturale con particolare riguardo alla famiglia;
c) le nuove scelte di prospettiva sui temi delle infrastrutture per la mobilità ed il traffico.

Le infrastrutture per la mobilità costituiscono un nodo irrisolto nell’assetto della città, dal cui superamento dipende la sua capacità di competere anche su scala europea.

Sulla tangenziale pensiamo a soluzioni efficaci a breve termine, ma anche alla capacità di concepire scelte originali e innovative per il futuro. Sulla stazione ferroviaria c’è l’impegno a rivedere il progetto secondo soluzioni graduali e realistiche che non creino traumi per il sistema urbano.

Il completamento ed il miglioramento della infrastrutturazione urbana prevede:
· il completamento dell’Asse dell’89 sul lato Ovest e su quello Est;
· la chiusura dello stesso asse, a Sud, attraverso il tunnel sotto la collina;
· il rilancio di un ampio piano di parcheggi;
· il miglioramento dei collegamenti tra Stazione FF.SS., Aeroporto e Fiera.

A questi temi della logistica infrastrutturale si collega il programma di riqualificazione urbana che avvia un nuovo ciclo di politica urbanistica.

I programmi di riqualificazione urbana sono intesi come strumenti sistematici di scelte di medio periodo e non come scelte occasionali e circoscritte.

Gli ambiti prioritari di riqualificazione urbana sono stati individuati soprattutto nel quartiere fieristico, nel Quadrante Nord-Ovest comprensivo delle zone del mercato ortofrutticolo, del Navile e del Lazzaretto, nella zona Est dalla stazione FF.SS. verso S. Vitale e nelle aree militari.

Ai programmi di riqualificazione sono indirizzate, in modo coordinato e programmatico, le risorse pubbliche e la spesa nel medio termine: con l’obiettivo di coinvolgere in modo trasparente e costruttivo il mondo imprenditoriale e le risorse private, secondo un moderno principio di sussidiarietà che assegna al Comune un ruolo di indirizzo e coordinamento più che comparti di diretta imprenditorialità.

Tra le nostre scelte prioritarie vi è il settore culturale, con la dovuta attenzione al miglior utilizzo dei musei, delle biblioteche e del ricco patrimonio di beni culturali di cui è dotata la nostra città. Oltre alla dovuta attenzione ad un anno straordinario, quello di Bologna 2000 capitale della cultura, intendiamo lavorare per rafforzare le istituzioni culturali e i teatri cittadini.

Verso l’Università il nostro impegno tende a creare una più compiuta integrazione con la città, sia sul piano delle sedi, con la creazione nella zona Lazzaretto-Navile di un vero polo delle facoltà scientifiche, che sull’ampliamento dei servizi, residenziali e culturali, per la popolazione studentesca.

Questa Amministrazione, contrariamente ad una rappresentazione di maniera che la vorrebbe poco sensibile ai temi della solidarietà e dei servizi sociali, intende migliorare la qualità dei servizi sociali, garantire standard di qualità in un quadro che affida sempre più all’ente pubblico il ruolo di indirizzo e di guida piuttosto di quello della gestione diretta.

Le risorse finanziarie da noi previste non consentono ad alcuna persona in buona fede di sostenere la tesi di uno smantellamento ingiustificato dei servizi senza offrire credibili alternative.

Ciò vale sia nel settore dei servizi sociali veri e propri che in quelli del sistema scolastico e formativo.

Anche in campo sportivo sono state individuate, a seguito di intensi contatti con enti e associazioni che si occupano di sport, interventi prioritari di nuovi impianti, di manutenzione e soprattutto di revisione dei sistemi di gestione degli impianti sportivi.

Nuovi compiti assegnati ai Comuni dalla legge in materia sanitaria impongono un rafforzamento del ruolo del Comune rispetto alle scelte delle direzioni sanitarie, sui temi che interessano sia i cittadini-utenti che l’Amministrazione in generale.

Una grande attenzione, infine, è riservata nelle nostre scelte al miglior funzionamento degli organi istituzionali del Comune e della macchina amministrativa nel suo complesso.

Proposte vengono compiute per la formazione e l’aggiornamento del personale, la riorganizzazione dei settori, l’ammodernamento tecnologico, l’informazione, il potenziamento del ruolo dei Quartieri.

Queste considerazioni sono, ovviamente, di carattere generale ma non generico, perché trovano un corrispettivo specifico e documentabile sia nei programmi dei singoli assessorati, che nei riscontri contabili del bilancio.

1. Più sicurezza

Oggi più che mai l’ordinata convivenza è alla base di qualsiasi ipotesi di sviluppo e programmazione delle moderne comunità locali; la prepotente richiesta di sicurezza che a tutti i livelli emerge dalla società civile non è solo il segno, pur degno di nota, di una generale percezione di insicurezza, ma anche un bisogno reale e quotidiano la cui sottovalutazione o peggio la non conoscenza è alla base dell’aumento della stessa, che innesca un circuito perverso che finisce per autoalimentarsi attraverso la commistione dei dati "percettivi" con quelli "reali".

E’ quindi in entrambi questi due campi che bisogna operare, cominciando con un’analisi degli stessi atta a diversificare gli strumenti operativi, in considerazione anche del fatto che la prevista società multietnica, di cui oggi tanto si parla, potrà avere cittadinanza solo se avrà risolto gli intrinseci problemi di sicurezza, valendo a nostro parere una equazione trascurata sino ad oggi, ovvero Sicurezza=Tolleranza.

Il concetto di sicurezza di cui parliamo, è bene sottolinearlo, non può ignorare il fatto che esiste una chiara prerogativa a favore dello Stato e dei suoi organi specifici in questo settore e quindi questo, mentre dal lato delle prerogative statali non può e non deve invadere settori non propri, dall’altro versante si esplica in modo più vasto ed articolato "invadendo" il campo di discipline o competenze che ad un’osservazione superficiale nulla in sé rilevano in ordine alla sicurezza, collocandosi così nel più ampio concetto di "vivibilità".

Il concetto di sicurezza si articola insomma in maniera trasversale e la sua caratteristica culturale è l’interdisciplinarietà.

E’ necessario quindi restituire una dimensione vivibile della città, del proprio quartiere a tutti i cittadini di Bologna, realizzando efficaci interventi sul territorio nel segno della prevenzione o meglio della dissuasione.

La nascita dell’Assessorato alla Sicurezza si colloca nell’ottica esposta e segna l’inizio di una nuova strategia, anche culturale, nell’ambito delle amministrazioni locali; questo Assessorato si caratterizza innanzitutto perché impone per la prima volta la valutazione preventiva di "Impatto sulla Sicurezza" (in analogia con l’impatto ambientale). è necessario quindi che tutti i provvedimenti dell’Amministrazione a rilevanza esterna, destinati ad incidere sul territorio, producano effetti solo se contengano già in sé una valutazione di rischio che ponga al riparo l’Amministrazione dal pericolo di divenire essa stessa fonte o concausa di "insicurezza".

Nell’ottica di una maggiore aderenza alla finalità di "riconquista del territorio" è presso i Quartieri che è utile avere strutture organizzative che siano in grado di fornire risposte concrete ed operative ai cittadini, che a questi si rivolgono per problematiche inerenti la sicurezza.

In quest’ambito si inserisce il progetto dello "Sportello Sicurezza", modulo organizzativo che si collocherà presso ogni quartiere e che partendo dalla struttura del Vigile di Quartiere vedrà al suo interno altre strutture come le "Antenne", sedi decentrate del "Giudice di Pace" (per il quale è in corso un progetto innovativo che ha suscitato l’interesse dello stesso Ministero di Grazia e Giustizia, che parteciperà direttamente alla sperimentazione), associazioni di volontariato come quella dei Pensionati delle Forze dell’Ordine, le Pattuglie Cittadine.

Questa organizzazione una volta operativa permetterà di dare risposte rapide e concrete a una gran parte dei bisogni in termini di sicurezza dei cittadini (dal monitoraggio, all’intervento del Vigile di quartiere, alla soluzione giurisdizionale di vertenze civili e prossimamente anche penali di competenza dei Giudici di Pace).

