Note:
Cfr. Alessandro Baricco, Novecento. Un monologo, Milano, Feltrinelli, 1994. Diretto da Gabriele Vacis, interpretato da Eugenio Allegri, e con le selezioni musicali di Roberto Tarasco, Novecento ha debuttato al festival di teatro di Asti nel luglio 1994 e ha avuto un passaggio radiofonico su Radiotre nel dicembre dello stesso anno. Giuseppe Tornatore ha realizzato una versione cinematografica intitolata La leggenda del pianista sull'oceano. Cfr. Paul Gilroy, The Black Atlantic. Modernity and Double Consciousness, Cambridge, Harvard University Press, 1993. George Lipsitz, Dangerous Crossroads. Popular Music, Postmodernism and the Poetics of Place, New York, Verso, 1994, p.43. Alessandro Baricco, Barnum. Cronache dal Grande Show, Milano, Feltrinelli, 1995, p.40. Giorgio Rimondi, a c., Jazz Band. Percorsi letterari fra avanguardia, consumo e musica sincopata, Milano, Mursia, 1994, p.14. Senza voler ripercorrere l'attuale "Titanicmania" - film, commedie musicali a Broadway, quasi-sinfonie, siti internet con chilometriche bibliografie dedicate a quanto è stato scritto sul Titanic - vorrei comunque evocare risonanze non troppo lontane della pop culture italiana come il Fellini di E la nave va ... (1984), con il tragico destino del transatlantico intrecciato con l'opera, il melodramma - dopotutto, il passaggio del Rex di Amarcord (1973) resta una delle icone più precise dell'immaginario cinematografico italiano -, e come lavori di cantautori come l'album Titanic (1982) di Francesco De Gregori, o certe canzoni dai forti toni "transatlantici" e/o "emigranti" di Ivano Fossati, come "Le signore del ponte-lance" (dall'album La pianta del tè, 1988, in cui il capitano francese "[Il] a de bons marins / Qui viennent d'Italie") o "Italiani d'Argentina" (dall'album Discanto, 1990, un cui bel verso segnatamente dice: "la distanza è atlantica"). Fossati è genovese ed è utile sottolineare la produttività di una catena associativa porto-nave-marinai: Eugenio Allegri, protagonista del monologo di Novecento, adotta un curioso accento genovese (taluni critici paiono propendere per inflessioni piemontesi, o persino vaghe sfumature yiddish), magari proprio per sottolineare il destino comune di marinai ed emigranti. Baricco, Barnum. Cronache dal Grande Show, cit., pp.40, 43. Prefigurando il proprio arrivo in Paradiso - non essendo sostanzialmente mai nato, perchè non registrato presso alcuna anagrafe, il suo nome non si trova in alcuna lista celeste -, Novecento immagina che gli dovrebbero sostituire il braccio sinistro, dilaniato dall'esplosione fatale. Visto che sono disponibili unicamente due arti destri, egli rifiuta quello nero ("niente contro i negri, eh") e accetta l'altro con gli occhi che gli brillano: "Certo ... sai che musica però ... con quelle mani, due, destre ... se solo c'è un pianoforte ..." (p.62).