Francia

Gennaio

Sciopero generale per la scuola. Martedì 28 gennaio migliaia di insegnanti francesi sono scesi in sciopero ed in manifestazione rispondendo all'appello dei cinque sindacati Fsu, Unsa, Cgt, Cfdt e Faen. Secondo le stime del Ministero dell'educazione lo sciopero ha avuto una adesione del 43% tra gli aiuto-educatori, del 40% nella scuola elementare, del 36% nella scuola media, del 30% nei licei e del 24% tra i non docenti. Gli organizzatori stimano invece un'adesione complessivamente superiore al 50%. Seimila persone hanno sfilato per le vie di Parigi e altre migliaia nelle diverse città, tra cui Marsiglia, Bordeaux, Rennes, St.Etienne . Nella capitale il corteo era aperto dal collettivo degli aiuto-educatori, seguito dal cordone dei dirigenti sindacali e dai docenti di un liceo professionale di La Garenne-Colombes, in sciopero anche per l'aggressione a un insegnante. Vivace la polemica di questi con il ministro-aggiunto Darcos che aveva dichiarato: "Se gli insegnanti non sono capaci di affrontare gli allievi per come sono, che cambino mestiere". I loro cartelli dicevano " Darcos, se non sopporti gli insegnanti, cambia mestiere".
Lo sciopero aveva per oggetto i tagli agli organici ( soprattutto di aiuto-educatori e sorveglianti) e alle risorse scolastiche e i progetti di decentramento alle regioni della gestione scolastica e si tratta della terza mobilitazione nazionale su questo tema, dopo lo sciopero del 17 ottobre e la manifestazione nazionale dell'8 dicembre. Ed è stato mantenuto nonostante il ministro dell'educazione Ferry avesse promesso pochi giorni fa l'assunzione in ruolo di 30.000 docenti e 16.000 ausiliari.
Lo sciopero era stato preceduto da alcuni scioperi e agitazioni settoriali tra il 17 e il 20 di gennaio, come quella degli aiuto-educatori e dei sorveglianti, il settore più colpito dai tagli, e quella dei consiglieri psicologici e d'educazione, che chiedono adeguamenti contrattuali. E il 1 febbraio si annuncia una manifestazione nazionale sulle pensioni.

Febbraio

Manifestazioni per le pensioni. Almeno 500.000 persone hanno complessivamente partecipato alle manifestazioni che si sono tenute in diverse città francesi il 1° febbraio contro i progetti di modificazione del regime pensionistico in vigore. 50.000 persone hanno partecipato al corteo di Parigi, nonostante una tempesta di neve e lo sciopero delle metropolitane suburbane. 50.000 manifestanti anche a Marsiglia, 20.000 a Bordeaux e a Lione, 25.000 a Tolosa e a Rennes, 10.000 a St. Etienne. Il grosso dei cortei era formato dai lavoratori del pubblico impiego e della scuola che vedono messo in discussione il diritto ad andare in pensione dopo 37 anni e mezzo ( contro i 40 degli altri settori). La manifestazione era organizzata praticamente da tutti i principali sindacati (Cgt, Cfdt, Fo, Unsa, Fsu), i cui dirigenti si sono detti soddisfatti delle mobilitazioni. 

Elezioni professionali tra gli aiuto-educatori. Gli aiuto- educatori, i 60.000 precari francesi assunti a contratto per attività di vigilanza supplenza animazione e laboratorio, sono oggi nell’occhi del ciclone visto che l’attuale governo ne prevede la graduale scomparsa mediante il mancato rinnovo dei contratti quinquennali. Naturale che le loro elezioni professionale acquistassero in questo contesto particolare importanza. Anche tra loro come tra gli insegnanti il sindacato più forte è la Fsu col 50,5% (+ 7,5%). Seguono Unsa col 19,2%, Fo col 15.7%, Cfdt col 8,1% e Cgt col 6,5%.  

Crisi delle vocazioni educative. Gli aspiranti all’insegnamento nella scuola secondaria francese sono quest’anno il 7% in meno dello scorso anno. Al contrario per la scuola primaria sono il 16% in più. Si pensa che tale crisi delle vocazioni sia determinata dalla paura di istituti difficili (la Francia è in testa alle graduatorie europee in tema di violenza scolastica) e lontani (nella scuola secondaria l’organico è nazionale, mentre nella primaria è regionale). Il ministero minimizza su questa situazione dato che vi sono comunque cinque aspiranti per ogni posto disponibile. Tuttavia resta il problema di un turn-over del 40% del corpo docente che, come in tutti i paesi europei (Italia compresa), è previsto da qui al 2010. Il governo precedente aveva previsto una campagna pubblicitaria a favore della scuola e corsi di formazione appositi per incentivare gli aspiranti, ma l’attuale governo trova tutto ciò troppo costoso e pensa che il gioco non valga la candela almeno fino al 2007.

