Introduzione
Nella seconda parte dellEneide, dove campeggia il tema della guerra, non sono infrequenti le morti di giovani eroi quali Eurialo, Pallante, Lauso e Camilla. Gli episodi loro dedicati presentano unalta drammaticità: in essi il poeta, attraverso il tono commosso e la compassione; esprime la propria concezione esistenziale. Queste morti, pur inevitabili nellevolversi della storia, restano degne di pianto e di profondo rispetto. Osserva Antonio La Penna : "Virgilio ha voluto rivendicare la gloria degli eroi caduti indipendentemente dal successo delle loro imprese: limprudenza non toglie alla nobiltà delle loro intenzioni, alla grandezza del loro valore e delle loro obnegazioni (...).Virgilio pensava che al sacrificio di quei giovani, fosse stato o no strategicamente utile, la gloria era dovuta; e il suo tributo di poeta che garantisce la fama fino alletà lontane, si presenta qui, consapevolmente come un atto di giustizia ".
La morte di Eurialo
Eneide, IX, 384 ss
LUOGO: Nell accampamento troiano e in quello latino.
VICENDA: Enea è lontano dall accampamento troiano; i due amici Eurialo e Niso decidono di raggiungere Enea, nottetempo, ma per farlo devono oltrepassare il campo nemico.
Attraversando laccampamento latino non resistono alla tentazione di raccogliere trofei.
Eurialo, con la sua giovanile avventatezza, muore sotto la spada di
Volcente; Niso compie un estremo tentativo per salvarlo, ma può solo privare della vita
Volcente, quindi cade anchegli trafitto dai nemici.
Ostacolano Eurialo le tenebre dei rami e la pesante preda,
o il timore lo trae in inganno con la direzione delle vie.
Niso sallontana. (...)
quando si ferma e si volge inutilmente allamico scomparso:
"Eurialo, infelice dove mai ti ho lasciato?
E per dove seguirti?(...)
non passa lungo tempo, quando gli giunge agli orecchi
un clamore, e vede Eurialo; già tutta la torma,
con improvviso tumulto impetuoso, trascina lui oppresso dallinganno
della notte e del luogo, lui che tenta invano ogni difesa. (...)
Infuria atroce Volcente, e non scorge nessun luogo
lautore del colpo, né dove possa scagliarsi rabbioso.
"Ma tu intanto mi pagherai con caldo sangue
la pena di entrambi" disse; e snudando la spada,
si gettò su Eurialo. (...)
(...) la spada vibrata con violenza
trafisse il costato e ruppe il candido petto.
Eurialo cade riverso nella morte, il sangue scorre
per le belle membra, e il capo si adagia reclino sulla spalla:
come un fiore purpureo quando, reciso dallaratro,
languisce morendo, o come i papaveri che chinano il capo
sul collo stanco, quando la pioggia li opprime. (...)
Niso (...) trafitto, si gettò sullamico esanime,
e alfine riposò in una placida morte.
Fortunati entrambi! Se possono qualcosa i miei versi,
mai nessun giorno vi sottrarrà alla memoria del tempo,
finchè la casa di Enea abiti limmobile rupe
del Campidoglio, e il padre romano abbia limpero.
La morte di Pallante
Eneide, X, 441 ss
LUOGO: Alle foci del Tevere, vicino allaccampamento dei Troiani.
VICENDA: Pallante è il giovane figlio del re Evandro (che un tempo aveva ospitato Ercole nella sua reggia), alleato di Enea contro Turno.Questi sfida a duello Pallante, il quale proclama fieramente allavversario che, in caso di morte o di vittoria, sarà ugualmente ricoperto di gloria.
Dopo un aspro duello, Turno sconfigge Pallante, provocandone la morte.
(...)"E tempo di cessare la battaglia;
io solamente assalgo Pallante; a me solamente spetta
Pallante; vorrei che vi fosse suo padre ad assistere".
(... Pallante) contrasta le parole del superbo re con queste parole:
"Avrò la gloria di averti strappato le ricche spoglie,
o duna nobile morte; il padre accetta entrambe le sorti.