Nell’ambito della Sicurezza assolutamente strategica è l’importanza della Polizia Municipale, la quale oltre ad assumere il ruolo di interfaccia tra l’Amministrazione Comunale ed i cittadini in un rinnovato rapporto tra i due, dovrà, pur nell’ambito delle sue competenze, svolgere un ruolo di presidio della sicurezza del territorio collaborando sinergicamente con le forze dell’ordine.

In questa ottica si colloca la volontà di rendere effettiva l’organizzazione del "Vigile di Quartiere", che avrà il non facile compito di conquistarsi la fiducia del cittadino con una funzione che sia il più possibile sviluppata nell’ambito della attività di prevenzione, con una presenza costante sul territorio e con una flessibilità di impiego che assicuri tempestività ed efficacia alla sua azione.

In un mondo dominato dalla tecnologia è perfino ovvio sostenere la validità dei contributi che questa può dare nel campo della sicurezza: i moderni sistemi di "Televigilanza" costituiscono ormai un consolidato strumento di prevenzione/dissuasione, nonché di controllo delle zone a rischio che, là dove applicato, ha già dato notevoli risultati in termini di diminuzione dei fenomeni di degrado o di criminalità diffusa, oltre all’effetto non secondario di ottimizzare le risorse umane poste in campo.

L’Assessorato alla Sicurezza ha già realizzato un progetto di tal genere, che a brevissima scadenza sarà già in fase esecutiva per la zona di via Zamboni - G. Petroni - Piazza Verdi e, insieme all’apertura di un ufficio di Polizia Municipale in Piazza Verdi e all’attuazione del Vigile di Zona o di Quartiere, contribuirà notevolmente al ripristino di condizioni di vivibilità e di sicurezza accettabili nella zona.

La stessa procedura tecnologica sarà utilizzata in altre aree a rischio, oltre che per creare percorsi od "isole di sicurezza" in luoghi particolari come ad esempio per alcune pensiline per l’attesa dei mezzi pubblici, parcheggi ecc.. Accanto a questi interventi va poi considerata una speciale posta in bilancio alla voce "Riqualificazione aree urbane: interventi vari – Progetto Sicurezza" che permetterà di esperire singoli interventi sul territorio con finalità di sicurezza in collaborazione con il settore Lavori Pubblici (illuminazione, verde pubblico, arredo urbano).

Sicurezza è anche ricerca scientifica nel settore e a tal fine è già in essere una convezione con l’Università agli Studi ed in particolare con il Dipartimento di Vittimologia del Prof. Augusto Balloni che supporterà l’attività dell’Assessorato per tutto ciò che concerne la valutazione scientifica dei progetti, la collaborazione per la realizzazione di punti di ascolto offerti come servizio ai cittadini per la segnalazione di situazioni di disagio relative alla sicurezza, l’analisi e la valutazione dei dati acquisiti.

Questa convenzione è già operativa in quanto il Dipartimento del Prof. Balloni sovrintende a una ricerca già in essere ed affidata a specializzata azienda del settore (B.P.A.), che con la tecnica del "mistery shopping" compirà un completo monitoraggio del territorio comunale sotto il profilo della sicurezza.

L’Assessorato inoltre si propone come punto di riferimento diretto per le associazioni ed i comitati di cittadini che volessero non solo segnalare specifiche problematiche in tema di sicurezza, ma anche collaborare nella concreta progettazione o gestione di interventi specifici in aree ove esistono problematiche di sicurezza.

Lo stesso ruolo l’Assessorato assume nei confronti delle Forze dell’Ordine che troveranno in questo la più ampia disponibilità alla collaborazione, operativa e progettuale, nel rispetto dei ruoli di ognuno, che è indispensabile per incamminarsi sulla strada della risoluzione di tutte quelle emergenze in tema di sicurezza che oggi turbano la vita quotidiana della città.

2. Più qualità nelle politiche educative e sociali

2.1 SUSSIDIARIETÀ

I principali limiti delle politiche tradizionali di Welfare sono gli alti costi e l’eccessiva dimensione burocratica. Tali limiti sono stati presenti anche nell’esperienza di Bologna, relativamente alla fascia di servizi gestiti dagli enti locali. Il Comune, pur avendo raggiunto standard medio alti nei suoi servizi, ha difficoltà a vincere la sfida per abbassare i costi e per realizzare una maggiore flessibilità.

Ad aggravare la situazione si aggiungono fenomeni demografici quali il calo delle nascite, l’innalzamento dell’età media della vita, l’accentuata tendenza alla fuga dalla città.

E’ pertanto necessario assumere, nella guida del Comune, nuove linee capaci di favorire il cambiamento. Esse dovranno ispirarsi al principio della sussidiarietà (l’Ente pubblico affida ai privati funzioni e compiti che sono in grado di svolgere meglio, sostenendone l’impegno, nel rispetto della dignità e della libertà di ogni cittadino): l’Ente locale deve promuovere ciò che nasce dalla società ed è indirizzato all’interesse comune, svolgendo ruolo di indirizzo, di committenza e di controllo.

2.2 LA FAMIGLIA

In questo quadro un ruolo centrale è riconosciuto alla famiglia, intesa come nucleo fondamentale della nostra società. Per facilitare la costituzione di nuove famiglie ed offrire loro i mezzi necessari ad esercitare la propria responsabilità si intende potenziare la riduzione di sgravi fiscali, incrementare interventi quali lo sconto sulla prima casa per le famiglie con figli minori di 18 anni, rendere più efficace la distribuzione dei prestiti sull’onore a giovani coppie che intendono acquistare la prima casa, offrendo loro la possibilità di contrarre un mutuo, con una banca convenzionata con il Comune di Bologna, con interessi a carico dell’Amministrazione stessa.

Tutela della famiglia significa anche revisione della politica verso l’infanzia. A tal fine ci si impegna a rendere più efficace l’azione svolta da, almeno, quattro diversi tipi di sostegno:
· Prestiti sull’onore nella forma non di erogazione, ma di prestito che consenta alla famiglia di fronteggiare difficoltà contingenti che impediscono di far fronte ad impegni di maternità/paternità e, più complessivamente, di genitorialità;
· Progetto "Un anno in famiglia" volto al sostegno alla maternità e alla genitorialità, mediante l’integrazione al reddito per le madri ed i padri interessati ad usufruire dell’aspettativa facoltativa al lavoro dopo la nascita di un figlio;
· Reddito di inserimento per il sostegno della maternità e della paternità, per la costituzione di percorsi personalizzati di acquisizione dell’autonomia abitativa, occupazionale e sociale delle donne in attesa di un figlio e delle madri e dei padri soli con una ricaduta concreta rispetto alle loro capacità di poter serenamente vivere la propria dimensione di genitori;
· Riduzione delle tariffe scolastiche per famiglie con più di due figli che usufruiscono del servizio.

In questo contesto, ruolo fondamentale di supporto, di informazione e di consulenza è offerto dal Centro per le Famiglie che, a partire dal 2000, avvierà anche la sperimentazione di forme di domiciliarità a sostegno ed aiuto delle famiglie che intendano richiedere l’accesso al progetto "Un anno in famiglia".

Per garantite le condizioni di una scelta libera ed autonoma della maternità e la crescita serena di bambini/e si sta avviando la costituzione di un Comitato per la tutela dei diritti dell’infanzia composto da genitori, operatori sociali, insegnanti e volontari; in tal senso vanno anche incoraggiate le iniziative di autogestione dei servizi delle realtà sociali e delle associazioni familiari.

Famiglia - Budget 2000

Prestito casa giovani coppie

400 ml.

 

Prestito sull’onore per le famiglie

150 ml. (+50ml.)

 

Un anno in famiglia (L. 1204)

700 ml.

50 ml.

bilancio

L. 285/97

Reddito inserimento maternità

200 ml.

