Comunicato stampa

E’ illegittimo e discriminante il buono scuola previsto dalla Giunta comunale a favore delle famiglie frequentanti le scuole materne private convenzionate

E’ anticostituzionale e al di fuori delle proprie competenze la delibera della Giunta comunale del 22 settembre 2000, che istituisce il "buono scuola" a favore delle famiglie che frequentano le scuole materne private.

Se la scuola dell’infanzia è scuola a tutti gli effetti, i Comuni non hanno alcuna competenza ad intervenire sulla materia. Il diritto allo studio è un diritto universale: non è legittimo favorire gli alunni delle private, anzi solo una parte di questi, quelli che frequentano le convenzionate (57 su 70). Inoltre non è costituzionale che solo i residenti a Bologna godano di tale privilegio a scapito delle decine di non residenti che frequentano le scuole bolognesi o di quelli che frequentano a Casalecchio o San Lazzaro.

La giustificazione che in tal modo si garantisce la libertà di scelta produce un danno evidente verso le centinaia di genitori che da ormai 4 anni non vedono accolta la loro domanda di iscrizione alle scuole comunali.

La Giunta abbia il coraggio di rendere noti i dati sulle liste d’attesa per l’accesso alle scuole dell’infanzia comunali. Se i genitori bolognesi continuano a preferire la scuola pubblica è perché fornisce un’istruzione e servizi migliori.

Il Comune sottrae coscientemente 400 milioni necessari alla istituzione di nuove sezioni pubbliche per dirottarli a favore del privato. Lo scopo dichiarato è quello di costringere i genitori in lista d’attesa a scegliere il privato, che dispone di posti liberi.

Altro che libertà di scelta !! Questa viene compressa da scelte ideologiche ben precise.

Tutto questo viene fatto senza tenere conto non solo del parere dei cittadini che saranno chiamati dal referendum ad esprimersi sui finanziamenti regionali verso le scuole private e le famiglie che le frequentano, ma di quello che entro pochi mesi darà la Corte Costituzionale, chiamata a pronunciarsi sulla legittimità delle convenzioni e del finanziamento regionale e comunale alle scuole materne private, in seguito alla ordinanza n. 1 2000 del maggio scorso con la quale il TAR Emilia Romagna ha rinviato alla Consulta la legge regionale 52 del 1995, che viene ritenuta in contrasto con gli art. 33 e 117 della Costituzione.

La gara di emulazione fra centro sinistra e destra su chi favorisce di più la scuola privata sta creando una situazione di confusione totale ed evidente incostituzionalità.

Il finanziamento diretto alle scuole materne private da parte dello Stato, della Regione (in base prima alla Legge del 1995 e poi alla Rivola), e del Comune di Bologna (dal 1994) arriva a oltre 26 milioni annui per classe, (più di 30 miliardi all’anno in regione), in attesa degli ulteriori contributi per 500 miliardi previsti dalla Legge nazionale di parità.

I buoni scuola sono di 500.000 uguali per tutte le famiglie sotto un certo reddito da parte dello Stato, 800.000 agli alunni delle superiori pubbliche, 1.800.000 a quelli delle private in base alla Legge Rivola, 2 milioni solo per i privati da parte del Comune.

In ogni caso chi deve decidere su questioni di tale rilevanza istituzionale e sociale sono solo i cittadini e la Corte Costituzionale.

Si facciano votare al più presto i cittadini della regione: che siano loro a decidere se lo Stato debba garantire a tutti un livello di istruzione alto o se debbano essere i singoli a gestire, con i soldi di tutti, scuole di tendenza. !!!!

Bologna 26 settembre 2000

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