LA FIABA

La fiaba

E' un racconto fantastico che trae origine dalla tradizione popolare e ha come protagonisti indistintamente uomini e animali, reali o immaginari (fate, maghi, streghe, gnomi, draghi, bacchette, sfere, specchi magici). Il contenuto immaginario si propone principalmente di suscitare piacere, meraviglia o emozione nel lettore. In questo la fiaba si distingue sia dalla favola, che è una breve narrazione di fantasia che ha sempre un fine moraleggiante o satirico, sia dalla leggenda che ha argomento religioso ed eroico e collocazione in un ambiente storico parzialmente modificato dall'immagine.

La fiaba dell'epoca moderna presenta senz'altro legami con i testi classici.

Le fiabe tedesche, raccolte dai fratelli Grimm, provengono da miti ariani; alcune fiabe francesi sono di matrice orientale.

L'antropomorfismo degli animali lo troviamo in Esopo e Fedro appartenenti rispettivamente alla cultura greca e a quella latina.

Se pensiamo ai racconti classici che a noi sono più vicini, come i poemi omerici o l'Eneide, in essi troviamo molti elementi comuni alle fiabe moderne.

Le principesse e i re sono belli come belli erano i re e le regine delle città greche. L'eroe è un semidio, un uomo con capacità soprannaturali, in grado di sopravvivere a prove difficilissime.

La maga Circe trasformava gli uomini in maiali così come le fate o le maghe trasformavano i principi in ranocchi.

Gli dei e le dee dell'Olimpo influivano sui processi naturali, così come le fate, i maghi, le streghe.

Il motivo della trasformazione umana è presente nell'Asino d'oro di Apuleio. Il protagonista, Lucio, compie un viaggio sotto le sembianze di un asino.

Nelle Metamorfosi di Ovidio, Cesare prende le sembianze di una stella.

Possiamo concludere che la fiaba stessa è classica per la sua struttura universale e sovraculturale.

Seguendo il corso della storia, si può affermare che le fiabe hanno sempre fatto parte della cultura popolare orale. Senza ombra di dubbio le fiabe più note sono quelle raccolte da Andersen e dai fratelli Grimm.

Il soldatino di piomboIl gatto con gli stivali

Cenerentola

Andersen scrisse molti racconti popolari danesi che si tramandavano oralmente e i fratelli Grimm operarono nello stesso senso, ma in Germania. In Francia, alla corte del re Sole, divennero intrattenimento per l'aristocrazia; questo genere leggero e piacevole acquistò un ruolo importantissimo nella letteratura di Versailles.

Tuttavia in questa circostanza si persero il ritmo narrativo e la capacità affabulatoria propri del racconto orale, le situazioni e i personaggi si fecero più complessi, più aderenti al periodo storico e alle esigenze dei nobili di corte.

Fra il 1785 e il 1789 furono pubblicati 37 volumi di fiabe francesi di autori vari, tra i quali Perrault, Madame D'Aulnoy, Madame Le Prince De Beaumont.

Nessun popolo al mondo dispone di un patrimonio fiabesco quanto gli Irlandesi; le fiabe d'Irlanda sono pervase da folletti, gnomi, sirene e fate provenienti dalla cultura celtica. Questi esseri soprannaturali costituiscono "il piccolo popolo" che intreccia rapporti con l'umanità.

Alcune di queste fiabe si rifanno alle Mille e una notte.

La narrativa popolare britannica ha molti riferimenti con le fiabe italiane e le novelle del Boccaccio; esiste pure un filone che ha per soggetto i cani neri, animali demoniaci che rappresentano il Male.

In Russia Afanasjev raccolse, intorno al 1840, circa seicento racconti popolari orali.

Tra i personaggi caratteristici vi è la Baba-Jaga, strega buona. L'eroe ha tratti religiosi e cavallereschi e le sue avventure ricordano le vite di Santi guerrieri.

Nel 1814 la Norvegia ottenne l'indipendenza dalla Danimarca ed essendo desiderosa di avere una cultura propria, commissionò la raccolta e la scrittura delle fiabe popolari.

I personaggi maggiormente presento sono il Troll, sorta di orco e Ceneraccio, eroe pieno di vigore e di forza che sfida qualunque difficoltà.

In Italia la tradizione fiabesca scritta è molto meno recente. Nel 1634 Giambattista Basile scrisse " Lo cunto de li cunti " o Pentamerone. Il Basile era un letterato di corte. Concepì l'opera per intrattenere i cortigiani tramite una lingua e una moralità immediate.

La struttura narrativa è simile a quella del Decameron di Boccaccio: le quarantanove novelle che costituiscono l'opera sono raccontate da dieci vecchie deformi durante cinque giornate; l'ultima novella fa da cornice.

Le trame vennero raccolte sia dalla tradizione orale, sia dall'opera "Le piacevoli notti" dell'autore Gianni Francesco Straparola.

Nel 1875, il brillante giornalista Carlo Lorenzini, futuro padre di Pinocchio, tradusse dal francese le fiabe di Perrault.

Nell'Italia post-risorgimentale venne attribuita alla fiaba una funzione principalmente educativa.

Queste fiabe, oltre all'impianto tradizionale, presentavano però un forte gusto per la crudeltà: il Cappuccetto Rosso di Perrault muore mangiato dal lupo e non viene salvato dal cacciatore come quello dei fratelli Grimm.

Emma Perodi scrisse " Fiabe fantastiche" dove i personaggi tradizionali lasciano il posto a contadini , frati, cavalieri; le trame sono piene di religiosità e il tempo e i luoghi sono ben definiti.

