L’OBBLIGO SCOLASTICO TAROCCATO DEL MINISTRO MORATTI

 

Giovedi sera in TV il ministro Moratti nel vantare l’avvenuta approvazione dei decreti su alternanza scuola-lavoro e diritto-dovere, in chiara chiave preelettorale (potevano essere varati un mese fa o tra un mese non ci sarebbero state differenze!), si è lasciata andare a parlare di obbligo scolastico portato a 18 anni.

 

Ciò è falso per 4 buoni ed evidenti motivi.

 

Primo motivo: se l’obbligo scolastico, espressione prevista da quella stessa Costituzione Repubblicana che il governo si appresta a stravolgere, è stato davvero portato a 18 anni,  perché il decreto non parla di obbligo scolastico, ma di diritto-dovere? E’ già stato dimostrato che non sono la stessa cosa e infatti il decreto dice che sarà garantito il diritto all’istruzione e alla formazione fino a 18 anni, equivocando su termini e compiti: una cosa è garantire un diritto e un’altra prevedere un obbligo. Per esempio, a me come ad altri lo Stato garantì bene o male il diritto allo studio fino a 24 anni, cioè fino a quando mi laureai, costruendo e finanziando il liceo milanese e  l’università anch’essa milanese in cui studiai,  attribuendomi una borsa di studio prima e un presalario poi e esentandomi dalle tasse universitarie per i buoni voti ottenuti. Ma fu obbligato a provvedere alla scuola nel paesino dove ero nato e mi obbligò a studiare almeno fino ai 14 anni in ogni caso. E come me tutti i miei compagni di scuola, compresi quelli che all’università e al liceo non ebbero la fortuna di andarci. Confondendo i due termini la Moratti lascia l’obbligo dov’è (ma solo perché e finché lo prevede la Costituzione) e si copre le spalle (per non dir qualcos’altro) per ridurre il diritto: infatti nella sua legge lo Stato garantirà dell’istruzione solo i “livelli essenziali” (testuale)

 

Secondo motivo: il decreto prevede che il diritto-dovere in prima applicazione si espleti non per 12 ma per 10 anni. Quindi per ora, ammesso e non concesso che di obbligo si tratti e non di diritto-dovere, tutt’al più è garantito fino a 16 anni e non fino a 18.

 

Terzo motivo:  secondo il decreto, al diritto-dovere all’istruzione e alla formazione fino 18 anni fanno eccezione coloro che conseguono una qualifica  professionale prima. Ma la riforma predisposta dalla Moratti e i corsi integrati sponsorizzati dal MIUR prevedono che una qualifica si ottenga tra i 16 e i 17 anni e non a 18. Quindi tutti coloro che frequenteranno il cosiddetto canale dell’istruzione e della formazione professionale potranno uscire dalla scuola prima dei 18 anni. Oggi all’istruzione professionale va il 23% degli alunni ( circa 700.000 ragazzi, dei quali circa 500.000 arrivano ben oltre la qualifica, fino alla maturità professionale), ma in questo settore, in base alla riforma, potrebbe ricadere anche l’istruzione tecnica. In questo caso circa il 60% degli adolescenti  sarebbe potenzialmente esentato dal frequentare la scuola fino a 18 anni (mentre già oggi, per chi non lo sapesse, ben il 65% degli adolescenti italiani raggiunge il diploma di maturità)

 

Quarto motivo: secondo il decreto al diritto-dovere all’istruzione “si assolve” anche lavorando in apprendistato. Che cosa sia l’apprendistato in Italia lo sanno tutti: tranne rare eccezioni, lavoro sottopagato senza nessuna formazione. Era così normalmente fino a qualche anno fa quando la legge prevedeva almeno 120 ore di formazione professionale (non di scuola!) . Figuramoci oggi quando la nuova normativa sull’apprendistato ( Decreto 276 applicativo della Legge 30 sul mercato del lavoro) non prevede neppure quelle ore, ma prevede che l’azienda possa arrangiarsi come meglio crede. Quindi in realtà, si può chiamarlo come si vuole, ma per questa parte di adolescenti l’obbligo scolastico termina inesorabilmente a 14 anni e quello formativo, se mai c’è, a 15 quando scade il divieto ad assumere gli adolescenti

 

Altro che innalzamento dell’obbligo scolastico a 18 anni! Le bugie hanno le gambe corte anche per i ministri: per ben che vada la Moratti legittima lo stato di cose presenti e l’Italia non tarderà a rendersi conto dell’ennesima “sola” che le è stata rifilata. Anche perché se non se ne accorgerà da sola ci penserà l’Europa a far sì che se ne accorga, come è già successo per altre “sole”.

Per maggiore chiarezza sul problema: quando l’Unione Europea in base al programma di Lisbona parla di portare entro il 2010 l’80% dei diciottenni a raggiungere un diploma secondario superiore parla del diploma di maturità non di una qualifica da prendersi a 16 o 17 anni e quando parla di apprendistato come formazione in alternanza parla di un percorso a metà scuola (600-700 ore annue) e metà lavoro, nel quale, di fatto, si entra a 16 anni compiuti, non del nostro apprendistato senza formazione e nemmeno dell’alternanza scuola lavoro, prevista dall’altro decreto della Moratti, che sono solo stages gratuiti regalati alle aziende.

 

Il Ministro così facendo, chi spera di imbrogliare?

 

Pino Patroncini

25 marzo 2005