La donna nella letteratura
La donna in nome è ancora un'angioletta, ma che angelo! Ella non sta raccolta e modesta nella sua ingenuità infantile, come Beatrice; o nella sua casta dignità, come Laura; ma "all'ombra di mille arbori fronzuti, in abito leggiadro e gentilesco tende lacci con gli occhi vaghi e col cianciar donnesco." Si ha la donna vezzosa e civettuola della vita comune, ed un amante distratto, che ora esala sospiri profani in forme platoniche e tradizionali, ora pianta lì la sua angioletta e si sfoga contro i suoi avversari, e ragiona della morte e della fortuna, o inveisce contro le donne:
Elle donne non son, ma doglia altrui,
senza pietà, senza fè, senz'amore
liete del mal di chi più lor credette.
Perché meglio si comprenda questa disarmonia tra forme convenzionali e un contenuto nuovo, si guardi questo sonetto:
Sulla poppa sedea d'una barchetta, |
Il sonetto comincia bene, in forma fresca e disinvolta. In quelle giovanette, che cantano a mare e vanno a visitare le amiche e sono ammirate dalla gente, si vede una scena tutta napolitana. Ma questa bella scena alla fine si guasta, col solito Spirito e col solito Amore vago di commendare, e riesce in una freddura. Si trova disparità tra le firme e il contenuto nella "Fiammetta" e nel "Corbaccio". La Fiammetta è un romanzo intimo e psicologico, dove una giovane amata e abbandonata narra lei stessa la sua storia, rivelando con la più fine analisi le sue impressioni. Il Corbaccio è la satira del sesso femminile fatta dal vendicativo scrittore, canzonato da una donna.
Nel Corbaccio si ha una satira delle donne, com'è la donna in chiesa "incomincia una dolente filza di peternostri, dall'una mano nell'altra e dall'altra nell'una trasmutandogli senza mai dirne niuno, " o la donna che con le sue gelosie non dà tregua al marito, e "di ciarlare mai non resta, mai non molla, mai non fina: dàlle, dàlle, dàlle, dalla mttina fino alla sera, e la notte ancora non sa restare.". Fra' tanti peccati che vengono attribuiti alla donna c'è pur questo, che " le sue orazioni e i suoi paternostri sono i romanzi franceschi," e " tutta si stritola quando legge Lancillotto o Tristano nelle camere segretamente." E anche " legge la canzone dell'indovinello, e quella di Florio e di Biancefiore, e simili altre cose assai." Insomma il Boccaccio descrive le donne nella realtà criticandole anche ingiustamente.