ItaliOggi 01/03/05

ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, presenterà questa settimana un nuovo
testo di decreto sul secondo ciclo.

E intanto la Moratti aggiorna il testo.

Per venire incontro, questo dovrebbe essere l'obiettivo, alle regioni che sono
divise sul destino degli istituti tecnici e professionali. Queste le novità
emerse dall'incontro tra ministro e regioni che si è tenuto mercoledì scorso.

Il ministro avrebbe voluto che all'incontro partecipassero anche i sindacati
della scuola, ma si è svolto senza la loro presenza, perché le regioni non hanno
ritenuto opportuno confondere la discussione sulla riforma dell'ordinamento con
quella sulle conseguenze sul personale.

Il ministro ha indicato in un documento le linee che seguirà nel formulare il
nuovo testo accogliendo alcune delle richieste delle regioni (vedi ItaliaOggi
del 15 febbraio):

. intesa e non parere in conferenza unificata sulle parti del testo che
riguardano l'istruzione e formazione professionale (Ifp);

. pari dignità tra i percorsi nei licei e nella Ifp;

. alleggerimento dei livelli essenziali delle prestazioni che devono essere
assicurati nell'Ifp e rinvio della definizione degli standard ad accordi in sede
della conferenza unificata;

. maggiore chiarezza sul carattere nazionale dei titoli finali, dei diplomi e
delle certificazioni, che devono consentire i passaggi tra licei e Ifp ed essere
in linea con gli indirizzi europei;

. costituzione di un fondo apposito per finanzia re i corsi sperimentali
triennali organizzati dalle regioni dopo l'abrogazione della legge n. 9
sull'obbligo scolastico nella secondaria superiore.

Il ministro ha anche proposto di definire insieme alle regioni le norme
transitorie che dovrebbero regolare il passaggio al nuovo ordinamento. Le
regioni hanno ricordato al ministro che altri punti non hanno ancora trovato
risposta, in particolare: il finanziamento della riforma, la quota regionale dei
piani di studio nazionali dei licei, la completa attuazione del periodo del
diritto-dovere, oggi fermo al primo anno della secondaria superiore.

Sul destino degli istituti tecnici professionali le regioni sembrano divise. Gli
assessori all'istruzione delle regioni di centro-sinistra hanno chiesto di non
ripartire le istituzioni formative tra stato e regioni, "ripartizione che
avrebbe conseguenze pesantemente negative sull'utenza e sul personale docente".
Le regioni del centro-destra, invece, sembrano orientate a chiedere il passaggio
degli istituti tecnici professionali alle regioni.



ItaliOggi 02/03/05

Il ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, incontrerà domani le parti
sociali.

Riforma scuola secondaria, una nuova bozza di decreto

Grandi manovre a viale Trastevere per riformare la riforma della scuola
secondaria. Dopo aver raccolto, la scorsa settimana, molti no sul decreto che
innova le superiori anche dalle regioni (si veda ItaliaOggi di ieri), il
ministro dell'istruzione, Letizia Moratti, presenterà domani ai sindacati una
nuova bozza di decreto. Sotto torchio in particolare il quadro orario e il
destino degli istituti tecnici e professionali. I tecnici di viale Trastevere
sono al lavoro per mettere a punto una bozza di decreto che sia il più possibile
definitiva, per uscire dall'aleatorietà dei precedenti incontri con le parti e
arrivare a un punto fermo. Si tratterebbe del terzo articolato in tre mesi. In
primo piano, l'articolazione oraria. L'educazione fisica, per esempio, era stata
concentrata in un'ora obbligatoria settimanale, ora dovrebbe essere riportata a
due ore obbligatorie. Ancora da decidere a quale disciplina togliere l'ora che
serve, fermo restando che il quadro orario complessivo non dovrebbe cambiare. I
sindacati, invece, chiedono che la riduzione oraria di circa il 10% sia
cancellata per evitare la corrispondente contrazione degli organici.
Modifiche in arrivo anche per gli Osa, i profili di uscita degli istituti
tecnici assorbiti nei licei. La modifica dovrebbe garantire una maggiore
professionalizzazione delle discipline, per rispondere anche alle critiche del
mondo del lavoro che lamentano una perdita in termini di formazione dei nuovi
percorsi.

Nel decreto è inoltre stato sostituito il previsto parere con le regioni con
l'intesa: sarà dunque necessario un accordo in Conferenza unificata sul decreto,
limitatamente però alle parti del testo che riguardano l'istruzione e la
formazione professionale (Ifp). Dovrà poi essere chiarito il carattere nazionale
dei titoli finali, dei diplomi e delle certificazioni, che dovranno consentire i
passaggi tra licei e la formazione professionale ed essere in linea con gli
indirizzi europei. Ministero e regioni dovrebbero disciplinare assieme anche le
norme transitorie che dovrebbero regolare il passaggio dall'attuale secondaria
superiore al nuovo ordinamento.

Ancora da giocarsi, poi, la partita sul destino degli istituti tecnici
professionali: mentre le regioni di centro-sinistra chiedono chiaramente che
restino nel sistema statale, le regioni del centro-destra sono invece d'accordo
a vedersi assegnare questa competenza.

Intanto a giorni dovrebbe essere firmato anche il decreto ministeriale sugli
organici della scuola. ´Bisogna dare stabilità al personale, parallelamente alla
riforma', dice Massimo Di Menna, segretario Uil scuola, ´sia per garantire la
qualità dell'offerta formativa, assicurando continuità didattica agli allievi, e
sia per dare certezze e serenità ai docenti'. Sul fronte docenti, il ministro
Moratti ha confermato che è allo studio del ministero un provvedimento per
sanare il precariato. ´Sugli organici e sui precari il ministro Moratti fa solo
annunci. La nostra risposta è un disegno di legge per il ripristino degli
organici', ha controbattutto Chiara Acciarini (Ds), ´che garantiscono il tempo
pieno e il tempo prolungato per il prossimo anno scolastico'. Critiche
all'operato del governo giungono anche dalla Cisl scuola. ´Mentre non ci sono
ancora atti concreti sul fronte della regolarizzazione degli insegnanti, il
senato pensa a immettere in ruolo, con un emendamento di maggioranza, quei
presidi che hanno vinto il concorso senza averne i titoli', dice Francesco
Scrima, segretario Cisl scuola. ´La senzazione è che il governo proceda in
ordine sparso, senza un progetto unitario che sia capace di risolvere veramente
i problemi della scuola', rileva Enrico Panini, segretario Cgil scuola e
università.