600 ml.

bilancio

L. 285/97

2.3 LA SCUOLA

Importanti e delicati mutamenti stanno interessando il mondo della scuola. Un rilevante contributo è chiamata a fornire questa Amministrazione per garantire l’attuazione al meglio delle riforme nazionali e per avviare un processo innovativo, nel senso di un maggior coinvolgimento gestionale delle famiglie e del volontariato e ponendo le condizioni necessarie a garantire un effettivo rispetto della libertà all’educazione delle famiglie. L’articolato processo di innovazione dei servizi scolastici ed educativi prevede interventi rivolti innanzitutto ai seguenti aspetti:

A) Miglioramento dell’offerta dei servizi

L’offerta di servizi all’infanzia e di luoghi educativi adeguati alle nuove esigenze della famiglia e proporzionati alle differenti disponibilità economiche degli utenti sono tra gli aspetti più urgenti di risposta.

Già da qualche anno era stato previsto un incremento demografico e quindi preannunciato il conseguente aumento delle richieste di ammissione alla scuola dell’infanzia. L’obiettivo del 2000 è quello di ridurre il più possibile le liste d’attesa nelle scuole materne attraverso l’apertura di nuove sezioni: 3 comunali e almeno 6 statali (arredi: 170 milioni; manutenzione leggera: 100 milioni; ristrutturazione edilizia scolastica: 2 miliardi) e la disponibilità, da parte delle scuole all’infanzia convenzionate (FISM), ad ampliare la loro offerta.

Un concreto sostegno alle famiglie si intende offrirlo mediante il riassetto tariffario dei servizi alla prima infanzia e mettendo a disposizione dei cittadini differenti e più personalizzate tipologie di servizi per l’infanzia (educatrici familiari).

B) Qualificazione del sistema scolastico

Per offrire un miglioramento qualitativo dei servizi educativi si attiveranno, insieme alle disposizioni nazionali in ordine alla gratuità dei libri di testo per la scuola dell’obbligo, numerosi progetti, in ambiti differenziati, dei quali si segnalano:
· Potenziamento della formazione tecnica offerta dall’Istituto Aldini Valeriani-Sirani, nella nuova configurazione della Casa comune dell’Istruzione Superiore Comunale, affinché esso possa divenire luogo trainante di formazione e sappia promuovere una cultura professionale, coordinata con lo sviluppo del sistema delle imprese locali per la realizzazione congiunta di iniziative formative specifiche, promuovendo l’imprenditorialità ed il lavoro autonomo, in ciò confermando la vocazione di vero e proprio distretto tecnologico interpretato nel corso di oltre 150 anni di vita legata alla Regione come autentica scuola-industria;
· Ampliamento dell’offerta formativa alla scuola dell’infanzia e attivazione di progetti specifici di qualificazione (prosecuzione del Progetto 5);
· Qualificazione del sistema di offerta del servizio scolastico cittadino delle scuole dell’infanzia attraverso il progetto della unificazione delle iscrizioni nelle scuole comunali e statali;
· Carta per la tutela dei "diritti dell’infanzia", per offrire una prima opportunità per l’apertura di un confronto più allargato in prima istanza con gli altri settori dell’Amministrazione e successivamente con associazioni, gruppi di genitori e altre forze sociali;
· Consolidamento delle iniziative delle Aule Didattiche allestite all’interno di istituzioni museali e culturali cittadine, in un rapporto di confermata e stretta collaborazione con l’Università (Musei Universitari);
· Interventi per lo sviluppo della didattica con le nuove tecnologie multimediali in rete in ambito formativo scolastico ed extrascolastico. Incremento della produzione e della gestione di corsi di formazione e di alfabetizzazione informatica (M.E.D.I.A.), anche diretti verso strati di cittadini e giovani, in collaborazione con i Quartieri e le Associazioni.

C) Integrazione scolastica

Meritano particolare rilevanza i progetti in cui è a tema l’integrazione dei bambini stranieri. I bambini provenienti da paesi extracomunitari, che in numero ogni giorno crescente vengono accolti nelle scuole del comune di Bologna, necessitano in primis di alfabetizzazione, la quale risulta essere insufficiente se non è accompagnata da un fattivo inserimento del bambino nel nuovo contesto sociale in cui si trova a vivere.

Allo scopo di favorire l’educazione interculturale e l’inserimento degli allievi migranti e nomadi e delle loro famiglie nella nostra città si intende potenziare il ruolo di informazione, di consulenza e di formazione svolto dal Laboratorio di Educazione Interculturale (CD/LEI), in collaborazione con il volontariato espresso anche dagli insegnanti in pensione che offrono gratuitamente il loro tempo. Si sta elaborando un importante progetto (progetto Arcobaleno) finalizzato a:
- facilitare l’accesso ai servizi all’infanzia;
- attivare i servizi di mediazione linguistico-culturale durante le fasi di iscrizione e di inserimento nei servizi per l’infanzia;
- produrre sussidi didattici per favorire l’integrazione scolastica (calendari, vocabolari multiculturali);
- attivare corsi specifici nella scuola dell’infanzia;
- corsi di formazione e aggiornamento del personale comunale sulle tematiche interculturali.

Si collabora alla realizzazione di progetti in collaborazione con l’ISI, il Polo Interetnico, la Provincia, i Quartieri e le Associazioni di volontariato.

Anche l’integrazione scolastica degli allievi con handicap riteniamo sia un obiettivo prioritario di questa Amministrazione, la quale vuole favorire progetti volti a tali finalità.

D) Edilizia scolastica

Le strutture edilizie costituiscono elemento fondamentale ed integrante del sistema educativo e scolastico. Tali edifici appartengono ad epoche storiche molto diverse e, molti di essi, per peculiarità proprie necessitano di una sostanziale opera di ristrutturazione sia per continuare ad essere utilizzati, sia per essere messi a norma.

Compatibilmente con le risorse assegnate si intende provvedere, secondo le priorità segnalate dagli uffici di competenza, a ristrutturare gli edifici scolastici che ne hanno necessità e ad avviare la messa a norma di tutti gli edifici scolastici, secondo la legislazione (vedi tabella seguente).

Al fine di dare una risposta più adeguata e definitiva alla crescente richiesta di nuovi posti presso le scuole materne, si intende reperire nuove aree destinate dal vigente PRG a "zone per attrezzature scolastiche" per poter valutare l’opportunità di edificare nuovi stabili sia da parte del pubblico, sia da parte di privati convenzionati.

Piano poliennale dei lavori pubblici e degli investimenti 2000-2002
PROGETTO / INVESTIMENTI / INTERVENTI

Nidi d'infanzia

Scuole infanzia

Scuole elementari

Scuole medie inferiori

Aldini Valeriani - Sirani

Università

Totale

Settore Istruzione e Sport

3.350

3.000

2.500

1.388

10.238

Borgo Panigale

500

500

Navile

600

600

Porto

250

1.700

1.950

Reno

2.560

2.560

San Donato

1.000

520

1.520

Santo Stefano

350

900

1.250

San Vitale

5.000

5.000

Saragozza

3.000

2.000

5.000

Savena

2.700

500

710

3.910

Totale

4.800

12.480

8.360

3.000

2.500

1.388

32.528

E) Diritto allo studio

Si intende favorire la libertà di scelta delle famiglie attraverso gli assegni di studio destinati ai nuclei familiari meno abbienti previsti dalla L.R. 10/99, consentendo di superare gli ostacoli di carattere economico, che molto spesso condizionano l’azione in questo campo.

2.4 ANZIANI

Pensiamo ad un programma di sostegno e di incentivi alle famiglie, per il mantenimento e le cure, presso le famiglie stesse, delle persone anziane, disagiate e non autosufficienti, anche mediante l’apporto di operatori, volontari e professionali della società civile.

Di tutto rilievo appare lo sviluppo di una fondazione "Dopo di Noi", per il proseguimento di cure e di assistenza alle gravi disabilità, venendo meno il supporto familiare. In questa ottica si deve ripensare alla funzione e agli obiettivi delle "Opere pie" attive in città, che fanno riferimento direttamente all’Amministrazione.

