Documento sul D.D.L. sulla parità scolastica e

sulle proposte di finanziamento delle scuole private,

approvato dall’Assemblea delle Associazioni e dei Comitati

"Per la scuola della Repubblica",

 

Il modello di scuola prefigurato dalla nostra Carta Costituzionale si fonda sulla chiarezza delle finalità formative ed educative e sulla coerenza con i principi ispiratori della prima parte della Costituzione: la Repubblica deve costruire un sistema diffuso in tutto il territorio nazionale, caratterizzato dalla libertà di insegnamento e di accesso.

La Costituzione assegna quindi alla scuola pubblica la funzione di formare i propri cittadini, senza distinzione di sesso, religione, lingua, condizioni economiche e sociali.

Il processo di riforma di cui è necessariamente investita oggi la scuola pubblica richiede, sia per ovvi obblighi normativi, sia per affrontare in modo efficace e adeguato i profondi mutamenti del tessuto sociale, che tende ad assumere sempre più un carattere multi etnico e multi culturale, una forte coerenza con i principi costituzionali.

Solo una scuola autenticamente pluralista e democratica può assicurare il diritto delle nuove generazioni di essere in condizione di poter costruire la propria identità personale attraverso il confronto e il dialogo fra diversi orientamenti ideali e culturali. La libera scelta dei giovani è meglio assicurata da una scuola che al suo interno accoglie tutte le proposte formative e culturali coerenti con i principi e i valori della Costituzione, che da una pluralità di scuole di tendenza.

Scuola pubblica è quindi solo quella in cui il confronto non è inteso solamente come accettazione e riconoscimento delle diversità e delle differenze, ma soprattutto come costruzione di valori rispettosi del diritto di ogni cittadino alla completa realizzazione della propria formazione personale.

Alle scuole private la Costituzione riconosce il diritto di esistere in piena libertà - e perciò senza oneri per lo Stato - e, se intendono rilasciare titoli aventi valore legale, impone determinate condizioni per assicurare ai loro alunni un trattamento equipollente a quello delle scuole statali: parità degli esiti, non parità di finalità o funzioni.

Il D.D.L.sulla parità scolastica recentemente approvato dal Consiglio dei Ministri appare anticostituzionale e gravemente lesivo della funzione della scuola pubblica per i seguenti motivi:

  1. le scuole private convenzionate verrebbero chiamate a concorrere all’offerta formativa delle scuole statali, la cui frequenza la Repubblica è invece tenuta costituzionalmente a garantire a tutti i cittadini. Si creerebbe così un sistema pubblico comprensivo di scuole pubbliche e private, unico in Europa;
  2. si stravolgerebbe la funzione costituzionale della scuola pubblica, luogo fondamentale della formazione del cittadino, a semplice servizio pubblico, erogato in funzione delle compatibilità di bilancio;
  3. le scuole private manterrebbero il loro carattere proprio attraverso la selezione di chi si iscrive e di chi vi insegna, i quali dovrebbero accettare il progetto educativo di tali scuole;
  4. si avvierebbe un inaccettabile processo di "privatizzazione" del sistema formativo pubblico, perché le logiche di appartenenza e di separatezza entrerebbero a pieno titolo fra quelle caratterizzanti l’attività educativa;
  5. si prevederebbero "scuole pubbliche paritarie" dotate di personale volontario o assunto con "contratto di prestazione d’opera", eludendo i vincoli contrattuali pubblici e privati;
  6. verrebbe previsto l’accredito di somme provenienti dal bilancio statale direttamente alle scuole private, ormai considerate pubbliche, in palese contrasto con l’art. 33 della Costituzione.

La legge di riordino dei cicli, l’autonomia, la riforma degli organi collegiali e quella degli esami di maturità, in coerenza con i principi costituzionali, debbono avviare un reale processo di riqualificazione e di riforma del sistema formativo, che riconosca il ruolo centrale della scuola pubblica attraverso un deciso intervento economico, tanto più necessario dopo decenni caratterizzati da politiche di taglio degli investimenti nella formazione. Anche nella finanziaria 1998 sono previsti risparmi per oltre 400 miliardi, derivanti da un ulteriore diminuzione degli organici, e un ulteriore blocco per un anno del pensionamento del personale scolastico.

Desta quindi grande preoccupazione la recente notizia che la Commissione bilancio del Senato ha approvato un emendamento alla finanziaria 1998 destinato ad aumentare i contributi già previsti nel passato per le scuole materne ed elementari private per la funzione sussidiaria che esse svolgevano in alcune realtà e a prevederli per la prima volta anche alle scuole medie, per un totale di 110 miliardi in più. Non è possibile utilizzare risorse pubbliche per finanziare le scuole private: il senso dell’art. 33 è quello di garantire al sistema pubblico tutte le risorse necessarie ad assolvere alla sua funzione così importante.

Un sistema formativo basato sulla esistenza di scuole cattoliche o musulmane, leghiste o meridionaliste, per èlites o per diseredati, annuncia un tempo in cui non è la libertà di ciascuno ad essere esaltata, ma nel quale il riconoscimento reciproco è sostituito dall’esasperazione della propria identità, il confronto dalla distanza dall’altro.

Solo la scuola pubblica o "comune" può trasformare la "diversità" in ricchezza di tutti.

Per tali motivi le Associazioni riunite a Bologna denunciano il carattere incostituzionale del D.D.L. governativo e dell’emendamento approvato dalla Commissione bilancio del Senato ed esprimono vive preoccupazioni per la disinvoltura con cui si accettano da diverse parti violazioni della legge fondamentale dello Stato in essi contenute, impegnano i parlamentari, i rappresentanti istituzionali dello Stato e le forze politiche democratiche a rispettarla fedelmente e a destinare tutte le energie e le risorse disponibili per il potenziamento e la qualificazione della scuola di tutti; ritengono che ogni iniziativa parlamentare in materia debba attendere il pronunciamento della Corte Costituzionale sulla legittimità del finanziamento delle scuole materne private da parte della Regione Emilia Romagna, previsto per i prossimi mesi; invitano i cittadini, gli operatori scolastici e gli studenti a mobilitarsi per la difesa e il rilancio della scuola pubblica.

 

Il documento è stato sottoscritto fino ad oggi 26/11/97 dalle seguenti associazioni:

Associazione "Progetto per la scuola" - Bologna;
Comitato bolognese Scuola e Costituzione;
Comitato di difesa e riqualificazione della scuola pubblica - Ferrara;
Comitato per la difesa e riqualificazione della scuola pubblica - Parma;
Coordinamento insegnanti per la scuola pubblica - Modena;
Comitato Scuola e Costituzione - Ravenna;
C.I.D.I. - Siena;
Comitato democrazia e Costituzione - Roma;
Comitato per la Costituzione "P. Calamandrei" - Firenze;
Comitato per la difesa della scuola pubblica - Firenze;
Comitato per la laicità della scuola Torino;
Comitato per la qualità della scuola - Brescia;
Comitato per la Scuola della Repubblica - Roma;
Comitato Scuola e Costituzione - Genova;
Comitato Scuola e Costituzione - Padova;
Comitato Scuola e Costituzione "B. Turinetti" - Trieste;
Comitato Scuola e Costituzione - Val D’Elsa;
Comitato Scuola e Costituzione - Pescara;
Comitato Scuola e Costituzione - Bari;
Comitato Scuola e Costituzione - Lecce;
CUB Venezia;
CUB Ancona.