Crisi dell'Italianistica? (VI)


From: Otfried Lieberknecht (lieberk@berlin.netsurf.de)
Date: Tue Dec 17 12:46:10 1996 GMT
Subject: Re: Crisi dell'Italianistica?
(Dalla lista di discussione Italian Studies)



At 06:19:26 Tue Dec 17 1996 Wunderli wrote:
> Per sciagura, conosco il sistema americano. E in Germania, in Austria, in
> Isvizzera ecc., c'e' un sacco di gente che vorrebbe imitare queste perversita'.
>
> Merda! dove siamo arrivati? Facciamo il cantastorie della letteratura e
> della linguistica sul mercato delle vanita'? O abbiamo un interesse
> scientifico serio? Scienza e mercato - per fortuna! - spesso non vanno insieme!

Se e' dunque miserabile, sotto molti o sotto alcuni aspetti, la situazione
accademica negli Stati Uniti, come spiegare il fatto che questo maledetto
mercato nondimeno produce o permette risultati di un interesse scientifico
non solo uguale, ma talvolta anche superiore a quello che si produce in
Europa e in ispecie da noi in Germania? Per citare come esempio un settore
che credo conoscere bene, cioe' gli studi danteschi: se facciamo il
confronto tra contributi americani e tedeschi negli ultimi venti anni, mi
pare che la discussione di interesse scientifica sia esilata (con pochissme
eccezioni) dai paesi di lingua tedesca, ma prosperante e viva invece negli
Stati Uniti (e certamente anche in Britannia e in Italia). Sarebbe dunque
possibile che il "mercato delle vanita'" favorisce non soltanto il sucesso
di certe tendenze lamentabili, ma anche la ricerca piu' seriosa? Per
imparare dalla situazione americana vorrei dunque sapere un po' anche sui
vantaggi eventuali di questa situazione.

E non abbiamo anche noi i nostri propri problemi, e forse non meno gravi,
come per esempio il dirigismo dello Stato (o per dire meno: della burocrazia
ministeriale), piu' o meno assente invece nell'universita' americana? La
situazione di un professore americano dovendo offrire lo stesso corso di
letteratura o linguistica non solo a laureandi di italianistica, ma anche a
studenti di altre discipline non umanistiche, mi pare certamente piu'
difficile, ma non sostanzialmente differente dalla nostra: da noi offriamo
lo stesso corso non solo a studenti che vogliamo preparare alla ricerca
filologica, ma anche a altri studenti che dovremmo preparare
all'insegnamento della lingua in scuola, settore dove sovente non abbiamo
nessuna esperienza prattica e poco competenza teoretica. E nondimeno
produciamo ricercatori forse competenti ma senza futuro in un mercato
accademico praticamente chiuso, e insegnanti con competenze molto piu'
dubbiose e con prospettive similmente disperate. Per potere consentire senza
riserve al "Merda!" del venerato prof. Wunderli vorrei dunque estendere
questo giudizio anche alla situazione accademica nel mio proprio paese.

Otfried Lieberknecht (temporalmente privato di ogni autorizzazione
istituzionale a aggravare la situazione degli studenti nel mondo)

Otfried Lieberknecht
Schoeneberger Str. 11
D-12163 Berlin


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