Virgilio ama la notte, la penombra, la luce della luna più di quella del sole: questa è la differenza più rilevante rispetto al modello omerico ed è il segno della personale sensibilità del poeta latino. La notte consente lespressione di sentimenti quali il dubbio, il ricordo, il sogno, la paura, langoscia che sembrano inconciliabili con il chiarore del giorno, legato allazione. In Virgilio la notte che scende sul mondo è in forte contrasto con la situazione contingente, pronta a precipitare; la notte si addice alla tragedia.
- libro II vv. 8 ss.: Enea si trova nella reggia di Didone e comincia la sua storia:
"Già lumida notte discende
dal cielo e le stelle al tramonto conciliano il sonno...".
- libro II v. 360: Enea fugge da Troia:
"E la nera notte ci avvolge con la cava ombra...".
- libro III vv. 194 ss: Enea è in viaggio verso le Strofadi:
"Mi si addensò sul capo un livido uragano,
portando notte e tempesta e rabbividì lombra nelle tenebre.
I nembi avvolsereo il giorno, e unumida notte ci colse il cielo...".
- libro III v. 198:
"I nembi avvolsero il giorno, e un umida notte ci colse il cielo...".
- libro III vv..571 ss.: Enea nellisola dei Ciclopi:
"LEtna tuona di orrende rovine,
e talvolta vomita nel cielo una nera nube,
e solleva globi di fiamme e lambisce le stelle...".
- libro III vv. 585 ss.:
"Infatti non vi erano fuochi di astri,
ma nubi nel cielo scure,
e la notte tempestosa chiudeva la luna in un nembo...".
- libro IV vv.80 ss.: La passione di Didone:
"Appena si congedano, e la luna a sua volta
oscurandosi
nasconde la luce, e le stelle calanti conciliano il sonno
si tormenta sola nel vuoto palazzo, e giace sui tappeti abbandonati...".
- libro VI vv.268 ss.: Enea negli Inferi:
"Andavano scuri nellombra della notte
solitaria
e per le vuote case di Dite e i vari regni:
quale il cammino nelle selve per lincerta luna,
sotto unavara luce, se Giove nasconde il cielo
nellombra, e la nera notte toglie il colore alle cose...".
- libro VII vv.8 ss.: Enea alla foce del Tevere:
" Spirano brezze nella notte e la candida
luna
asseconda il corso, i flutti risplendono sotto una tremula luce...".
- libro VIII vv.26 ss.: Enea ed Evandro:
" Era notte, e un sonno profondo teneva per
tutte le terre
le stanche creature, gli alati e gli armenti:
quando il padre Enea sulla riva, sotto la gelida volta
delletere, con il cuore turbato dalla guerra funesta,
si adagiò lasciando fluire per le membra una tarda quiete...".
Spesso il dono celeste del riposo è un ironico inganno e la pace della natura non si riverbera sugli uomini, anzi, essa è complice della strage e della rovina, e la sua calma assoluta è piena dei presagi di un imminente stravolgimento.
- libro II vv. 268 ss.: Enea sogna Ettore:
" Era il momento nel quale comincia agli
affranti mortali
il primo riposo e si insinua graditissimo per dono degli dei...".
- libro IV vv. 522 ss.: morte di Didone:
"Era la notte, e in terra i corpi stanchi
godevano il placido
sonno, e si erano acquietati i boschi e il mare tempestoso,
quando le stelle si volgono a metà del corso,
e tacciono i campi, le greggi e i variopinti uccelli
e gli esseri contenuti dalle liquide ampie distese e dalle terre
irte di rovi...".
Simmetriche connotazioni riceve il sorgere del sole nei diversi libri: a volte allude alla salvezza, altre volte mostra le cose agli uomini, altre ancora porta un nuovo giorno di morte.
- libro III vv. 521 ss.: Enea in Italia:
"E già rosseggiava laurora, fugate le
stelle
quando vediamo lontano oscuri colli e bassa
lItalia...".
- libro III vv. 588 ss.: Enea nellisola dei Ciclopi:
"E già il domani sorgeva dal primo Oriente
e lAurora aveva allontanato dal cielo lumida ombra...".
- libro VI vv. 255 ss.: anche Enea, dopo la Sibilla, si appresta a compiere un sacrificio propiziatorio:
"Ed ecco, alla soglia dei primi raggi di sole
la terra mugghiò sotto i piedi, i gioghi delle selve
cominciarono a tremare, e sembrò che cagne ululassero
nellombra allarrivo della dea...".
- libro VII vv. 25 ss.: Enea alla fonte del Tevere:
"Già il mare rosseggiava di raggi, e
dallalto etere
lAurora dorata rifulgeva sulla rosea biga...".
Manca in Virgilio un paesaggio in piena luce, come manca una gioia piena senza venatura di dolore. Lunica luce che cè è di colore purpureo. Ma anche questo colore ci riporta nel regno della tristezza, così una pacata mestizia domina il paesaggio dellEneide, rotta di tanto in tanto da scene di violenta tempesta e da rare parentesi di pura serenità.