Nella fascia degli anziani si inseriscono due tipologie distinte: le persone ancora attive sul piano delle capacità lavorative e quelle bisognose di assistenza. Alle prime bisogna offrire occasioni di attività socialmente utili nel settore dell’assistenza, della promozione culturale, della sicurezza, del tempo libero; alle seconde occorre offrire strutture residenziali adeguate. Bologna, con i suoi 145 posti in Residenza sanitaria assistita, è il fanalino di coda nel panorama regionale.

Certamente va favorita la tendenza a rendere disponibili posti letto presso case protette mediante convenzioni con associazioni di volontariato e aziende private specializzate; ma sono necessarie anche nuove strutture.

In un’ottica sperimentale il Comune sosterrà iniziative di integrazione residenziale tra giovani coppie ed anziani, al fine di promuovere fattive forme di assistenza e solidarietà; oppure lo sviluppo di mini alloggi che possono essere ceduti in proprietà o in gestione diretta agli utilizzatori, assicurando nel contempo i servizi comuni e l’assistenza alla persona.

Per questo i programmi che stiamo sviluppando sono i seguenti:

A) Progetto accreditamento

Nel 2000 il Comune intende sperimentare l’erogazione ai cittadini di buoni servizio per prestazione di assistenza domiciliare. Gli obiettivi principali sono due:
· consentire ai cittadini di scegliere tra assistenza del servizio pubblico e assistenza di soggetti privati accreditati dal Comune. Durante la sperimentazione l’accreditamento sarà riservato ai soggetti non-profit;
· estendere l’offerta di servizi di qualità ora quasi esclusivamente assicurati dai servizi di assistenza domiciliare del Comune.

B) Progetto assistenza domiciliare integrata

Nel 2000 d’intesa con l’azienda USL il Comune rilancerà il servizio di assistenza domiciliare integrata con l’obiettivo di facilitare l’accesso alle persone anziane con gravi problemi di salute, assicurando la presa in carico del paziente entro 24 ore e il coinvolgimento del medico di famiglia.

Per semplificare l’organizzazione del servizio stiamo studiando l’opportunità di costituire un unico servizio cittadino di assistenza domiciliare per almeno 740 persone.

C) Progetto Strutture Protette

Nel 2000 verrà significativamente potenziata la rete di case Protette e di RSA presenti a Bologna. IL numero di posti in RSA raggiungerà lo standard proposto dalla regione pari allo 0,8% degli anziani ultra 75enni. Il progetto prevede di realizzare preferibilmente i moduli di RSA in strutture funzionanti come casa protetta per rendere più flessibile l’assistenza e ridurre i disagi per l’anziano non autosufficiente.

D) Progetto per la promozione di un ruolo attivo degli anziani nella città.

A Bologna gli anziani sono attivi e costituiscono una risorsa per l’umanità; bisogna promuovere attivamente tale ricchezza, coordinando le realtà che rappresentano gli interessi culturali e sociali delle persone anziane. Dalle proposte di queste realtà il Comune darà vita ad un vero e proprio piano di attività promozionali.

Sintesi degli obbiettivi da realizzare:

AUTOSUFFICIENTI
- EDUCAZIONE SANITARIA IN GENERALE E SPECIFICA ORIENTATA ALLA PREVENZIONE SECONDARIA DELLE MALATTIE DELLA TERZA ETÀ;
- CORSI DI GINNASTICA;
- CORSI DI DIETETICA;
- CORSI DI NEOALFABETIZZAZIONE (SPECIE TECNOLOGICA);
- ORIENTAMENTI ALL’INTEGRAZIONE NEI CONFRONTI DELLA FAMIGLIA, DEI GIOVANI, DELLE ASSOCIAZIONI DI VOLONTARIATO, DEGLI ALTRI ANZIANI E DEGLI IMMIGRATI;
- ELABORAZIONE DI PROGRAMMI OCCUPAZIONALI;
- IMPEGNO CIVILE PER L’OTTENIMENTO LEGISLATIVO DEL "PENSIONAMENTO PROGRESSIVO";
- COINVOLGIMENTO PER I PROGRAMMI DI IMPEGNO CIVICO (PER ES. NONNI CIVICI) IN COLLABORAZIONE CON LE OO.SS.

NON AUTOSUFFICIENTI
- MASSIMO SOSTEGNO POSSIBILE (ECONOMICO E DI SERVIZI) ALLE FAMIGLIE;
- MAGGIORE CONTROLLO DELLE CASE DI RIPOSO;

- POTENZIAMENTO DELLE STRUTTURE DELLE CASE PROTETTE E DELLE RSA;
- POTENZIAMENTO DEI PROGRAMMI D’ASSISTENZA DOMICILIARE;
- POTENZIAMENTO DELLE STRUTTURE E DEI PROGRAMMI DI RIEDUCAZIONE PRESSO LE STRUTTURE RESIDENZIALI E PRESSO IL DOMICILIO.

2.5 DISABILI

Al fine di programmare una rete di servizi integrati in grado di rispondere al meglio ai mutevoli e diversificati bisogni delle persone disabili è necessario effettuare una puntuale lettura dei medesimi attraverso un censimento quali-quantitativo di tutti i cittadini adulti disabili residenti nel territorio.

Appare anche necessario definire un raccordo permanente delle varie funzioni dell’Amministrazione comunale su questo tema con l’attivazione di una agenzia per disabili, che abbia l’obiettivo di elevare lo standard qualitativo delle prestazioni erogate e di monitorare in modo permanente l’efficacia degli interventi. Per questo progetto il Comune intende rendere più coordinata e incisiva la politica a favore delle persone disabili per la tutela della dignità di questi cittadini. La struttura organizzativa cui verrà demandato tale compito si chiamerà agenzia per i disabili.

Nel 2000 si darà vita alle prime attività dell’agenzia:
- Centro informazione ed orientamento disabili;
- Servizio di aiuto alla persona;
- Censimento dei bisogni delle persone disabili;
- Commissione interassessorile per il coordinamento delle politiche a favore dei disabili.

Altri progetti in fase attuativa:
· Costruire un "fondo per emergenza handicap" che permetta di dare risposte immediate alle famiglie in grave difficoltà;
· Predisporre un sistema funzionale di assistenza domiciliare integrata: come per l’area anziani il Comune intende sviluppare il servizio sia in termini quantitativi che qualitativi; un obiettivo di fondo sarà l’introduzione di un sistema di accreditamento e, se possibile, l’erogazione di buoni servizio;
· Strutture protette per residenti: attraverso il Piano poliennale degli investimenti 2000-2002 il Comune si sta impegnando per il potenziamento della rete di strutture socio-riabilitative diurne e residenziali e per la messa in opera di appartamenti dedicati. Contemporaneamente il Comune sosterrà l’iniziativa dell’associazionismo tesa a dar vita alla fondazione "Dopo di Noi", che avrà la finalità di garantire ai genitori di persone handicappate una piena tutela del loro figlio anche dopo il loro decesso;
· Dare attuazione agli accordi di programma con il Provveditore agli studi ed altri enti sul tema di un reale diritto allo studio;
· Attuare iniziative concrete per l’avviamento lavorativo e per l’assistenza nello svolgimento delle funzioni professionali;
· Potenziare gli interventi a favore della mobilità e dei trasporti, per il superamento sempre più marcato delle barriere architettoniche;
· Promuovere iniziative, anche con il coinvolgimento di privati, per organizzare una rete di residenze ad uso dei disabili;
· Incentivare l’inserimento dei disabili nel mondo dello sport, della cultura e del tempo libero.

2.6 LOTTA CONTRO LA DROGA

Tra le politiche sociali un ruolo centrale assume la lotta all’emergenza-droga. Occorre intervenire a diversi livelli, tenendo ben chiaro un principio: la droga è un nemico da combattere; vi è in primo luogo una dimensione criminale del fenomeno la cui repressione spetta alle forze dell’ordine e alla magistratura; ma rispetto alla quale noi, come amministrazione locale, possiamo assumere diverse iniziative concrete per combattere e prevenire il fenomeno dello spaccio. In secondo luogo l’Amministrazione Comunale deve attivare una efficace azione di prevenzione, in collaborazione con le associazioni del volontariato e il mondo della scuola e dell’Università. Infine, i programmi di recupero devono fondarsi sulla pari dignità tra le strutture pubbliche dei SERT, le comunità terapeutiche e il volontariato.

