Paolo Manzo, "Lula il presidente dei poveri. Un ex operaio alla guida del Brasile", Baldini & Castoldi, 2003

Dopo la trionfale vittoria alle elezioni del 2002, l'insediamento trasformato in festa nazionale, la consacrazione mondiale del suo progetto politico a Porto Alegre, Luis Inácio Lula da Silva è da tutti riconosciuto come "l'uomo nuovo" della sinistra mondiale, una leader capace di battersi con le armi della politica per riscattare i diritti di milioni di brasiliani. Questo libro racconta per la prima volta in Italia gli aspetti inediti della vita del neopresidente, con una trama che potrebbe essere usata perfettamente come scenografia per un film. Chi sa, per esempio, che quando aveva poco più di vent'anni, Lula era così povero da raccogliere i mozziconi alle fermate degli autobus per poter fumare? O che attraversava a piedi San Paolo, per recarsi al lavoro, camminando per ore, perché non aveva i soldi per comprarsi un biglietto dell'autobus? Come ha conosciuto Marisa, la moglie fiera del suo passaporto italiano? Attraverso quale viaggio omerico, il figlio della parte più povera del Nord-est brasiliano è arrivato al Planalto? Lula, il presidente dei poveri è una biografia dettagliata della vita romanzesca del "primo servitore del Brasile", come lui ama definirsi, ma non solo. Dopo un primo capitolo scritto con la tecnica del "flash forward", che inframmezza alla vita di Lula gli stralci più significativi del suo intervento in parlamento, durante la cerimonia d'insediamento, il libro analizza i primi mesi delle politiche socio-economiche del governo Lula, il primo governo di sinistra nell'intera storia del Brasile. Dalla lotta alla fame alla nuova politica estera, dalla riforma agraria al desiderio di riscattare un Paese dalle enormi possibilità economiche ma che, sinora, è stato bloccato a causa di un'élite miope, che non ha saputo porre in essere politiche efficaci ed eque, soprattutto dal punto di vista distributivo. L'introduzione del libro è di Gilberto Gil, cantautore tropicalista di fama mondiale, che è stato scelto da Lula per guidare il ministero della cultura, mentre il secondo capitolo contiene tre interviste inedite a personaggi fondamentali per la crescita, personale e politica, del Lula di oggi: il teologo della liberazione e amico del cuore Frei Betto, l'economista brasiliano Celso Furtado e il leader del Movimento dei Sem Terra, João Pedro Stédile. In un momento in cui tutti sembrano essere concentrati sugli scenari bellici, il libro è una boccata d'ossigeno perché ci fa capire di più cosa sta accadendo in un continente cruciale per il futuro dell'intero pianeta. E quello che accade è per fortuna, un segno di speranza obiettiva.

(scheda di presentazione del libro, a cura dell'editore)