  Marzo

La scuola nuovamente in piazza. Il terzo sciopero della scuola francese dall’inizio dell’anno scolastico si è svolto il 18 marzo, indetto da quattro delle cinque sigle che avevano indetto i precedenti: Fsu, Cgt, Cfdt, Faen. Si è sfilata a livello nazionale l’Unsa, che però ha partecipato a livello locale soprattutto nel Midì e nell’Ile de France. Così come all’agitazione hanno aderito anche sezioni di Force Ouvriere e i collettivi minori aderenti alle organizzazioni sindacali movimentiste e più radicali come Sud e Cnt. A Parigi anzi non sono mancate alcune tensioni tra questi e il servizio d’ordine della Fsu, quando il collettivo dei sorveglianti e degli aiuto educatori, la parte più esposta alla minaccia di soppressione dei posti, ha preso come di solito la testa del corteo. Lo sciopero era indetto su una piattaforma ampia per protestare contro le diverse misure ministeriali che vanno dalla minaccia all’età pensionabile, alla soppressione dei posti precari, alla decentralisation delle competenze scolastiche alle regioni, alla mancanza di risorse contrattuali.
Secondo gli organizzatori lo sciopero ha coinvolto tra il 40 e il 50% del personale. Per il ministero invece si andrebbe dal 26% delle superiori e dei non docenti al 35% di medie ed elementari: una quota più bassa degli scioperi precedenti. La manifestazione più grossa si è avuta a Marsiglia con 20.000 partecipanti, mentre a Parigi il corteo contava circa 10.000 persone. Nell’ordine delle migliaia di persone le manifestazioni nelle altre città.
Secondo il quotidiano Liberation il motore principale di queste mobilitazioni sembra essere l’incertezza che regna nei vari settori della categoria: i docenti dei licei denunciano il degrado educativo, di sorveglianti e aiuto educatori si è già detto, le figure professionali temono la decentralisation, i docenti delle Zep ( aree a rischio) denunciano la riduzione di assistenza sociale e la morte programmata della medicina scolastica.  

Il rigore finanziario penalizza la scuola. Il sindacato francese Snes-Fsu denuncia: 5.000 posti di contractuel saranno soppressi, grazie all’indicazione, diramata dal ministero ai provveditorati, di tirare sulle spese. Negli ultimi anni infatti i provveditori d’oltralpe avevano preso l’abitudine di superare i limiti fissati: nell’anno scolastico 2001-2002 gli ingaggi erano stati 7.000-8.000 oltre le previsioni. Questo personale è quello incaricato di assicurare le sostituzione dei docenti assenti nella secondaria. Secondo lo Snes questa scelta inficia l’obiettivo a suo tempo proclamato dal ministro socialista Allégre: "mai più classi senza insegnanti". Inoltre essa peggiora le condizioni dei titulaires remplaçants,docenti di ruolo simili alle nostre dotazioni aggiuntive, costretti ad operare su aree territoriali più vaste. Il ministero ribatte che in realtà costoro oggi sono impiegati solo per il 60% del loro orario di servizio. 

Promiscuità sessuale e violenze a scuola. Deve essergli preso un colpo ai parlamentari francesi quando il ministro aggiunto Darcos ha denunciato 14.000 casi gravi di violenza sessuale nelle scuole francesi. In effetti si era sbagliato a leggere: i casi sono "solo" 1.400. Un numero comunque cospicuo sotto cui si nascondono fatti che vanno da veri e propri atti punibili penalmente a piccole molestie. Comunque gli atti di violenza fisica a sfondo sessuale sono uno dei 27 tipi di violenza recensiti quotidianamente nelle scuole francesi. Per lo più sono commessi da ragazzi ai danni di ragazze più o meno coetanee. La cosa ha riaperto la discussione sulle classi miste, anche se il ministro non vorrebbe arrivare a riprodurre il caso statunitense, dove si parla di tornare a classi separate secondo il genere. Attualmente su 69.300 scuole francesi solo 90 scuole secondarie e 32 primarie sono riservate ai soli maschi e 83 secondarie e 12 primarie alle sole femmine. E si tratta di scuole private non convenzionate con lo Stato. 