Cessa le minacce".
Quando credette che fosse a tiro di lancia, Pallante
muove per primo, sperando che la sorte aiuti laudacia
della sua impari forza, e parla così al grande cielo:
"Per lospitalità del padre e per la mensa a cui giungesti straniero,
ti prego, Alcide, assistimi nellardua impresa.
Mi veda strappargli agonizzante le armi insanguinate,
e gli occhi morentidi Turno sopportino me vincitore". (...)
Allora Turno, vibrando a lungo lasta
munita di aguzzo ferro, la scaglia contro Pallante, (...)
Pallante strappa invano dalla ferita la calda arma:
per la stessa via sgorgano insieme il sangue e la vita.
Crollò sulla ferita; le armi sopra tuonarono
e morendo percossela terra ostile con il volto insanguinato.
(...) Intanto i compagni con grandi lamenti e con lagrime
riportarono in folla Pallante adagiato sullo scudo.
O tu che tornerai dolore e grande gloria per il padre!
Questo primo giorno ti diede alla guerra, questo
tinvola, mentre comunque lasci folti mucchi di Rutuli.
Morte di Lauso
Eneide, X 815 ss.
LUOGO: Alle foci del Tevere e nellaccampamento dei Troiani.
VICENDA: Lauso è figlio di Mezenzio, re dei Tirreni, alleato di Turno. Dopo la morte di Pallante divampa la battaglia; Enea si scontra con Mezenzio che, ferito, viene difeso dal figlio Lauso. Mezenzio riesce ad allontanarsi, ma Enea uccide Lauso. Quindi, colto da pietà per una giovane vita prematuramente stroncata, Enea elogia il morente e ne riconsegna il corpo ai compagni.
"...Infatti Enea vibra
la valida spada sul corpo del giovane, e tutta laffonda.
La punta attraversa lo scudo, leggera arma allaudace,
e la tunica, che la madre aveva tessuto con flessibile oro,
e colma le pieghe di sangue; allora la vita per laria
fuggì mesta ai Mani, e abbandonò il corpo.
Ma appena lAnchisiade vide lo sguardo e il volto
del morente, il volto pallido in mirabile modo,
gemette gravemente, pietoso, e tese la destra
e gli strinse il cuore il pensiero dellamore paterno.
"Che cosa, o miserando fanciullo, per questa tua gloria,
il pio Enea ti darà, degno di tale cuore?
Le armi di cui ti allietavi, abbile tue. Ti rimando
ai Mani e al cenere degli avi, se di quello ti curi.
Questo tuttavia, o infelice, consolerà la sventurata morte:
cadi per la destra del grande Enea".
La morte di Camilla
Eneide, XI 763 ss.
LUOGO: Campo dei Troiani.
VICENDA: Camilla è figlia di Metabo, re dei Volsci; appena nata parte con il padre
esiliato dalla città di Priverno.Cresce nei boschi ed è nutrita dalle fiere; impara presto ad usare arco e frecce. In età da marito rifiuta di sposarsi per consacrarsi a Diana, che la protegge. Camilla entra in guerra come alleata di Turno, alla testa della cavalleria dei Volsci; Diana se ne dispiace poiché sa che la morte sarà per lei inevitabile. Camilla fa strage dei combattenti Etruschi, ma viene uccisa da Arrunte.
Allora il predestinato Arrunte,
con la lancia e molta maggiore astuzia, insidia la veloce
Camilla e tenta la via più agevole della fortuna. (...)
La vergine cacciatrice sia per appendere al tempio
armi troiane sia per incedere adorna doro predato,
inseguiva cieca lui solamente di tutta
la mischia della battaglia, e incauta per tutta la schiera
ardeva di femmineo amore della preda e delle spoglie:
quando infine dallagguato, colto listante,
Arrunte scaglia la lancia (...)
Quella, morente, tenta di strappare la lancia,
ma la punta di ferro sta con profonda ferita tra le ossa
del costato. Cade esangue; cadono fredde di morte
le palpebre; il colore prima purpureo lasciò il volto".