Un membro della "upper class" non può sottrarsi al Grand Tour che si conclude inevitabilmente a Roma. Questo viaggio si fa tra i venti e i venticinque anni, è riservato ai giovanotti e dura dai sei mesi all’anno e mezzo. Il viaggio arricchisce lo spirito, rettifica il giudizio, rimuove i pregiudizi, forgia le maniere esteriori che plasmano il complete gentleman. Queste idee che oggi appaiono "scontate" sono per il XVIII secolo una vera innovazione. I giovani aristocratici del continente adottano il Tour. L’opinione pubblica diventa anglofila, vede nel viaggio il fondamento della superiorità dell’inglese che si prepara a diventare citizen of the world, cosmopolitan.

Il turismo aristocratico presenta due caratteristiche principali: si svolge il località rinomate, chiamate stazioni turistiche e cresciute al margine della vita locale e segue un ritmo stagionale. Infatti solo in certi momenti dell’anno è elegante recarsi in un posto piuttosto che in un altro.

 

toursole.jpg (4380 byte): L’INIZIO DEL TURISMO STAGIONALE

La stagione invernale dura sette mesi, da ottobre ad aprile, né più né meno. All’inizio di maggio le stagione climatiche si svuotano, le "rondini" ripartono e con loro molti dei "professionisti del turismo" che, tramite annunci sui giornali, pubblicità, o i più semplici passaparola, fanno sapere che l’inverno lo trascorrono a San Remo, Nizza o Canne, l’estate a Aix, Vichy o Montreux…

La stagione invernale conserva questa peculiarità delle origini fino al decennio 1920-1930, sempre in funzione di un’Europa aristocratica e facoltosa, alla quale, dal 1865 in poi, si aggiungono ricchi americani e qualche principe di paesi remoti, alla ricerca di inverni più miti e di un "cambiamento d’aria", sempre più spesso raccomandate dai medici. È una clientela piuttosto giovane formata soprattutto da donne e bambini e da una folta schiera di scrittori e artisti alla ricerca di nuove fonti d’ispirazione.

 

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I ricchi ignorano la possibilità di passare l’estate in montagna. Ci vorranno alcuni medici inglesi per suggerirlo loro tra il 1840 e il 1860, e alcuni intraprendenti albergatori svizzeri e austriaci che sapranno attirare una clientela difficile promettendole comfort e bellezze naturali. Dopo il 1880 si sviluppa anche l’usanza del breve soggiorno in montagna dopo la cura termale. Alla fine del XIX e all’inizio del XX la moda elitaria conduce alla creazione di stazioni montane estive in paesi dove la calura è insopportabile; l’aria della montagna si addice alle costruzioni di legno che richiamano gli chalet svizzeri.

(Ginevra Zucchini, Federica Volta, 4S1)