I Pellegrini

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A differenza di tutte le altre categorie di viaggiatori, i pellegrini si muovono principalmente per un profondo bisogno spirituale. Si tratta di mettere alla prova la propria fede di fronte a rinunce e patimenti, di credere che un tale sforzo possa cancellare i peccati e rimettere sulla buona strada, attraverso lunghe ore di cammino e di preghiera solitaria o collettiva. Il pellegrinaggio è l’insieme dei gesti che confermano le convinzioni religiose, la metafora reale dell’andare alla sorgente della propria fede. I pellegrini per definizione erano i Cristiani del Medioevo che si recavano verso i luoghi sacri, simbolici per la religione, nei quali giacevano sacre reliquie.

Dall'istituzione, nel 1300, dell'Anno Santo (Giubileo) sino ai primi del Cinquecento, il pellegrinaggio fu una manifestazione di fede abbastanza comune nell'Europa occidentale e i pellegrini costituirono per il tempo un vero e proprio fenomeno di massa: erano migliaia e migliaia di persone che si muovevano per l’Europa, spostandosi lungo le principali vie di comunicazione, le famose vie di pellegrinaggio di origine romana, come la Via Francigena, che attraversava verticalmente l’Europa dalla Gran Bretagna all’Italia o la Romea, lungo cui si muovevano i pellegrini diretti verso il sud dell’Italia, per imbarcarsi per la Terra Santa.

Il pellegrino medievale non iniziava il suo viaggio se prima non riceveva la benedizione di un sacerdote. Indossava abiti che lo distinguevano dagli altri viaggiatori, portava con sé danaro e, sulla strada del ritorno, appendeva sul cappello il simbolo del luogo sacro che aveva visitato. Per ospitare i pellegrini sorsero locande lungo il percorso verso i grandi centri di culto: la Terra Santa, Santiago di Compostella in Spagna e Roma. Ma vi erano pure alcune località più facilmente raggiungibili per coloro che non si potevano permettere un viaggio che, spesso, durava anni: tra queste si ricordano le tombe di san Francesco ad Assisi, di san Martino a Tours, di san Bonifacio a Fulda e di Thomas Becket a Canterbury.

A tutte le motivazioni religiose che spingevano e tuttora spingono i pellegrini a viaggiare, spesso si aggiunge anche un desiderio inconfessato di conoscere il mondo, di allontanarsi dalla vita consueta, con i suoi problemi ripetitivi e assillanti, di trovare l’avventura sotto le spoglie di impresa lodevole; forse per questo in letteratura esiste la figura del pellegrino traviato dal viaggio, che non fa più ritorno alla vita originaria e vive derubando i compagni; perciò molto spesso lo straniero, pellegrino o meno, era visto come una minaccia, tanto che alcune categorie di viaggiatori, tra cui quelli che viaggiavano per motivi religiosi, furono poste sotto la protezione dell’imperatore.

Il Pellegrino Cristiano è una figura che esiste ancora: infatti il duemila è anno giubilare e milioni di fedeli accorrono a Roma per celebarlo.

Il fatto di viaggiare come dovere religioso è una caratteristica di molte religioni. È per esempio uno dei cinque pilastri dell’Islam, che impone il Grande Pellegrinaggio alla Mecca almeno una volta nella vita, a meno che il fedele non abbia impedimenti, come la malattia o la povertà. Il viaggio si deve svolgere nell’ultimo mese dell’anno, che per gli arabi è quello lunare e il musulmano recatosi alla Mecca deve prima purificarsi con l’acqua, svestirsi e coprirsi di un sudario e radersi il capo.

Durante il pellegrinaggio il fedele non può cacciare, ma semplicemente pescare, non può tagliarsi le unghie né coprirsi il capo o usare profumi. I musulmani devono compiere numerosi giri in senso antiorario intorno alla Kahaba e correre tra due alture nelle vicinanze della città, per ricordare l’affanno di Agar, madre di Ismaele, padre dei musulmani, per cercare l’acqua per il figlio. Nel nono giorno di pellegrinaggio si sale su una collina fuori della città, per starvi ventiquattr’ore in piedi chiamando Allah e proclamandone l’unicità. Tornando alla Mecca i fedeli fanno sacrifici di pecore e cammelli. Tornato a casa, il musulmano può aggiungere al suo nome il prefisso Hajj, pellegrino.
Il viaggio dei fedeli vuole raffigurare forse il "viaggio miracoloso" che Maometto fece volando dalla Mecca a Gerusalemme in groppa ad un animale sconosciuto, fino ad una pietra vicino ad una moschea, e poi in verticale attraverso tutti i Cieli, fermandosi a parlare con i profeti di cui egli stesso è l’ultimo, per arrivare ad "un tiro d’arco da Allah".

(Giulia Galli, 4 S2)

Bibliografia:
- Enciclopedia Encarta ’99
- Le via Francigene e Romee tra Bologna e Roma
- Fonti orali