Le migrazioni

 

Si possono avere migrazioni per cause diverse: naturali, religiose, sociali, economiche, etniche, politiche e militari. Sovente uno stesso flusso migratorio è dovuto a più cause concomitanti.
Le prime migrazioni conosciute sono quelle dei cacciatori musteriani nelle preistoria. Seguì la grande espansione indoeuropea che dall’Anatolia si diffuse a tutta l’Europa, con gli Achei in Grecia (2000 a.C.), i Celti in occidente (II millennio), gli Arii sugli altopiani iranici (epoca protostorica). Al crepuscolo della potenza di Roma iniziò una lunga fase di invasioni dall’ovest europeo da parte di popoli che arriveranno dall’Asia: gli Unni (fine IV sec. d.C.), i Magiari (fine IX sec. d.C.), i Mongoli (III sec. d.C.). I movimenti perdurarono per tutto il Medioevo.
La colonizzazione dell’America fu attuata prima da Spagnoli e Portoghesi, che si diressero verso il centro e il sud del continente (1493), poi da Francesi e Anglosassoni che arrivarono nel nord (XVI sec d.C.). Seguirono altri vari popoli tra cui gli Italiani. Dopo la seconda guerra mondiale nel centro dell’Europa si ebbe la migrazione di undici milioni di Tedeschi dai territori annessi da Russi e Polacchi verso ovest. Nell’Estremo Oriente sei milioni di giapponesi tornarono in patria dalla Corea.
Le migrazioni attuali si sviluppano dal sud povero del mondo verso il nord ricco, a differenza di quelle del passato che in genere si muovevano da est verso ovest. I flussi migratori odierni determinano l’accentuazione dei caratteri multirazziali delle società europee e nordamericana. Contemporaneamente nascono reazioni di razzismo e di intolleranza dalle conseguenze pericolose.

Le cause delle migrazioni sono molteplici:

(Francesco Cioni, Giuseppe Oliverio, 4S1)

 

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