Documento di lavoro per la campagna referendaria

Premessa

Il voto è fissato per il 18 novembre 2001. Se, come è probabile, il referendum regionale sarà svolto nella stessa data di quello nazionale sulla riforma della seconda parte della Costituzione (federalismo), la data può essere ancora più ravvicinata.
Pertanto è urgente mettere in moto la macchina organizzativa entro l'estate in modo da poter sfruttare già il periodo estivo (feste, ecc..) e partire in modo deciso ed efficace dal 1 settembre.

1) Percezione della scuola da parte dei cittadini emiliani
La scuola è vista dai cittadini emiliani come una risorsa pubblica che garantisce, attraverso la qualità dell'offerta pubblica, un livello elevato di istruzione ai bambini e ai giovani.
Vi è buona consapevolezza che il modello di scuola è direttamente legato al modello di società e che pertanto intervenire sulla scuola significa intervenire sui diritti di tutti, in particolare sulle prospettive sociali dei figli.
In particolare è alta la consapevolezza della qualità delle scuole dell'infanzia comunali (vedi esperienza di Reggio Emilia) ed elementari. In tutta la regione le scuole dell'infanzia sono state una conquista popolare costruite dall'UDI e poi fatte proprie dalle Amministrazioni comunali.
In tutta la regione è presente l'esperienza molto positiva dei tempi pieni elementari che ha influito sulla riforma delle elementari.
La scuola pubblica è vista pertanto come cosa propria dalla gran parte dei cittadini, al di là dell'orientamento politico. Il 95 % degli emiliano romagnoli manda i figli alla scuola pubblica.
Le scuole private della regione sono di bassa qualità.

2) Sondaggi
Tutti i sondaggi nazionali danno il 70% dei cittadini contrari ai finanziamenti alle scuole private
Un recente sondaggio CIRM nazionale dava il 51% contro il buono scuola, a favore il 36%.
Il sondaggio regionale BPA del gennaio 2000 dava oltre il 52% contrario alla Legge Rivola, con il 27% molto contrario.
Un recentissimo sondaggio SGW sul Comune di Bologna dal 54% contro i buoni scuola comunali, contro un 40% favorevole.
La raccolta di firme in corso nel Comune di Bologna sta confermando gli ottimi risultati di quella regionale: la consistenza dell'adesione è la stessa; sono numerosi i cittadini che dichiarano di aver già firmato anche per quello regionale.

3) Situazione sociale in cui si svolgerà il referendum
Il tema del futuro del sistema scolastico nazionale disegnato dalla Costituzione sarà all'attenzione del mondo della scuola e dell'opinione pubblica nel prossimo autunno, a causa degli interventi del nuovo Governo. Il nuovo Ministro ha già dichiarato che saranno introdotti i buoni scuola e si darà corso alla parificazione fra pubblico e privato. Il CCD-CDU ha già presentato una proposta di legge di revisione dell'art. 33 della Costituzione.
Sarà pertanto messa in discussione la centralità della scuola pubblica.

4) Oggetto del referendum
Il quesito referendario ha come sintesi, che apparirà sulla scheda elettorale,: "Volete voi abrogare le parti della legge che introducono sia il coordinamento e l'integrazione fra le offerte educative statali e non statali sia il finanziamento delle scuole non statali in modo diretto ed indiretto ?"
L'abrogazione proposta è quindi parziale, l'approvazione del quesito da parte della maggioranza dei cittadini provocherà:
a) L'eliminazione dei contributi diretti alle scuole private (ogni anno 5,2 miliardi regionali più 16 miliardi comunali alle sole materne private);
b) La trasformazione dei buoni scuola a rimborso di tutte le spese scolastiche (comprese le rette delle scuole private, con evidente vantaggio per chi frequenta le private) sostenute dagli alunni meritevoli e bisognosi in assegni uguali a parità di reddito e grado di scuola frequentata, sia pubblica sia privata..

5) Carattere della campagna del Comitato promotore
Il tema del referendum è quello della centralità della scuola pubblica nel nostro paese.
La campagna deve puntare ad un voto di principio sulla laicità dello Stato e sul valore positivo in termini di qualità, uguaglianza, libertà della scuola pubblica.
Occorre puntare su un voto trasversale all'orientamento politico, che evochi le battaglie sull'aborto e sul divorzio.
Si vince se il voto è svincolato dal riferimento alle scelte elettorali, ma è sul merito della questione di fondo:
Per i cittadini è meglio una scuola pubblica per tutti e di tutti o tante scuole private per pochi?
Può un sistema di scuole private garantire a tutti un livello d'istruzione uguale qualitativamente e quantitativamente a quello della scuola pubblica?
Possono essere usate le risorse pubbliche, quelle ricavate dai contributi di ciascuno, per sostenere le scelte private?
Occorre chiarire che l'obiettivo del referendum non è di annullare l'esistenza delle scuole private, che è garantita dalla Costituzione, e nemmeno di impedire il sostegno pubblico al diritto allo studio di tutti, ma quello di evitare l'uso di risorse pubbliche a favore di un'attività privata.
Occorre chiarire che il sì al referendum comporterà maggiori risorse pubbliche alle scuole pubbliche, che hanno gravi carenze edilizie, nella messa in sicurezza, nelle attrezzature.
La campagna potrà essere articolata per aree di riferimento dai diversi soggetti componenti il Comitato e da altri che si aggiungeranno.

