Un labirinto di pietra

 

 

Superato il labirinto marino, Odisseo deve affrontare le insidie e i pericoli che l’aspettano in patria. Il palazzo di Itaca ci viene descritto dallo stesso eroe come un luogo “ben chiuso con mura e rinforzo”; dunque, un luogo munito, una fortezza. Dentro vi sono i Proci, i nemici, i pretendenti di Penelope. Tale descrizione si avvicina a quella della rocca di Troia, una città-fortezza inespugnabile che contiene i nemici da abbattere.

L’assimilazione della reggia di Itaca a Troia porta a concludere che anche lo spazio del palazzo è per Odisseo un nuovo labirinto. Un labirinto di pietra, irto di pericoli e insidie, che l’eroe deve superare per essere nuovamente reintegrato in patria, per farsi accettare da Penelope,  un nuovo percorso iniziatico e ultimo labirinto. Anche l’isola, dunque, oggetto dei suoi desideri e della sua nostalgia, vede Odisseo impegnato in un cammino, in un viaggio, non fra mari e fra terre straniere, ma nel suo passato che non gli appartiene più, quando ritorna in patria. Odisseo torna definitivamente a casa “carico di tempo e spazio” e, per questo, mutato, più saggio. Nel tempo e nello spazio ha conosciuto il mondo degli altri, di esseri totalmente diversi da sé, ma anche il proprio.