Città vecchia

Trieste

Spesso, per ritornare alla mia casa
Prendo un’oscura via di città vecchia.
Giallo in qualche pozzanghera si specchia
Qualche fanale, e affollata è la strada.

Qui tra la gente che viene che va
Dall’osteria alla casa o al lupanare,
dove son merci ed uomini il detrito
di un gran porto di mare,
io ritrovo, passando, l’infinito
nell’umiltà.
Qui prostituta e marinaio, il vecchio
Che bestemmia, la femmina che bega,
il dragone che siede alla bottega
del friggitore,
la tumultuante giovane impazzita
d’amore,
sono tutte creature della vita
e del dolore;
s’agita in esse, come in me, il Signore.

Qui degli umili sento in compagnia
Il mio pensiero farsi
Più puro dove più turpe è la via.

(da Trieste e una donna, 1910-1912)

 

In "Città vecchia" Saba descrive lo squallido quartiere del porto, facendone intendere con pochi accenni il degrado che fa da naturale sfondo alle miserie umane. Ma, con ritmo via via crescente, la poesia consegna le povere azioni di tutti i giorni e i sinceri sentimenti delle persone più semplici all’infinito e, quindi, a Dio.

Si avverte distintamente l’intimo coinvolgimento del poeta che, attratto dall’umanità che lo circonda, si sofferma a riflettere sulla vita delle persone più umili, incontrate lungo le vie più oscure di Trieste, e finisce per riscoprire in loro la presenza dell’infinito e del "Signore". E il suo "pensiero" diventa "più puro" quanto più degradante è l’emarginazione che colpisce quell’umanità non inquadrabile negli scontati schemi sociali, presupposto indispensabile per la tranquillità dei "benpensanti".

Il poeta, sentendosi parte integrante della città, si confonde e si mescola con i suoi abitanti, nei quali individua le sue stesse esigenze, la sua stessa aspirazione verso l’infinito, la stessa ricerca della vita vera da percorrere per giungere al Signore. Non c’è smarrimento, ma un sentimento di vitalità e di partecipazione a un’umanità semplice e unita da valori basilari. La città è connotata da scene quotidiane intensamente vitali.

(Valentina Morello)

Bibliografia: Saba, ANTONIO PINCHERA, La Nuova Italia, Firenze 1974
Per conoscere Saba, a cura di MARIO LA VAGETTO, Oscar Mondadori, Milano 1981
La scrittura e l’interpretazione, AA.VV., G.B. Palumbo Editore, Firenze 1998