La "fuga" dei cervelli femminili. Tradizionalmente le ragazze riescono meglio dei ragazzi a scuola, dall’elementare alle superiori. Alla fine delle medie il 75% di loro contro il 68% dei ragazzi sceglie il liceo generale o tecnologico. Ma al liceo esse disertano massicciamente le carriere scientifiche per concentrarsi negli indirizzi letterari o commerciali. Il 27% contro il 10% dei maschi scelgono l’indirizzo letterario e nella classi terminali dell’indirizzo tecnologico terziario sono il 60%, mentre sono appena il 40% in quello scientifico e il 10% nel tecnologico industriale. E’ al passaggio dal terzultimo al penultimo anno delle secondarie superiori che si determina la scelta. Ma questo orientamento sessuato continua anche dopo la maturità. Nonostante le ragazze escano mediamente con risultati migliori dei maschi, sono questi a scegliere i percorsi più selettivi: nelle classi preparatorie alle grandes ecoles e corsi superiori similari esse sono solo il 40% ( anche se nel 1980 erano il 30%). Alla base di questi comportamenti c’è un gioco complesso di ragioni sociali e di inerzie culturali, a monte ( le rappresentazioni sessuate condizionano non solo i giochi ma anche gli apprendimenti) e a valle (34% di assistenti femmine, 14% di docenti universitarie; 37% ricercatrici, 21% direttrici di ricerca). E’ quanto emerge da uno studio del Ministero dell’educazione francese. 

Il mercato delle agenzie private prospera sull’angoscia dei genitori. Si chiamano Acadomia, Complétude, Top Profs e sono i corrispettivi d’oltralpe delle nostre Cepu e affini. Anche in Francia il mercato di queste agenzie che fanno corsi particolari di sostegno e ripetizione sta lievitando enormemente. Acadomia dichiara un giro d’affari di 50 milioni di euro all’anno con un tasso di incremento del 50%. Il tutto in una economia informale, dove ormai al piccolo annuncio sulla porta del panettiere si è sostituito il manifesto a caratteri cubitali sotto la metropolitana. Il ricorso alle ripetizioni private che una volta era appannaggio dei ceti più agiati si è ampiamente esteso alle classi medie. Nonostante tutto il male che si può dire della scuola e della sua inutilità avere un diploma è diventato un titolo di normalità in un contesto di incertezza economica.
Lo sviluppo del settore ha indotto le organizzazioni dei genitori francesi, in particolare la Fcpe, a scendere in campo per rivendicare che siano le scuole pubbliche a farsi carico di questi bisogni, che costano dai 120 a i 150 euro mensili. Le materie più richieste sono la matematica, seguita dal francese, l’inglese e la fisica-chimica. Al liceo Carlomagno di Parigi una buona metà degli allievi approfitta di corsi a domicilio, anche se i professori sono contrari. L’ideale sarebbe che i corsi fossero fatti nell’ambito delle scuole, pubblici e gratuiti, e c’è al ministero l’idea di una circolare in tal senso all’inizio del prossimo anno scolastico. Ma Philippe Meirieu, già sottosegretario all’educazione nel governo socialista, che ha collaborato alla riforma dei licei del 1999, mette in guardia: lo sviluppo dei corsi privati non può essere messo tutto in carico alla scuola, esso risente della crescita dell’individualismo nella società e della diffidenza verso le istituzioni. Ma esternalizzare il lavoro per fronteggiare l’insuccesso significa l’insuccesso del lavoro.

Terzo sciopero generale della scuola. Dopo gli scioperi generali del 17 ottobre e del 28 gennaio e  la manifestazione nazionale dell’8 dicembre, il personale della scuola francese è nuovamente chiamato allo sciopero per il 18 marzo dallo stesso fronte sindacale ( da cui però sembra essersi ritirata l’Unsa) che ha indetto le mobilitazioni precedenti. Lo sciopero è di tutti ma a fare la parte del leone saranno soprattutto i Mi-Se e gli aiutoeducatori, vale a dire i precari che già hanno animato agitazioni locali e la settimana di mobilitazione nazionale del 13-17 gennaio scorsi. Il tema principale infatti è il rifiuto del loro licenziamento a favore di improvvisati e ultra-precari assistenti di educazione, già squalificati in partenza dall’opinione pubblica oltre che dalla scuola francese. A questo obiettivo si aggiungono quelli delle manifestazioni precedenti: più risorse, reclutamento e conservazione delle funzioni degli operatori scolastici, opposizione alla regionalizzazione della gestione scolastica.

 Verso l’assemblea nazionale del personale Ata. Quattro sindacati (Fsu, Cgt, Fo, Sud) hanno lanciato a Parigi un appello per una assemblea nazionale degli Atos, gli Ata francesi. In ballo c’è la questione della "decentralisation", la regionalizzazione d’oltralpe: il governo vorrebbe fra le altre cose trasferire alle regioni le competenze su questo personale. J.P. Delevoye, Ministro per la Riforma dello Stato sta cercando di ingraziarsi i sindacati proponendo una commissione per i trasferimenti del personale in cui essi siano rappresentati. Ma a quanto pare non ha troppa fortuna.