Altri autori di fiabe furono Luigi Capuana e Guido Gozzano; un autore contemporaneo, grande conoscitore dei meccanismi fiabeschi fu , inoltre, Gianni Rodari. Le fiabe

Fra le più famose raccolte di fiabe si ricordano: "Le mille e una notte", "Le antiche fiabe russe", raccolte nell'ottocento da A.N. Afanasev; le fiabe per bambini e per le famiglie dei fratelli Grimm, e le Fiabe Italiane raccolte da Italo Calvino.

" Le mille e una notte " sono una raccolta anonima di novelle arabe. Su un antico fondo indo- persiano, di cui fa parte la storia- cornice, si sono mano a mano aggiunte altre storie, di fantasia o a sfondo storico, relative alla Baghdad e all'Egitto, specie mammalucco, con elementi giudaici, bizantini, mesopotamici ecc. Successivamente ancora furono introdotte grosse storie, dapprima indipendenti, quali i cicli dei due Sindbad e Alì Babà. Nel secolo XV si ritiene sia stata messa per iscritto la redazione definitiva che conosciamo, diffusasi gradualmente in Europa tra il sec. XVIII e il XIX.

La storia-cornice, da cui si dipartono e si svolgono gli altri racconti, spesso inserendosi come scatole cinesi gli uni negli altri, ci presenta il re di Persia Shahriar, che dopo aver scoperto i tradimenti della moglie, della cognata e di altre presunte fedeli spose, si convince dell'inevitabile malafede delle donne e decide di sposare ogni giorno una ragazza per metterla a morte il mattino seguente.

A por termine alla tragica sequenza si offre la famiglia dei vizir, Shahrazad che, sposa al re, riesce a fargli rinviare la propria esecuzione interrompendo sul far del giorno un racconto di cui l'incuriosito sovrano vuole udire la conclusione.

La saggia ragazza agisce in tal modo per mille e una notte, collegando fra loro storie sempre nuove. Quando essa è divenuta ormai madre di tre figli, il re, affezionatosi a lei e convinto della sua onestà, le concede infine la grazia tenendola con sé. Fra i racconti di Shahrazad si possono individuare quelli appartenenti al fondo Indo- iranico, quali il Mercante e il Genio , Il pescatore e il genio, Il re Yunan e il savio Ruyan, Il gobbo , Ardashir e Hayat an- Nafus.

Al gruppo iracheno appartengono le storie del califfo Harun ar- Rashid con il suo vizir Giaafar il Barmecide, la guardia e giustiziere Masrur ed il poeta di corte Abu Nuwas, tutti personaggi storici.

Infine il gruppo più numeroso è rappresentato dalle novelle cosiddette egiziane, cui appartengono le realistiche avventure di Shams ed- Din e Nur ed- Din, di Abu Qir e Abu Sir, dei due Abdallah di terra e di mare, di Ali Zaybaq e Dalila ecc.

Vi sono poi i romanzi e i cicli di racconti in origine indipendenti, quali il lungo Omar an- Numa e i suoi figli, che si riporta alle guerre tra Musulmani, Bizantini e Crociati; i cicli dei due Sindbad, l'uno marinaio, l'altro saggio vizir; la storia di Alì Babà e quella di Aladino e la sua lampada.

Nella Storia di Sindbad il marinaio il ricco mercante Sindbad narra al povero Sindbad il facchino, assillato dal bisogno quotidiano, sette avventure di viaggio, dimostrandogli come ogni volta egli abbia saputo, con la propria tenacia e con l'aiuto della buona sorte, risollevarsi dai rovesci della fortuna. Alla fine di ogni avventura il mercante regala al povero una somma di cento denari.

La morale che lega tutte le storie può essere riassunta nei versi del poeta: "Quando le cose si arruffano e formano un nodo, allora viene una decisione del cielo che le sbroglia. Abbi pazienza, quello che era oscuro diviene chiaro, e chi ha stretto il nodo, forse lo scioglierà". Forte di questa convinzione, il mercante supera le più incresciose situazioni, ma ogni volta l'ingegno, la tenacia, la fede in Dio, ma soprattutto una buona dose di fortuna, gli consentono non solo di sopravvivere, ma di ritornare in patria più ricco di prima.

La lampada di Aladino

Il complesso sistema di sottigliezze della Storia di Aladino e della lampada meravigliosa dà alla raccolta uno spunto magico, che non è pretesto soltanto per avventure mirabolanti, ma per mostrare la crescita di un giovane, che impara a conoscere e a valutare opportunamente il Mondo che lo circonda, passando da un'infanzia irresponsabile ad una matura saggezza.

La morale della favola insegna come il mago africano sia indegno dei tesori che pure ha scoperto a causa della sua malvagia avidità: Aladino invece, nato poverissimo, sa elevarsi sino alla dignità di re e a sposare la bellissima Bedrulbudur, figlia del sultano, in virtù dell'accorto uso che sa fare dei meravigliosi poteri della lampada magica, che egli usa soltanto al fine di coronare il suo sogno d'amore.

Ali Babà

La Storia di Ali Babà e dei quaranta ladroni che furono uccisi da una schiava mostra come anche davanti alle più grandi ricchezze l'uomo saggio debba osservare una condotta prudente e consapevole. Alì Babà scopre per caso il segreto per penetrare nella caverna dove quaranta ladroni hanno nascosto i tesori accumulati in anni di scorrerie e, poiché rubare ai ladri non è una colpa, Alì ne approfitta. Ma mentre il fratello Casim, per ingordigia di possedere tutto resta chiuso nella caverna e vi muore, per aver dimenticato la formula magico - il celebre "Apriti Sesamo", Alì agisce con prudenza e avvedutezza; aiutato dalla schiava Morgiana, che lo protegge dalla vendetta dei ladroni, riesce ad ucciderli tutti e ad impossessarsi così di una favolosa ricchezza, usando cervello, astuzia e molto coraggio.