Per questo i nostri obiettivi sono:
· Creazione di due centri notturni chiamati "Ricovero della Solidarietà" (Via del Gomito, Via Lazzaretto e, se possibile, a Casteldebole), che ha come obiettivo l’offerta di un riparo notturno, servizi primari (doccia, lavaggio indumenti, ecc..), come alternativa alla strada con la possibilità di forte collegamento con strutture idonee (servizi pubblici o convenzionati) finalizzate al recupero;
· Creazione Centro Diurno bassa soglia, che ha come obiettivo l’accoglienza di tossicodipendenti attivi di strada offrendo loro uno spazio sia per i servizi primari (doccia, pasto caldo, lavaggio indumenti, ecc..) aperto tutti i giorni sostenendo ed aiutando attraverso varie attività di diverso tipo (artistico-espressivo, gruppi tematici condotti con operatori su temi specifici finalizzati ad un autoresponsabilizzazione affrontando i vari problemi), intervenendo sul disagio e sull’emarginazione;
· Mantenimento e potenziamento del progetto per persone tossicodipendenti senza fissa dimora e non comunitari clandestini senza titolo per accedere ai servizi territoriali. Attraverso l’accoglienza fatta dagli "Street Workers" viene loro consentito l’accesso in strutture sanitarie e sociali con l’offerta:
a) rientro in patria per i cittadini extracomunitari;
b) rientro nella propria città d’origine per gli italiani:
·  Progetto Famiglie, offrendo consulenza orientamento e sostegno per familiari di giovani in difficoltà a causa della droga;
· Laboratori Creativi di prevenzione: prevenzione rivolta ad adolescenti in età scolare e ai frequentatori di discoteche rispetto al consumo delle "nuove droghe". Il progetto si propone il coinvolgimento delle scuole, dei gestori dei locali notturni in rapporto con gli "Operatori della Notte" in modo da rendere l’azione comune più efficace, prevenendo monitorando ed agendo sulle situazioni a rischio.

I principali obiettivi sono:
a) migliorare la qualità della vita;
b) l’informazione-formazione degli adulti di riferimento ai giovani creando dei gruppi di lavoro nella scuola.
c) aggancio e avvio alla relazione con i gruppi informali sul territorio e invio-collegamento con i servizi preposti sul territorio.

2.7 IMMIGRATI

Il problema dell’immigrazione va affrontato in modo propositivo: Bologna è una città tradizionalmente ospitale e non ha mai respinto coloro che hanno mostrato una seria volontà di lavoro e di integrazione. Ma l’ospitalità non può essere confusa con l’accettazione passiva della criminalità. La nostra posizione resta quella della condanna di ogni atto di illegalità compiuto nella nostra città, a prescindere dal colore della pelle o dalla nazionalità di chi lo abbia compiuto. E’ un dato di fatto che nella comunità di extracomunitari ospiti della nostra città vi sia una percentuale maggiore di piccole o grandi illegalità e questo è dovuto principalmente all’oggettivo stato di disagio in cui molti di loro si trovano. Tali fenomeni vanno contrastati e colpiti in modo efficace.

In primo luogo portando la legalità nei servizi di supporto e accoglienza.

Va ripensato il ruolo dell’ISI (Istituzione Servizi Immigrazione) e agli immigrati che dimostrino volontà di integrazione nella realtà bolognese vanno offerte adeguate opportunità di inserimento.

Si tratta di definire con le comunità di immigrati un vero contratto di cittadinanza. E’ opportuno costituire un tavolo unico con queste comunità e con i loro organismi rappresentativi, al fine di combattere i fenomeni degenerativi e favorire l’integrazione socio-culturale degli immigrati.

2.8 SANITÀ

I servizi legati alla salute dei cittadini bolognesi attraversano una difficile condizione di crisi.

Il Sindaco ha diretta responsabilità e deve essere interlocutore autorevole delle scelte compiute nelle diverse sedi istituzionali a partire dalla Regione.

L’attuale assetto ospedaliero va riorganizzato in chiave moderna, con investimenti nell’alta tecnologia, prevedendo uno stretto legame tra Tecnologia, Ospedale e Territorio con una organizzazione dipartimentale che coordini l’erogazione dei servizi. Con la stessa logica va individuato a livello cittadino un ospedale di eccellenza dove si possa svolgere anche attività di insegnamento. Parimenti dovrà essere organizzato il territorio in due distretti, con servizi efficienti ed integrati in sedi di facile accesso. Ai fini di un processo organico e di razionalizzazione della spesa sanitaria dovrà essere potenziato il ruolo e l’intervento dei medici di base: ciò porterà ad una riduzione significativa degli accessi al pronto soccorso ospedaliero e ad una corretta qualificazione professionale.

Oggi il cittadino-utente occupa un ruolo marginale e subisce tutti gli effetti dell’inefficienza senza alcuna possibilità di far sentire la sua voce. Ai cittadini vanno invece assicurati:
·  una risposta efficace ed efficiente anche in condizioni di emergenza;
·  accoglienza in ambienti adeguati nel rispetto della dignità e della privacy;
·  la corretta informazione sulle modalità di accesso ai servizi;
·  la possibilità di partecipare attivamente al miglioramento della qualità assistenziale.

Largamente insoddisfacente è la condizione operativa dei medici di base, che si trovano isolati rispetto alle logiche delle strutture ospedaliere, e che vedono sempre più burocratizzato il loro rapporto con gli uffici dell’AUSL; infatti l’efficienza deve essere conseguita nel territorio e nel rapporto con i medici di Medicina Generale.

Pertanto il territorio non solo deve essere organizzato in due distretti, ma deve essere potenziato con strutture dedicate a svolgere compiti di supporto all’ospedale come ad esempio centri di riabilitazione, assistenza domiciliare ed Hospice.

Il potenziamento del ruolo del medico di base deve permettere il dialogo con il medico ospedaliero, e la predisposizione di protocolli diagnostici/terapeutici, che sono il valore aggiunto del miglioramento qualitativo dell’assistenza al cittadino.

Altro aspetto qualificante assistenziale è quello di potenziare, assieme all’integrazione ospedale/territorio, anche il modello di ospedale in rete, dove l’interscambio costante tra strutture che curano il paziente acuto e quelle che gestiscono la riabilitazione e le altre strutture sul territorio di supporto al malato (come la lungodegenza, i centri di salute mentale), vanno a realizzare un processo di miglioramento complessivo dell’assistenza.

3. Più infrastrutture

3.1 LE POLITICHE URBANE

Dal punto di vista delle politiche urbane, si tratta di porre mano con la necessaria prudenza e in un clima di confronto aperto e costruttivo, ad una revisione del quadro di sviluppo urbanistico della città.

E’ un quadro che in passato ha subito accelerazioni eccessive, ad esempio sul tema della Stazione e delle aree F.S..

Questa revisione degli assetti va inquadrata anche nello scenario di prospettiva della città metropolitana.

E’ a quella scala infatti che bisognerà cercare di lavorare.

Per città metropolitana intendiamo il cuore autentico del sistema territoriale più ampio, e cioè Bologna ed i comuni della cintura, Bologna ed il suo hinterland immediato.

Molto dipenderà dai rapporti di fattiva collaborazione che speriamo si realizzino con la Provincia e con i comuni limitrofi.

3.2 IL CENTRO STORICO

Fu merito del Comune di Bologna l’approvazione, negli anni ’60, di un piano per la tutela del centro storico che valorizzava le emergenze culturali e ambientali di un tessuto urbano di origine medievale che costituisce un unico urbanistico di valore mondiale. Il piano ebbe il merito di salvare il centro dalla modernizzazione selvaggia e speculativa, ponendo per la prima volta in Italia l’attenzione sui valori propri della conservazione e tutela dei beni ambientali.

