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(1800 -1900)

       

La madre

GIUSEPPE UNGARETTI, La madre

La lirica, datata 1930, appartiene alla raccolta "Sentimento del tempo". Essa segna un ritorno del poeta alla tradizione, attraverso il recupero della versificazione tradizionale, di una sintassi più complessa e della punteggiatura.

E il cuore quando d’un ultimo battito
Avrà fatto cadere il muro d’ombra,
Per condurmi, Madre, sino al Signore,
Come una volta mi darai la mano.

In ginocchio, decisa,
Sarai una statua di fronte all’Eterno,
Come già ti vedeva
Quando eri ancora in vita.

Alzerai tremante le vecchie braccia,
Come quando spirasti
Dicendo: Mio Dio, eccomi.

E solo quando m’avrà perdonato,
Ti verrà desiderio di guardarmi.

Ricorderai d’avermi atteso tanto,
E avrai negli occhi un rapido sospiro.

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Modigliani, Maternità (1919)

Nel componimento, composto di due quartine, una terzina e due distici, il poeta affronta il tema della propria morte, esprimendo il desiderio che la propria madre, defunta, supplichi Dio per la salvezza del figlio. L’uso dell’indicativo nei versi di Ungaretti ci rende nota la certezza che l’autore ha della compassione della propria genitrice. Ella sarà incrollabile nella propria fede davanti al Signore, mentre implora il perdono per i peccati del figlio; alzerà tremante le vecchie braccia, ripetendo il gesto di abbandono alla volontà divina già compiuto in punto di morte. Nelle ultime due strofe(distici), si descrive la riconciliazione della madre con il figlio, perdonato e quindi avente portato a termine il processo di catarsi dal peccato: solo a quel punto la madre lo accoglierà, felice di aver portato la propria creatura vicina alla gloria di Dio.

 


 

GIUSEPPE UNGARETTI

Nasce ad Alessandria d’Egitto nel 1888, e qui trascorre la prima giovinezza, stabilendosi successivamente prima a Parigi, dove frequenta, tra gli altri, Apollinaire, Breton, Braque, Picasso, Palazzeschi e Savinio, poi a Milano e a Roma. Nel 1936 è a San Paolo in Brasile, per insegnarvi letteratura italiana all’università. A San Paolo è colpito da un duro lutto per la morte del figlio all’età di soli nove anni. Nel 1942 ritorna in Italia: insegna all’università di Roma e intensifica la sua ormai lunga carriera letteraria. Insignito di vari premi, nel 1962 è anche eletto presidente della Comunità europea degli scrittori.
La prima opera di Ungaretti, Allegria di naufragi, risale al 1919, ed è profondamente segnata dalla prima guerra mondiale, esperienza vissuta in prima persona da Ungaretti; nel 1933 pubblica Sentimento del tempo e nel 1942 dà alle stampe la prima raccolta completa dei suoi versi, sotto il titolo Vita di un uomo, arricchita poi in varie riprese. Altre opere sono Il dolore(1947), La terra promessa(1950) e Il taccuino del vecchio(1960). Ungaretti muore a Milano, in età avanzata, nel 1970.

 


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