COLONIALISMO ITALIANO

Le origini della colonizzazione italiana in Africa vanno ricercate, da un lato, nel desiderio di non essere assenti dalla spartizione africana operata dalle grandi potenze, dall'altro dalla reale necessità di trovare uno sbocco alla sovrabbondanza della popolazione. Ma fu soprattutto lo stabilirsi del protettorato francese in Tunisia che, cancellando le speranze di una pacifica penetrazione italiana nel paese, spronò i successivi governi a una più energica azione nelle sole zone dell'Africa rimaste ancora fuori della sfera d'influenza delle maggiori potenze.

Questo episodio, noto come lo schiaffo di Tunisi, convinse il governo a iniziare una politica coloniale. Ma al momento non era possibile conquistare una delle vicine e ricche terre dell’Africa mediterranea. Perciò l’Italia ne 1882 inizia la penetrazione in Eritrea, una lontana regione sulle coste del Mar Rosso. La conquista si arresterà però quasi subito, perché l’Italia si trova di fonte l’Etiopia: non un gruppo di tribù sparse ma un impero millenario ben oraganizzato.

Nel 1887 salì al potere Francesco Crispi. Al pugno di ferro in politica interna Crispi affianca una ripresa della politica coloniale perché vuole fare dell’Italia una grande potenza. Così Crispi fa occupare nel 1889 la città di Asmara che costituirà il primo nucleo della colonia Eritrea. Favorisce poi l’ascesa di Menelik al trono imperiale d’Etiopia in cambio della concessione del protettorato, ossia della sottomissione coloniale del suo paese all’Italia. Infine, quando secondo Crispi, Menelik non rispetta gli accordi l’Italia gli muove guerra ma va incontro ad una tragitta sconfitta (Adua). E’ il 1896 e Crispi è costretto a dimettersi.

Nel frattempo, fin dal 1890, l'Italia si era andata interessando alle coste somale e aveva proceduto con una serie di pacifiche penetrazioni, mediante trattati con i piccoli sultani locali. I limiti della penetrazione in Somalia ebbero nuova definitiva sanzione mediante una convenzione firmata con il sultano di Zanzibar (1892): in forza di questa veniva, sotto forma di affitto, attribuita all'Italia l'amministrazione dei porti. Solo nel 1905 l'intera zona fu riscattata dal governo italiano e formò il nucleo principale della nuova colonia della Somalia italiana.

Al principio del XX sec. quindi, l'impero coloniale italiano aveva le modeste proporzioni delle colonie dell'Eritrea e della Somalia, povere di risorse naturali.

Nel frattempo una nuova fase espansionistica si apriva: dal 1925 ebbe così inizio la conquista completa della Libia che si concluse nel 1934, con l’unione di Cirenaica e Tripolitania.

Nel 1935, Mussolini riprende la politica coloniale di Crispi e Giolitti e si lancia alla conquista dell'Etiopia. Il momento è per lui favorevole: l’ Italia è stimata e ammirata all’ estero ed è garante della pace in Europa insieme alla Francia e alla Gran Bretagna.

Mussolini meditava da tempo quest’ impresa in Africa orientale e i motivi che lo spingono a riprendere la politica coloniale possono essere sintetizzati in 4 punti: aiutare la soluzione della crisi economica, conferire all’Italia il ruolo di grande potenza e permettere al popolo italiano di svolgere la sua missione civilizzatrice.

Nonostante l'opposizione della Società delle Nazioni e delle grandi potenze, l'Italia iniziò la penetrazione militare in Etiopia il 2 ottobre 1935. Occupata Addis Abeba il 5 maggio 1936, il 9 maggio Vittorio Emanuele III venne proclamato imperatore d'Etiopia e Mussolini proclamava ufficialmente l'"Impero". La stessa Società delle Nazioni, piegandosi di fronte al fatto compiuto, abolì il 4 luglio le sanzioni economiche che aveva precedentemente inflitto all’ Italia, questa cominciò a inviare coloni nei nuovi possessi. In questo momento (1937-1940) l'Impero coloniale italiano contava oltre 15 milioni di abitanti, con 220.000 Italiani circa. L'Italia, nei pochi anni che ebbe a propria disposizione, costruì buoni porti, un'ottima rete stradale, ospedali, acquedotti, scuole, e inoltre incrementò le costruzioni urbane, favorendo l'inizio dell'industrializzazione. Le vicende belliche fecero perdere all'Italia l'Impero coloniale.

(Maddalena Maccaferri, Enrico Spoletti, IV B)