Dopo la salvaguardia, però, si è lungamente oscillato tra una politica di abbandono (a parte gli straordinari interventi di recupero in zone degradate quali San Leonardo, Santa Caterina, Sant’Apollonia) e la resa ad una terziarizzazione crescente ed incontenibile che ha trasformato il tessuto ed il volto della città, espellendo i residenti tradizionali, le piccole botteghe e quel tessuto di funzioni urbane integrate che ne costituivano la massima ricchezza e generando la massa delle nuove povertà giovanili ed anziane. In un contesto del genere, la chiusura al traffico tra fioriere e linee gialle e blu, è stata di fatto impossibile.

E’ dunque necessario elaborare un nuovo piano che avrà come asse portante il decentramento di funzioni terziarie ingombranti, la riurbanizzazione di tipo residenziale, la rivitalizzazione di aree integrate, la riqualificazione delle piazze di accesso alla città attorno alle porte storiche.

3.3 LE INFRASTRUTTURE PER LA CITTÀ

Vi sono nodi irrisolti nell’assetto della città, dal cui superamento dipenderanno la sua capacità di competere, i suoi livelli di efficienza, le sue possibilità di relazione.

Due questioni emergono fra le altre: la Tangenziale ed il nodo ferroviario, con la Stazione.

Sulla Tangenziale occorre pensare a soluzioni efficaci a breve termine. E’ anche essenziale non dimenticare la prospettiva, e cioè la capacità di concepire soluzioni organiche e innovative, capaci di dare risposte di alto profilo, in un rapporto trasparente con Società Autostrade e con gli Enti Pubblici interessati.

Su questo tema torna centrale il rapporto con altre realtà dell’amministrazione locale, in particolare in questo caso la Regione.

Confermiamo qui tutto il nostro impegno ad aprire una nuova stagione di confronto per affrontare al meglio la dimensione regionale dei problemi della nostra città.

Gli stessi temi si incontrano su un nodo altrettanto cruciale per Bologna: la Stazione.

La nuova Amministrazione metterà in campo tutte le proprie capacità per selezionare quello che merita di essere confermato del percorso sin qui seguito, ma anche per decidere quello che merita di essere cambiato.

Siamo contro le soluzioni che sanno di gigantismo e siamo invece favorevoli a soluzioni mirate, realizzazione con gradualità e senza traumi per il sistema urbano.

Per il trasporto pubblico urbano sono state poste le premesse di un rilancio, anche attraverso la prevista realizzazione della "tramvia", per la quale è stato ottenuto un finanziamento nell'ambito della legge 211/92; peraltro, in considerazione delle problematiche sollevate dalla Soprintendenza, nonché delle prescrizioni formulate in sede di Commissione ministeriale, il progetto dovrà essere riesaminato secondo gli indirizzi in corso di definizione con un apposito studio.

Occorre inoltre mettere mano al completamento ed al miglioramento della infrastrutturazione urbana, ed in particolare:
· il completamento dell'asse dell'89 sul lato Ovest e sul lato Est;
· la chiusura dello stesso asse sul lato Sud, attraverso il tunnel sotto la collina;
· il miglioramento della percorribilità dei viali di circonvallazione, a partire dalla risoluzione del nodo della Stazione FS (viale Pietramellara, Piazza XX Settembre, Ponte Matteotti);
· la realizzazione delle infrastrutture (viabilità e parcheggi) necessarie per accedere alla Stazione AV dalla Tangenziale;
· la viabilità, anche al fine di verificare le condizioni di sicurezza, ed i parcheggi di supporto al trasporto pubblico;
· un collegamento di trasporto pubblico di elevata qualità tra la Stazione FS e l'Aeroporto.

Per queste opere andranno predisposti opportuni studi sulla fattibilità tecnica e le modalità di finanziamento, al fine di pervenire alla definizione di una scala di priorità e di un programma di attuazione realistico.

A noi sembra anche di fondamentale importanza la realizzazione di un asse di collegamento rapido a sud del centro storico che metta in collegamento diretto tra di loro le direttrici di scorrimento esistenti nelle valli del Savena e del Reno, in modo da chiudere l’anello della grande viabilità attorno a Bologna.

3.4 IL QUADRANTE NORD ED IL QUARTIERE FIERISTICO

Nell’insieme delle questioni urbane emerge uno scenario a cui va dedicata particolare attenzione nel Quadrante Nord ed in particolare il Quadrante Fieristico.

Questa parte così importante della città, che ruota intorno alla Fiera ed alla Stazione, soffre, nello stesso tempo, di un eccesso di offerta potenziale, di una crisi logistica evidente e di un ritardo nei supporti infrastrutturali, oltre che di un crescente declino della qualità ambientale urbana.

In un confronto costruttivo con il mondo imprenditoriale l’offerta va qualificata, e sostenuta con programmi selettivi.

Dal punto di vista infrastrutturale oltre alle risposte autostradali mirate già in previsione occorre pensare a soluzioni specifiche per migliorare i livelli di accessibilità e di mobilità, anche utilizzando tecnologie avanzate per garantire, ad esempio, servizi navetta verso la Stazione, il Centro Storico, la Città Universitaria, il sistema dei parcheggi a sua volta da potenziare e la mobilità interna alle stesse strutture della Fiera, nella ricerca dei più alti livelli di integrazione.

Sotto il profilo ambientale occorre uno sforzo particolare per il disegno del verde urbano, per una riqualificazione-riconversione del sistema dei servizi, per il controllo degli impatti.

Quella che intendiamo proporre è in sostanza una grande operazione di riqualificazione urbana, un’operazione condivisa e costruita su una convergenza intelligente di risorse pubbliche e di risorse private.

4. Più mobilità

4.1 PER UNA NUOVA CULTURA DELLA MOBILITÀ

Anche in questo settore dovremo saper combinare sapientemente politiche a breve e politiche a medio e lungo termine, politiche di sviluppo e investimento e politiche di tutela dell’ambiente e della salute.

In primo luogo, pur confermando come obiettivo primario degli interventi sulla mobilità l'ottenimento di una ripartizione dell'utenza tra mezzo pubblico e mezzo privato più favorevole al primo, occorre prendere atto che il metodo fin qui adottato per raggiungere tale riequilibrio modale non è stato efficace.

Nel lungo termine a questo proposito sarà decisiva la tramvia; la revisione del progetto dovrà verificare che essa abbia le caratteristiche necessarie a provocare tale travaso di utenza.

Nel breve termine sarà invece necessario abbandonare il metodo, fin qui seguito, della "sottrazione" di spazi fisici ed operativi al traffico privato a favore del mezzo pubblico, e rifarsi alle esperienze delle città europee, delle dimensioni dell’area bolognese, considerate le più evolute sotto l’aspetto della gestione della mobilità; in tali città il riequilibrio modale si è ottenuto operando su tutti i modi di spostamento, offrendo ai cittadini reali possibilità di scelta, favorendo in modo selettivo i diversi mezzi in relazione alla loro sostenibilità ambientale, economica e funzionale nei diversi settori della città.

Nell'immediato si procederà pertanto alla individuazione dei punti di crisi e, secondo i concetti di base sopra descritti, dei modi per affrontarli, tenendo prioritariamente conto delle esigenze di sicurezza e di compatibilità ambientale.

Nel breve termine si dovrà procedere alla individuazione dei "punti neri" della circolazione.

Per la loro individuazione è opportuno sollecitare la collaborazione dei cittadini, che nei quartieri possono far pervenire segnalazioni e suggerimenti in merito agli inconvenienti di cui sono più spesso testimoni.

Dall’incontro tra le segnalazioni dei cittadini e le valutazioni degli esperti può nascere un programma di interventi urgenti, attuabili in tempi brevi ed a costo limitato.

Nel medio termine sono necessari interventi più significativi, come una rete di parcheggi, da realizzare soprattutto in regime di project financing.

