Un referendum per far decidere il futuro della scuola ai cittadini

Occorrono 40.000 firme per presentare la proposta referendaria.
I moduli con le firme hanno validità 6 mesi, pertanto le firme debbono essere raccolte in questo arco di tempo.
La campagna referendaria inizierà il 1 Settembre 1999.
E’ prevedibile che si possa andare al voto nel Novembre del 2000.
Il Comitato promotore è articolato in 11 Comitati locali (Piacenza, Parma, Reggio, Modena, Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì, Cesena, Imola, Rimini).
Saranno presenti i moduli per la firma presso le segreterie di tutti i Comuni della regione.
Saranno presenti tavoli per la raccolta in tutti i centri principali a partire dai Comuni capoluogo.

Particolare impegno sarà profuso nella raccolta di firme presso le sedi scolastiche.
Sono più di 400.000 gli studenti che frequentano i vari ordini di scuola in regione (425710 nel 1995/96). Sono quindi più di 800.000 i genitori che verranno coinvolti nella raccolta di firme.
Sono più di 50.000 i docenti e circa 15.000 i non docenti dei vari ordini di scuola.

La campagna referendaria si propone di sviluppare un dibattito in tutta la regione sul futuro della scuola pubblica, che è frequentata da più del 90% degli alunni.
Le scuole pubbliche hanno bisogno di forti investimenti per la messa in sicurezza, per l’edilizia, per l’adeguamento delle attrezzature.
Tutti i cittadini debbono avere a disposizione strutture pubbliche.
Il problema è particolarmente grave nelle scuole dell’infanzia, visto che in tutta la regione esistono liste d’attesa per l’accesso alle strutture pubbliche e oltre 50 Comuni in regione sono sprovvisti di scuole materne pubbliche.
E’ pertanto grave che già oggi tanti fondi pubblici, statali, regionali e comunali vadano a sostenere le scuole private (le sole materne private ricevono in regione più di 35 miliardi all’anno, con contributi di circa 1 milione ad alunno); è gravissimo che si incrementino tali fondi con leggi come quella dell’Emilia Romagna.

Bologna 27/7/99