Antonella Marrone, Piero Sansonetti, "Ne' un uomo ne' un soldo. Una cronaca del pacifismo italiano del Novecento", Baldini Castoldi Dalai editore, Milano 2003, pp. 304, euro 15,20

Nel nuovo millennio il pacifismo è entrato nella sua fase matura. Si è affermato come soggetto politico globale. Addirittura – come ha scritto il «New York Times» – si è costituito in «Superpotenza», l’unica che contrasti il dominio unipolare degli Stati Uniti: l’unica che vuole opporsi alla «guerra permanente e globale». È questa la constatazione di partenza degli autori, aggravata dal fatto che il mondo dell’informazione e quello politico non sembrano ancora consapevoli della novità, e che il pacifismo non sembra aver ricevuto mai la dignità di «oggetto» storiografico.
Da questa lacuna di fondo, l’idea di tracciare un percorso introduttivo del pacifismo italiano del Novecento attraverso le biografie dei personaggi che ne hanno fatto la storia. Dal lontano 1887, e cioè quando il deputato socialista Andrea Costa, in una seduta turbolenta in parlamento, gridò la sua frase più famosa («Né un uomo né un soldo») contro le «pazzie africane», fino a oggi, alle gigantesche manifestazioni contro le nuove «pazzie» anglo-americane in Iraq. Una ricostruzione dettagliata degli avvenimenti, dei protagonisti, delle polemiche. Da Teodoro Moneta, uomo dell’Ottocento e unico Nobel italiano per la pace, fino ai giorni nostri, passando per i Partigiani della pace, l’opposizione alla guerra del Vietnam, la lotta agli euromissili ai tempi di Comiso, le vite difficili di don Mazzolari, di Capitini, di Dolci, di Balducci e molti altri. Un libro che cerca di raccontare il filo sotterraneo, della storia dei fatti ma anche e soprattutto delle coscienze, che unisce le vicende di cento anni fa al movimento pacifista e no-global di oggi. E che cerca di trovare le identità e le differenze tra la tradizione cristiana, quella laica e radicale e quella marxista.
«Quindici anni dopo la fine del comunismo la prospettiva del pacifismo è la grande novità che la storia ci propone: la stella polare per la sinistra. È un'idea di società, un sistema di valori, una proposta di civiltà che ha la stessa grandezza e le stesse ambizioni universali del vecchio socialismo e del cristianesimo sociale.»
 

(scheda di presentazione a cura dell'editore)