AA. VV., "Rivelazioni e promesse del ’68", Cagliari, Cuec, 2003, pp. 311, € 22.50

 Sotto questo titolo sono stati pubblicati i materiali prodotti per il ciclo d’incontri sul ‘68 tenutosi a Cagliari nell’autunno del 1998. Il tema centrale e periodizzante è, evidentemente, il ’68 declinato nei vari interventi come fenomeno spaziale globale (Marco Revelli), diventato uno spartiacque tra il prima e il dopo, un evento da leggersi anche come rivolta giovanile generalizzata nei vari paesi del mondo (Marcello Flores), che coinvolse anche il nostro paese e le culture della sua sinistra (socialista, comunista, giellista) portandolo a due incontri significativi e determinanti per la nostra storia, quello fra operai e studenti nel 1969 (analizzato da Vittorio Rieser) e la strage di Piazza Fontana del 12 dicembre di quall’anno a Milano, tema quest’ultimo considerato da Giorgio Boatti e Giuseppe de Lutiis.  Accanto a questi temi di carattere generale, il libro dedica molte pagine ad argomenti che non sempre trovano la giusta e dovuta collocazione storica nell’ambito di altre indagini su quel fenomeno storico, attorno al quale il dibattito e i rigurgiti di nostalgia non sono affatto sopiti, basti pensare a cosa ha scatenato in film di Marco Tullio Giordana La meglio gioventù. Nel corso degli incontri cagliaritani, invece, ampio spazio è stato dedicato al ’68 delle donne e alle origini del movimento femminista.
 Se la rivolta giovanile e studentesca non può essere considerata come il momento d’inizio del movimento delle donne –in tal senso il ’68 non fu femminista- è però innegabile che essa abbia rappresentato la condizione necessaria alla rottura della rigidità dell’organizzazione sociale dei rapporti interpersonali, attraverso cui, poi, si è sviluppata la ribellione contro la forma e i contenuti della funzione, del ruolo e del posto delle donne nella società degli uomini. Altrettanto interessanti e utili sono le relazioni sulla ricaduta che ebbe quel movimento di contestazione sull’arte cinematografica e teatrale. Come importantissime sono le pagine dedicate al ’68 sardo, che consentono di misurare, al di là delle ricorrenti e solite citazione relative alla Statale di Milano, a Palazzo campana di Torino e all’Università di Trento, l’estensione geografica e la dimensione quantitativa del fenomeno nel nostro paese, capace di coinvolgere non solo le grandi città, ma anche cittadine a volte periferiche e le province vicine.

Diego Giachetti