ALICI MARINATE

Nel mio sguardo immobile e sfuocato compaiono immagini nitidissime. Gesti ripetuti di un passato recente, quando in una cucina superpatinata di acciaio inossidabile toglievo la testa ad alici indifese. Il pollice nell'incavo delle branchie, sfilo le viscere che cadono nel fondo del lavello, rosso porpora che si espande. Apro il corpo in due fino alla coda, tolgo la lisca e la getto via. in fondo al bidone montagne di endoscheletri.
Ed invece della sensazione gelata delle mani fredde, vorrei muovermi per espandere il senso di colpa e metterlo in un piatto, da mangiare ed eliminare per sempre.

Tratto da Studio per un ricettario di Michela Potito

Michela Potito