Simona Mammano, "Assalto alla Diaz. L'irruzione del 2001 ricostruita attraverso le voci del processo di Genova", prefazione di Carlo Bonini, Roma, Stampa Alternativa, 2009, pp.196, € 14.00

Cronaca dalla ' macelleria messicana'

"la Repubblica" - cronaca di Bologna, 26 maggio 2009
 

"Un libro utile, un libro civile", come lo definisce il cronista giudiziario e inviato di Repubblica Carlo Bonini nella sua prefazione. È questa la migliore descrizione di Assalto alla Diaz (pp. 204, euro 14), il libro che Simona Mammano ha appena pubblicato per i tipi di Stampa Alternativa, nel quale dà voce ai protagonisti (le vittime, i carnefici, gli attori) di una delle pagine più terribili e vergognose della nostra storia recente. Quella della notte del 21 luglio 2001, durante il G8 di Genova, in cui avvenne l' irruzione di reparti delle forze dell' ordine nel plesso scolastico della Diaz, rapidamente trasformato in un "mattatoio", inconcepibile in un Paese democratico e indegno di uno Stato di diritto, segnalando agli occhi del mondo l' ennesima anomalia (e pericolosità) italiana. L' autrice riversa nel testo le identità molteplici che la caratterizzano come poliziotta (è assistente capo della Polizia di Stato), ex sindacalista, donna e scrittrice, dedicandosi al prezioso lavoro di raccontare i fatti, di far parlare le cronache, di fare emergere gli avvenimenti nel loro svolgimento, in maniera "nuda e cruda". E i fatti parlano, attraverso gli atti giudiziari e le deposizioni. Attraverso i giovani oggetto di percosse e sevizie feroci, e chi, come il giornalista Lorenzo Guadagnucci, lavora da allora per testimoniare quanto accaduto. E attraverso le voci di un gruppo di "servitori dello Stato" (questa è, o dovrebbe essere, la missione di chi compone le forze dell' ordine), a diversi livelli della scala gerarchica, che si resero responsabili di quella orrenda "macelleria messicana" e che si sono trincerati, coperti dai loro avvocati o dai loro superiori, dietro una cortina fumogena di menzogne e smemoratezze, di "non so" e "non ricordo". Sono occorsi sette anni per giungere, il 13 novembre del 2008, alla sentenza di primo grado che regala un' inspiegabile assoluzionea tanti, troppi, dei responsabili di quanto accaduto. Assalto alla Diaz è, dunque, il libro utile, forte e di impegno civile di una funzionaria di polizia che crede profondamente nel valore democratico delle forze dell' ordine, e mette, perciò, una delle sue "armi" - la scrittura - al servizio di un' idea di esse ben differente da quella che la nostra opinione pubblica è stata costretta a vedere all' opera in quelle tragiche giornate di "contesto di guerra", appositamente alimentato da alcuni che sedevano e siedono tuttora ai vertici della politica e degli apparati, infischiandosene del fatto, come hanno scrittoi pubblici ministeri nella memoria finale, che «nulla è più eversivo per lo Stato che l' azione del rappresentante delle istituzioni che ne mina la credibilità».