Bologna, 12/04/2000
"Un libro (io credo) è qualcosa con un principio e una fine (anche se non è
un romanzo in senso stretto), è uno spazio in cui il lettore deve entrare, girare, magari
perdersi, ma a un certo punto trovare un'uscita, o magari parecchie uscite, la
possibilità d'aprirsi una strada per venirne fuori".
(I. Calvino, presentazione a Le città invisibili
Il libro come uno spazio, dunque, in cui entrare, girare,
perdersi, ma con una strada, o più strade, per uscirne. Calvino, da magico narratore qual
era, sapeva ben tracciare i percorsi percorribili dalla fantasia del lettore e, in epoca
non tanto distante da noi, anticipava con raffinata intuizione la via della scrittura
contemporanea.
L'immaginazione, la creatività, la fantasia sono appannaggio di ogni età, e di ogni uomo
che abbia voglia di raccontare se stesso, ma i modi, quelli variano, si adeguano alle
esigenze sempre mutevoli della comunicazione quotidiana, anche, e soprattutto, a livello
di invenzione narrativa.
Abbiamo oggi, con l'avvento della rivoluzione telematica, nuovi
mezzi per mettere in comune le idee, nuovi strumenti per farle circolare e una maniera
innovata per costruire strade alla fantasia.
Ed ecco il nostro spazio: un ipertesto costruito a più mani, su un tema affascinante
quanto inesauribile: il viaggio.
L'entusiasmo dei ragazzi nella ricerca del materiale, l'organizzazione dei gruppi di lavoro, lo scambio dei documenti e la riflessione comune, gli incontri di "redazione" per l'impostazione della mappa, per l'impaginazione dei testi, delle immagini, del commento sonoro, infine la scrittura ipertestuale, guidata con maestria dalla prof.ssa Maria Giuseppa Stanco, che ha saputo dare opportuni suggerimenti e coordinare le giovani idee nella costruzione dell'ipertesto, tutto ciò è stato per noi un esempio di come si possa fare di un'aula un laboratorio, di una lezione un momento creativo, di un incontro casuale di persone che collaborano un viaggio interessante alla scoperta di sé e degli altri.
Paola Marabini e Milena Pigò