 Maggio

Scioperi e manifestazioni per le pensioni. L’intenzione di modificare il regime pensionistico francese sta mettendo in ebollizione la scuola d’oltralpe. Dopo le manifestazioni di febbraio, i lavoratori francesi sono scesi in sciopero il 3 aprile rispondendo all’appello di Cgt, Cfdt, Fo, Unsa, Fsu e Gruppo dei 10. Si sono svolte in quella data 117 manifestazioni con circa 600.000 partecipanti complessivi, secondo gli organizzatori (320.000 secondo il governo). Le manifestazioni più grosse si sono svolte a Parigi e a Marsiglia (80.000), a Tolosa (35.000), a Pau (20.000), a Bordeaux (15.000). La Cfdt non ha partecipato ai cortei trane che col personale del pubblico impiego e della scuola. Scuola e pubblico impiego erano più interessati dalla rivendicazione perché lì la riforma comporterebbe le modifiche maggiori. Gli statali francesi infatti vanno in pensione a 37 anni e mezzo di servizio, gli altri lavoratori a 40. Per questo l’adesione allo sciopero nella scuola è stata molto alta: 66%. Nei settori pubblici allo sciopero hanno aderito anche i sindacati di categoria della cattolica Cftc e dei quadri Cfe-Cfc. Il sindacato della secondaria Snes in congresso nazionale a Tolosa ha sospeso il congresso per partecipare alla manifestazione. Altri settori di rilievo dell’agitazione i trasporti aerei (55%) e ferroviari (50%). Lo sciopero ha rinfocolato la polemica politica: i socialisti hanno definito il primo ministro Raffarin "un Robin Hood dei ricchi", ma questi si è detto intenzionato a portare avanti la riforma, eufemisticamente definita "armonizzazione", entro il 2008. 

 Meno partecipazione del previsto allo sciopero del 6 maggio. Lo sciopero del 6 maggio era il quarto sciopero di categoria della scuola francese, il quinto se si calcola anche quello generale sulle pensioni del 3 aprile. L’adesione non è stata alta: 23% nelle elementari, 25% nei licei, 33% nella scuola media. Una partecipazione decisamente più bassa degli altri scioperi tenuti in precedenza. Almeno secondo i dati ministeriali. Il Ministero tira così un respiro di sollievo, pronosticando la fine rapida del movimento. D’altro avviso sono i sindacati che imputano lo scarso successo al sopraggiungere dell’agitazione sulle pensioni, che costringe insegnanti e personale della scuola a un doppio sforzo. L’alta adesione allo sciopero del 3 aprile (66%) lo confermerebbe e per il 13 maggio è prevista un’altra fermata generale.  

Francia bloccata contro lo smantellamento delle pensioni. Un successo incredibile lo sciopero generale contro la riforma delle pensioni del 13 maggio scorso. Due milioni di persone sono scese nelle strade a protestare. Una mobilitazione e una riuscita dello sciopero che non si vedeva dal  maggio 1968 e con una tendenza a non smobilitare: infatti in molti settori lo sciopero è continuato anche il 14 e un nuovo blocco è previsto da tutti sindacati per il 19, giorno in cui la legge verrà discussa in parlamento. Di fronte alla forza del movimento e alle spinte a continuare ad oltranza, tutti i sindacati, tranne la Cfc e la Cfdt, hanno assunto un atteggiamento di disponibilità. Il sindacato della scuola Fsu ha dato indicazione di continuare la lotta con scelte e iniziative locali. Le poste sono ancora in larga parte bloccate visto che il secondo sindacato del settore (Sud Ptt) ha dato l’indicazione nazionale di continuare, Così come è continuato lo sciopero della metropolitana di Parigi.

Il successo della giornata del 13 nella scuola (80% di scioperanti secondo gli organizzatori, dal 52% al 74% secondo le autorità) ha fatto dimenticare il cattivo andamento dello sciopero di categoria del  6 maggio ( dal 23% al 34% secondo le autorità) e ha dato ragione alle giustificazioni addotte dai sindacalisti che mettevano in luce l’approssimarsi di questo più duro confronto: con il 13 maggio la scuola francese è entrata in sciopero per la sesta volta  in un anno scolastico ( quattro volte per scioperi di categoria e due per scioperi interprofessionali) e il fronte sindacale scolastico ( Fsu-Unsa-Faen-Cgt-Cfdt) ha deciso comunque di aderire compattamente anche allo sciopero di lunedì prossimo.