In particolare, come sottolineato nell’Allegato 3, il ricorso al finanziamento privato di progetti si dovrà articolare sulla base di quanto previsto dalla legge Merloni T.U. al fine di valutare proposte per la realizzazione di parcheggi pubblici (quali quelli di Ex Manifattura, Staveco e potenziamento parcheggio Michelino) e di parcheggi privati pertinenziali su aree pubbliche (quali quelli a suo tempo previsti dal PUP, opportunamente integrati con localizzazioni preventivamente vagliate dalla Soprintendenza per i Beni ambientali).

Nel lungo termine - un lungo che non deve però portarci troppo lontano nel tempo - si tratta di riorganizzare in profondità l’intero sistema del trasporto e della logistica urbana.

Servizio ferroviario di bacino e rete delle tramvie sono poi due temi che vanno analizzati in maniera integrata, che comportano una grande capacità di gestione progettuale e che chiamano in causa anche ruoli e responsabilità dell’Azienda Trasporti.

Va recuperato l’impegno per la realizzazione di nuove zone pedonali, delle piste ciclabili, dell’arredo urbano: temi importanti anche per le politiche della mobilità. Bisogna essere capaci di trovare con pazienza soluzioni appropriate e realistiche.

Infine va pensata la riorganizzazione del corpo di Polizia municipale, che comprenda uno sforzo particolare per una nuova formazione dei vigili urbani, affinché essi siano sempre più in grado di offrire risposte ai nuovi bisogni dei cittadini.

4.2 L’AMBIENTE

L’approccio alle problematiche ambientali va strettamente correlato alla salute dell’uomo, alla individuazione dei rischi e alla prevenzione del danno.

La tutela dell’ambiente non può essere affidata solo all’iniziativa e al controllo pubblico, ma deve mobilitare le risorse e l’impegno dell’intera comunità.

Si ritiene perciò necessaria la creazione di un coordinamento tra il Comune e i rappresentanti di Enti e di Istituti scientifici, quali l’Università, l’ENEA, il CNR, ecc.

Tale coordinamento avrà ampia autonomia operativa e si porrà al servizio dell’Amministrazione comunale come interlocutore verso la Regione e il suo Ente operativo (ARPA), per esercitare funzioni di monitoraggio e prevenzione, nonché valutazioni di impatto ambientale delle nuove opere pubbliche, avanzare proposte di iniziative e di investimenti.

Vanno studiate soluzioni concrete, tra queste la riduzione del danno ambientale causato da attività in area urbana, quali il trasporto, l’elettrosmog, il rumore e la produzione di rifiuti con il conseguente loro smaltimento in discariche o l’incenerimento. Si dovrà ricercare l’introduzione di un sistema di raccolta che riduca al minimo il disagio per i cittadini pur garantendo almeno un parziale riutilizzo dei rifiuti e il superamento dell’attuale sistema, basato sulle metrature degli alloggi per il calcolo della tassa dovuta da ogni nucleo familiare.

5. Più sviluppo

5.1 IMPRESA E PUBBLICA AMMINISTRAZIONE

E’ indispensabile superare la logica di dirigismo del sistema pubblico.

Vincoli, burocrazia, controllo sociale delle attività economiche sono alcuni dei grandi limiti che questa logica ha imposto al sistema produttivo della città.

Semplificazione ed eliminazione di controlli burocratici fini a sé stessi non rappresentano quindi solo auspicabili misure di razionalizzazione, ma un segnale di una nuova politica in cui la Pubblica Amministrazione si affianca all’impresa e contribuisce a creare occasioni e condizioni di sviluppo.

5.2 LE PROPOSTE PER L’IMPRESA

A) Lo sportello unico per le imprese va realizzato, definendone con chiarezza contenuti e modalità. Occorre una drastica semplificazione dei regolamenti, a partire da quello edilizio, una riduzione dei tempi di esame delle pratiche, un ampliamento a tutti i casi possibili delle procedure di autocertificazione.
Lo sportello deve essere realizzato come vero strumento di servizio alle imprese, deve prevedere molteplici punti di accesso, anche decentrati presso altre strutture di normale utenza per le imprese. Il tutto senza incrementi di spesa, ma valorizzando al massimo l’utilizzo di reti telematiche.

B) Occorre costituire una agenzia per promuovere l’insediamento e lo sviluppo di nuove imprese nel comune di Bologna, in analogia con quanto avviene in altri paesi europei.

C) Va anche fatta una attenta valutazione, in termini di costi e di ricavi, delle piccole imposte di competenza locale.

D) La qualità delle risorse umane è sempre più decisiva nel confronto economico, specie in prospettiva europea. E’ per questo vitale un impegno nella formazione, intesa nel suo senso più ampio.

E) Vanno valorizzate le principali vocazioni del sistema economico quali: il nodo dei trasporti, il polo della ricerca, l’industria meccanica e il terziario avanzato, il turismo d’affari e quello d’arte.

Infine si conferma la nostra disponibilità a recepire la proposta dell’Associazione degli Industriali, relativa alla creazione di un vero e proprio "controllo della qualità dell’amministrazione" sugli interventi che il Comune realizzerà in questo settore.

5.3 SERVIZI PUBBLICI LOCALI

Qualità, quantità e diversificazione nella fruibilità dei servizi pubblici locali sono parametri che caratterizzano il livello di civiltà e qualità della vita delle nostre città.

Resta pertanto prerogativa dell’Ente locale assicurare i servizi pubblici essenziali per lo sviluppo e il vivere civile della collettività nelle forme e nei modi riconosciuti dalla Carta Europea delle Autonomie. Il ruolo dell’Ente locale relativamente ai servizi pubblici va passando però da una visione di gestione diretta, esclusiva a una logica di produzione di bene fornito con efficienza, qualità, innovazione e a tariffa.

Questo settore va sviluppato in modo da evitare strozzature per la crescita della economia globale della nostra città.

L’erogazione di ogni servizio va assolutamente gestita con redditività e in una logica imprenditoriale.

L’Ente locale deve riservarsi una funzione di indirizzo, programmazione e controllo, assegnando ad imprese esterne la gestione diretta dei servizi pubblici.

Si può studiare la prospettiva di concentrare tutte le attuali partecipazioni finanziarie del Comune di Bologna in una holding, che a sua volta partecipi una serie di Società operative di settore.

Questa holding non avrebbe una funzione esclusivamente finanziaria, ma anche di tipo industriale e conserverebbe al proprio vertice alcune funzioni primarie, quali l’assegnazione delle risorse finanziarie, la pianificazione, il marketing strategico, il sistema di controllo, oltre all’innovazione, alla ricerca e allo sviluppo.

Si delineerebbe in questo modo un sistema di servizi pubblici, gestito in parte da operatori privati (Public Company) e in parte da una Azienda pubblica. Questa holding parteciperebbe a diverse società operative, costituite con partner industriali e finanziari privati, in grado di apportare tecnologie o capitali. In tal modo essa potrà attivare nuovi servizi finalizzati a migliorare la qualità della vita urbana, soddisfacendo i bisogni emergenti dei cittadini, oltre a creare nuove opportunità di profitto da investire in altre aree di pubblico interesse.

6. Meno burocrazia

6.1 LA RIFORMA DELLA MACCHINA AMMINISTRATIVA

L’Amministrazione comunale, comprensiva delle aziende per i servizi pubblici locali, è di gran lunga la prima "impresa" presente sul territorio per numero di addetti.

Questa complessa macchina ha bisogno di una riorganizzazione finalizzata a un aumento di produttività e di efficienza.

Per raggiungere tale obiettivo bisogna prima di tutto valorizzare le risorse interne, attraverso una riqualificazione del personale, che preveda forti incentivazioni economiche al raggiungimento di precisi obiettivi, come previsto dalla recente normativa.

E’ necessario inoltre un orientamento di lavoro per progetti anziché per attività di ufficio e una mobilità interna ed esterna verso le strutture produttive in via di formazione.

Si dovrà provvedere a informatizzare progressivamente l’intera Amministrazione e rendere sempre più accessibili i servizi al pubblico.

