FRANCIA: NUOVO SCIOPERO CONTRO IL GOVERNO.

Lunedì 19 maggio. Discussione nel parlamento francese sulla legge che modifica il regime pensionistico, portando a 40 anni il limite minimo per il pensionamento nel pubblico impiego, oggi a 37 anni e mezzo. E nuovo sciopero del fronte sindacale ( da cui però si sono ritirati Cfdt e Cgc, mentre Fo si è riaggregata) nel pubblico impiego: secondo la Fsu lo sciopero ha visto la partecipazione del 70% del personale nella scuola primaria e tra il 50% e il 60% nella secondaria. Secondo i sindacati circa 800.000 persone (circa 500.000 secondo la polizia) hanno preso complessivamente parte alle manifestazioni che si sono svolte in 70 città.

Ma oltre alla riuscita di questo sciopero, il terzo interprofessionale in poco più di un mese, il settimo per la scuola in questo anno scolastico, è il movimento che sta prendendo corpo che colpisce l’opinione pubblica. Ci sono situazioni che dopo il precedente sciopero del 13 maggio non hanno ancora ripreso il lavoro in forma stabile. Anche il week-end del 17-18 maggio è stato punteggiato da numerose manifestazioni di insegnanti e impiegati pubblici a Montpellier, Besançon, Tolone, Le Mans, Poitiers. Più che la solita Parigi sembra essere la provincia a fare la parte del leone. E ancora una volta l’epicentro è il Midì: a Perpignano sono scese in piazza secondo la polizia 2.000 persone, a Salon de Provence 150 insegnanti hanno contestato Chirac che celebrava le vecchie glorie dell’aviazione francese in un aeroporto del luogo. A Montauban e nell’Ariege ci sono state manifestazioni locali. E’ la stessa zona che nel 2000 diede la stura alle proteste che portarono alla caduta di Allégre. E la scuola fa la parte del leone in questo movimento. Oltre alle pensioni nella scuola c’è anche la questione della decentralisation, vale a dire l’attribuzione di un numero maggiore di competenze scolastiche alle regioni e, a breve, il trasferimento a queste ultime di 150.000 bidelli. Per il prossimo 22 maggio è indetto un altro sciopero della scuola.

Gli insegnanti minacciano di bloccare con lo sciopero la fine dell’anno scolastico. E il Ministro dell’educazione Ferry si è affrettato lanciare dalle trasmissioni di France 2 una sfida al movimento dichiarando inaccettabile il boicottaggio degli esami: ha annunciato che il 20 maggio avrebbe riunito i dirigenti e gli ispettori per mettere in atto tutte le misure necessarie per lo svolgimento normale degli esami e che il 27 maggio una riunione del Consiglio dei Ministri sarebbe stata dedicata alla situazione della scuola.

Da parte sua anche il Ministro della funzione pubblica Delevoye dalle trasmissioni di Rtl ha ribadito che l’architettura della riforma non potrà essere smontata. Infatti, se la scuola rappresenta il "corpo d’armata" principale in questa battaglia, non è il solo settore pubblico in campo: ci sono altri settori che non sono da meno. Gli ospedali per esempio: secondo i sindacati numerosi ospedali a Parigi, La Rochelle, Limoges, Angers sono in sciopero illimitato. Così come l’Agenzia nazionale per l’impiego. Si sono attenuati invece gli scioperi nelle ferrovie e nei trasporti metropolitani, anche se qua e là vi sono ancora fermate sporadiche, ma per il 2 giugno i principali sindacati dei ferrovieri hanno già depositato un preavviso di sciopero.

Crescono anche le spinte per un nuovo sciopero generale, ma per ora il principale appuntamento intercategoriale resta la manifestazione nazionale indetta a Parigi per domenica 25 maggio.

In questo quadro al congresso socialista di Digione, che ha visto l’affermazione del nuovo leader Hollande, il partito ha deciso di "sposare" il cosiddetto "movimento sociale" , vale a dire l’insieme dei movimenti che dai social forum al movimento sindacale stanno ravvivando nelle strade e nelle piazze la vita politica francese. Grande impressione ha fatto l’accoglienza riservata nel congresso alla Cgt di Bernard Thibault, l’indipendente che sembra accreditare la fine del ruolo di cinghia di trasmissione del Pcf della principale confederazione sindacale. Le Monde parla di un nuovo partenariato Ps-Cgt. Cosa non da poco se si pensa che ai tempi della Sfio e fino al 1971 l’ascesa a ruoli dirigenti nel sindacato filocomunista era costata l’espulsione dal partito a esponenti socialisti e che nel Ps di Mitterand solo il 6% degli iscritti risultava iscritto alla Cgt e mentre il 24% era iscritto alla Cfdt.

Sempre sul terreno politico, ma sul fronte opposto, l’Ump, il nuovo partito che raccoglie tutta la Destra intorno a Chirac, ha deciso che avvierà una campagna per "ristabilire la verità": è evidente che, in Francia come in Italia, tutte le volte che la Destra al potere si trova in difficoltà accusa gli avversari di travisare la realtà . Una sua organizzazione giovanile ha lanciato una campagna contro lo strapotere dei sindacati. sostenendo che una minoranza blocca il paese: tutto il mondo è paese e, nonostante qualcuno sostenga il contrario, l’assenza di fair-play non è una caratteristica della sola vita politica italiana.

Nondimeno l’opinione pubblica non sembra credere molto ai governanti. Secondo un’inchiesta pubblicata da Le Monde il 42% dei francesi per ora sostiene gli scioperanti e il 22% simpatizza con loro, mentre solo il 20% è indifferente e il 15% è ostile o contrario. Si tratta di percentuali di consenso agli scioperanti più alte persino di quelle che nel 1995 portarono a bloccare il progetto Juppè.