Il 7 ottobre tutti i cittadini sono chiamati a votare sulla revisione della nostra Costituzione.

E' un momento importante della vita democratica del nostro paese, al quale invitiamo a partecipare tutti gli elettori.

Noi votiamo NO

Per difendere la Costituzione e
il modello di società unitaria, solidale, laica, pluralista, democratica
da essa disegnata.

Per contrastare i disegni iperliberisti del centrodestra
e la volontà disgregatrice dell'unità nazionale della Lega.

La proposta di riforma costituzionale oggetto del voto:

1) Non introduce un federalismo fondato sul rapporto tra valorizzazione dell'autogoverno locale e vincoli della cooperazione e della coesione sul piano nazionale, ma disgrega la dimensione unitaria dello Stato in una sommatoria di entità e competenze frazionate (Comuni, Provincie, Città metropolitane, Regioni, Stato);
2) Introduce una legislazione "concorrente" fra Stato e Regioni in materie fondamentali come l'istruzione, la sanità, la tutela e sicurezza del lavoro, la previdenza, la ricerca scientifica, i beni culturali, senza definire i principi fondamentali della legislazione fondamentale dello Stato;
3) Elimina i controlli statali sulle leggi regionali, che diventerebbero autoapplicative, con ciò favorendo una dilatazione abnorme della legislazione regionale, che potrebbe portare ad una vera e propria balcanizzazione degli ordinamenti su materie come la scuola, il lavoro, la previdenza, la sanità e a una differenziazione territoriale dei diritti fondamentali dei cittadini e dei diritti sociali dei lavoratori;
4) Non prevede un Senato o una Camera federale, come sede di rappresentanza e di vincolo di cooperazione dei territori: essa manca quindi del requisito essenziale che fonda il carattere unitario dello Stato, come accade in tutti i paesi federali, dagli Stati Uniti alla Repubblica federale tedesca.
5) Introduce nella Costituzione il principio di "sussidiarietà". Scuola, sanità, assistenza, previdenza, cultura e tutti i servizi sociali verranno svolti anzitutto dai privati e poi, solo se questi si dimostrano incapaci di assicurarli, dovranno essere svolti dagli enti pubblici. Ciò in evidente contrasto con la prima parte della Costituzione;
6) Garantisce l'uguaglianza dei cittadini solo per quanto riguarda i servizi essenziali, cioè minimi.


Noi siamo favorevoli ad una riforma seria, che rafforzi al tempo stesso l'autogoverno e la coesione sociale a livello nazionale.

Se pochi cittadini voteranno, la maggioranza di Governo avrà buon gioco a introdurre modifiche costituzionali anche sulla prima parte della Costituzione.
Noi pensiamo che la riforma "federale" della Costituzione richieda un ampio consenso dei cittadini e che approvare questa riforma favorirà le intenzioni di "devolution", cioè di disgregazione dello Stato nazionale della attuale maggioranza di Governo.
Non a caso otto presidenti di regione del centrodestra, tra cui Formigoni, si sono già pronunciati per il SI'.

ATTENZIONE: I REFERENDUM COSTITUZIONALI SONO VALIDI COMUNQUE, ANCHE SE NON VOTA IL 51% . LA RIFORMA SARA' APPROVATA O NO DALLA MAGGIORANZA DEI VOTI VALIDI.

Non partecipare al voto vuol dire consegnare alla maggioranza di Governo la decisione sull'assetto futuro della nostra Repubblica.

Bologna 24 settembre 2001


Giuseppe Ugo Rescigno, Giovanni Cimbalo, Luigi Mariucci, Bruno Moretto, Giancarla Codrignani, Giorgio Tassinari, Massimo Aquilante, Roberto Sconciaforni, Alessandro Palmi, Filippo Boriani, Luciano Naldesi, Vincenzo Matteuzzi.