6.2 I QUARTIERI

Dopo gli slanci iniziali degli anni ’70, i quartieri sono andati perdendo spinta propulsiva e vani sono stati i tentativi di riordino istituzionale e territoriale. Bisogna allargarne gli ambiti di intervento, assegnare loro compiti decisionali nella progettazione di servizi sociali e culturali e nelle iniziative tese a migliorare le condizioni di vivibilità nel proprio territorio.

La necessità di riprendere a tutto campo il ruolo dei Quartieri ha portato alla costituzione di un gruppo di lavoro con una rappresentanza dei Presidenti di Quartiere che ha il compito di istruire, anche da un punto di vista tecnico, un progetto di modifica alla situazione esistente.

7. Più Università e cultura

7.l UNA CITTÀ PER LA CULTURA

Bisogna valorizzare l’immagine di Bologna come vera città d’arte, capace di suscitare interesse da parte dei cittadini e dei turisti per il patrimonio artistico e per i suoi eventi culturali. I criteri che guideranno le scelte amministrative sono i seguenti:
· Bisogna attuare anche in questo settore una logica di impresa. La cultura è una risorsa, un insieme di beni materiali e immateriali che devono essere gestiti anche con criteri di economicità, in modo da favorirne l’accrescimento e il miglior uso sociale.
· L’ente pubblico deve sostenere la crescita della cultura con funzioni non dirigistiche, ma di guida e di controllo, al fine di favorire l’alta qualità garantendo il pluralismo.
· Le istituzioni culturali e formative devono essere dirette da veri manager, forniti sia di solide competenze gestionali che culturali.

A questi criteri l’Amministrazione si atterrà scrupolosamente anche nelle scelte e nell’attuazione dei programmi di "Bologna 2000 capitale della cultura", che andranno modulati in modo da cogliere tutte le opportunità che questo evento straordinario mette a disposizione della città.

7.2 I Musei, le Biblioteche, i Beni culturali

L’identità urbana di Bologna è fatta di un centro storico da valorizzare, di luoghi e spazi da rivitalizzare, di monumenti da conservare, restaurare e rendere fruibili per i cittadini, di patrimoni archeologici ed artistici da incrementare, di memorie, linguaggi e costumi da testimoniare.

Molta parte di questa ricchezza si trova presso le istituzioni museali della città.

Al riguardo si possono compiere scelte molto significative.

In idonei spazi dovrà essere incentivata e promossa l’esposizione del patrimonio artistico della città.

E’ da valutare in modo accurato la creazione di un Museo della città, che documenti e valorizzi l'identità storico-culturale di Bologna in tutta la sua ricchezza ed estensione. Va dato inoltre nuovo sviluppo al Museo della Scienza e della Tecnica, a partire da quanto realizzato presso l’Istituto Aldini Valeriani.

Un tale patrimonio di musei e di beni culturali va gestito con criteri di impresa e dunque in modo tale da garantire adeguati orari di apertura al pubblico, una vasta articolazione di servizi per i visitatori, l’organizzazione di mostre e iniziative promozionali, senza trascurare i servizi commerciali di supporto e di completamento alle attività culturali.

Il ricchissimo patrimonio bibliografico esistente a Bologna va conservato e valorizzato, ottimizzandone la fruibilità a tutti i cittadini.

7.3 Lo Spettacolo

Il Teatro Comunale è già stato trasformato in Fondazione. Tuttavia i risultati fin qui ottenuti sono, in termini produttivi, ancora inferiori alle attese e alle risorse investite. Il rilancio è possibile se si seguiranno veri criteri imprenditoriali, affidando gli incarichi direttivi a persone capaci e competenti in un’ottica di più ampia collaborazione con altri enti civici e Fondazioni Nazionali ed Internazionali con un ampio ricorso alle nuove tecnologie della comunicazione.

L’offerta di spettacoli di prosa è oggi a Bologna altissima: molta parte di essa si avvale però del finanziamento pubblico. E’ necessario rivedere i criteri di finanziamento diretto, sostituendolo ove possibile con l’offerta di strutture e di servizi, come la biglietteria elettronica, un sistema di prenotazione unificato, un migliore e più economico utilizzo degli spazi in orari non utilizzati per gli spettacoli.

La tendenza a una maggiore frequentazione delle sale cinematografiche va assecondata, favorendo la loro permanenza nel centro storico e promuovendo nuovi insediamenti nelle periferie.

7.4 L’UNIVERSITÀ

Una tra le eccellenze di Bologna è il binomio della città con l’Alma Mater. Essa rappresenta un valore assoluto che deve integrarsi con la città a tutti i livelli.

E’ necessario chiamare a raccolta i punti di eccellenza dell'Università e delle altre sedi di ricerca, per favorirne i confronti, le convergenze e le sinergie.

Per quanto riguarda le sedi fisiche occorre inoltre progettare un nuovo assetto articolato su due poli: uno umanistico, collocato nel centro storico, e l’altro, scientifico e tecnologico, con sedi decentrate e coordinate fra loro.

Le politiche per il diritto allo studio rivolte agli studenti universitari dovranno perseguire le seguenti priorità: la realizzazione di estesi programmi per minialloggi studenteschi a canone agevolato, l’ampliamento del sistema delle borse di studio verso gli studenti capaci e meritevoli, l’adeguata accoglienza per studenti internazionali.

Infine, si dovranno promuovere interventi di orientamento per favorire l’inserimento dei laureati nel mondo del lavoro.

8. Più sostegno ai giovani

In questi anni è cresciuto il divario tra giovani ed adulti. Molti giovani sono di fatto estromessi dal mondo reale e parcheggiati in un "limbo" che, alle volte, è l’Università, altre la disoccupazione oppure la famiglia (per ragioni di dipendenza economica). Eppure i giovani rappresentano la componente più fresca e innovativa della società e la città deve offrire a questa risorsa nuovi spazi, per vivere, incontrarsi, comunicare, fare sport e lavorare.

Le nostre proposte sono rivolte:
· All’informazione: creazione di uno sportello per la comunicazione e l’informazione ai giovani;
· Carta Giovani: Arricchimento delle opportunità offerte dalla carta e suo invio a oltre 60.000 studenti universitari fuori sede;
· Al lavoro: per favorire l’incontro imprenditori-studenti mediante lezioni, seminari, stages, sviluppare la formula del "prestito di onore", promuovere l’affidamento ai giovani di servizi di pubblica utilità;
· Alla casa: per incentivare concessioni edilizie per abitazioni destinate ai giovani a prezzi agevolati, favorire lo sviluppo di una edilizia a reddito finalizzata ai giovani.

8.1 SPORT

In questi mesi si è proceduto alla visita di tutti gli impianti sportivi più importanti esistenti in città, nonché ad incontrare tutti coloro che si occupano di sport (Enti di promozione, Associazioni sportive, Istituzioni, ecc.).

Da questa prima fase di indagine, di cui si è riferito nella competente Commissione consiliare in data 2 novembre u.s., sono emerse le seguenti necessità:
· Revisione sistemi di gestione degli impianti sportivi, nonché dell’assegnazione degli spazi e della determinazione delle tariffe;
· Decisione circa la costruzione di nuova piscina coperta di 50mt. e/o copertura della piscina dello Stadio;
· Incremento e valorizzazione delle libere forme associative;
· Rafforzamento della collaborazione tra Comune, CONI e Provveditorato;
· Affidamento Palazzo dello Sport;
· Inizio del programma di manutenzione straordinaria degli impianti sportivi che comincerà con la demolizione e la ricostruzione della tribuna del Campo Scuola "Baumann";
· Stipulazione convenzione per la gestione delle Piscine Comunali "Cavina" e "C.Longo";
· Ripresa attività del Gruppo di lavoro Settore/Quartieri sugli aspetti di completamento del Regolamento per la gestione e l’uso degli impianti sportivi e per simulazioni sulla costruzione dei "budget d’impianto";
· Sottoscrizione di convenzione con l’Amministrazione Militare per l’utilizzo della Palestra della Caserma "Perotti";
· Affidamento della gestione del Campo Scuola "Baumann".