5) Alcuni slogan
Scuole private ve le pagate!
E' meglio una buona scuola pubblica per tutti che tante scuole private per pochi!
I soldi pubblici alle scuole pubbliche!
Il diritto allo studio è universale; no ai privilegi!
Difendi la scuola pubblica, difendi la Costituzione!
Scuola pubblica = libertà, uguaglianza, pluralismo.
Se voti Sì al referendum le risorse pubbliche andranno solo alla scuola pubblica.
VOTA SI, decidi tu: le risorse pubbliche devono andare solo alla scuola pubblica!

6) Problemi organizzativi della campagna
a) Il problema del raggiungimento del quorum dovrebbe essere facilitato nel caso del probabile accorpamento del referendum regionale con quello nazionale sulla riforma costituzionale; le ultime notizie sono che la data del nazionale dovrebbe essere ai primi di novembre, quindi sarebbe proprio concomitante.
b) Il problema principale iniziale è informare i cittadini sulla scadenza del 18 novembre: questo compito spetta a noi, visto che la campagna vera e propria (i cartelloni, i certificati, ecc.) sarà fatta negli ultimi 30 giorni. La campagna va pertanto divisa in due fasi.
c) La nostra forza è la mobilitazione di base; in sintonia con quanto è avvenuto durante la raccolta occorre produrre una mobilitazione spontanea a livello locale, che inneschi un processo a cascata.
Fase 1: promozione-raccolta fondi. Lancio della campagna

a) Ci rivolgeremo ai 60.000 firmatari perché siano loro i protagonisti della campagna. Occorre far avere loro il materiale di base per poter operare (un manifesto, un volantino, le informazioni essenziali, ecc..) e dare un punto di riferimento per ogni provincia.
Devono essere urgentemente ricostituiti i Comitati provinciali con una sede a disposizione.
Sarà individuata una nuova sede a livello regionale.

b) E' bene ipotizzare la creazione sia a livello locale sia regionale di altri Comitati per il SI, che siano in grado di allargare l'adesione al referendum, coinvolgendo intellettuali, appartenenti a partiti, sindacati, associazioni, che non siano stati coinvolti nella fase della raccolta delle firme.

c) Occorre avere a disposizione circa 200 milioni: almeno 90 iniziali + 40 da prendere in prestito puntando sul rimborso + 100 da raccogliere. I 100 debbono essere raccolti in tutta la regione costruendo un elenco di 1000 persone orientate a favore della battaglia in ambienti come Università, Avvocati, Giudici, Presidi di scuola pubblica, intellettuali, imprenditori, cui chiedere 100.000 lire ciascuno. Ovviamente vanno bene anche le collette. Sarà predisposto allo scopo un ricevutario ufficiale.

d) Occorre verificare la possibilità di avere contributi dalle Comunità religiose non cattoliche e dai Partiti favorevoli o loro esponenti: PdCI, SDI, Repubblicani, Verdi, Liberali laici, Lista di Pietro.

e) Saranno a disposizione una serie di strumenti di informazione e propaganda quali volantini, manifesti, gadget, magliette, destinati ai volontari e finalizzate alla propaganda e alla raccolta fondi.

f) Occorre predisporre un sito ufficiale del Comitato promotore, dove siano reperibili materiali e informazioni. Per ora sono disponibili i siti di alcuni Comitati locali, in particolare quello di Bologna contiene già molto materiale e dati:
Comitato bolognese Scuola e Costituzione: www.comune.bologna.it/iperbole/coscost
Comitato Scuola e Costituzione di Ravenna: www.racine.ra.it/scuolacostra
Comitato difesa scuola pubblica di Ferrara: www.genie.it/utenti/scuolaferrara

g) Occorre programmare una serie di iniziative di promozione e raccolta fondi a livello locale, sfruttando le feste previste durante l'estate (lotterie, gare per bambini, appuntamenti musicali…).

h) Esiste già un conto corrente bancario: Rolo banca, filiale Bologna 15, conto corrente n. 43826.

Fase 2: campagna vera e propria.

a) Vanno pianificati: l'intervento dei mezzi di comunicazione, l'uso di poster di grandi dimensioni, i manifesti da affiggere sui tabelloni elettorali, manifestazioni e incontri, predisposizione di materiale informativo, banchetti davanti alle scuole e nel luoghi più affollati.
b) Vanno preparati i rapporti con i media (rassegna stampa…), gli interventi in TV e radio.
c) Vanno preparati appelli per il voto di testimoni conosciuti a livello locale e regionale.

Calendario delle riunioni provinciali (da concordare anche due nella stessa giornata)

25 giugno: Modena
26 giugno: Reggio
27 giugno: Rimini
28 giugno: Parma
29 giugno: Ferrara
2 luglio: Ravenna
3 luglio: Forlì-Cesena
4 luglio:Piacenza
5 luglio: Bologna, Imola.