Il mito nel genere epico

La Maga Circe

La maga Circe e gli animali in cui ha trasformato le sue vittime. Dosso Dossi intorno al 1530

Circe era una maga con molti e straordinari poteri che viveva sull’isola di Eea, più tardi identificata da alcuni autori con capo Circeo sulla costa occidentale dell’Italia. Trasformava i suoi nemici e tutti quelli che la offendevano in animali.

Omero la chiama dea e descrive la sua dimora a Eea, isola dell’Alba, come un bellissimo palazzo che si eregeva nel mezzo di un fitto bosco; tutt’intorno alla casa leoni e lupi, vittime delle arti magiche di Circe, terrorizzavano i visitatori. La Circe omerica è ricca del fascino delle ambiguità: dea tremenda, donna dalla voce limpida, maga dai molti farmaci.

Odisseo divide i compagni in due gruppi e ne invia uno in esplorazione, ma essi cadono vittime degli incantesimi di Circe che li trasforma in porci. Odisseo parte in loro soccorso e nella foresta incontra il dio Ermes, il quale lo rende immune alla magia. Egli così può penetrare nella casa della maga e renderla innocua.

L’episodio costituisce la più ampia concessione al mondo magico che si trovi in Omero: la magia infatti generalmente non è presente nei racconti epici, in quanto elemento arcaico.

E’ importante anche osservare che la magia nel mito greco è patrimonio esclusivo della donna. Si assiste dunque a una divisione abbastanza netta dei ruoli: l’uomo è indovino e profeta, mentre la donna è maga.

 


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