Luigi Monardo Faccini, "L'uomo che nacque morendo", Edizioni i libri dell'Ippogrifo, Lerici 2004
 

La storia di Rudolf Jacobs, capitano della Kriegsmarine in stanza a Lerici, nello Spezzino, che nel '44 decise di "tradire" la Germania nazista per combattere al fianco della Resistenza ligure.

Il 3 novembre 1944, appena scesa l'oscurità, una pattuglia di soldati tedeschi si avvicinò al portone d¹ingresso di un albergo di Sarzana, nel quale erano acquartierate le "brigate nere". La comandava un giovane ufficiale, alto, ossuto, biondo, che chiese, in un italiano stentato, di parlare con il responsabile della caserma, che non c¹era, trattenuto a Spezia da ordini superiori. Nell¹albergo c¹erano solo i settanta militi, riuniti per la cena. L'ufficiale tedesco spianò la machinenpistole uccidendo il piantone. Si gettò oltre la soglia, penetrando nell¹albergo, ma al secondo colpo la sua arma si inceppò. Innumerevoli colpi delle "brigate nere" lo raggiunsero, senza che le sventagliate di mitra del soldato che lo affiancava potessero nulla.
Che storia era quella? Tedeschi che assaltavano fascisti! Niente di tutto ciò. L'ufficiale tedesco, di nome Rudolf Jacobs, era un giovane di trent¹anni che pochi mesi prima era passato alla Resistenza. "Voglio combattere", aveva detto, presentandosi. "Sono pronto a dare la mia vita purché abbia termine questa guerra insensata". Nell'azione spettacolare e rischiosa di quel 3 novembre aveva coinvolto dieci membri della formazione sarzanese Muccini, i più alti e chiari di pelle, fra i quali cinque tra jugoslavi e russi. Le "brigate nere" spadroneggiavano in città, arrestando, torturando, bisognava far cessare quella persecuzione insopportabile.
Chi era Rudolf Jacobs? Giunto in Italia nell'autunno 1943, dopo aver partecipato alla campagna d'Africa, destinato a fortificare le coste del Levante ligure, si segnalò agli occhi della Resistenza per le requisizioni di derrate che operava nei confronti degli accaparratori, e per la distribuzione gratuita che ne faceva alla popolazione. Perfezionato il rapporto con le forze di Liberazione, entrò nella brigata Muccini il 3 settembre 1944.
Figlio di un noto architetto di Brema, Rudolf Jacobs era un borghese, un democratico. Considerato "disperso" dai tedeschi fino a pochi anni fa, in Italia è insignito di medaglia d¹argento al valore ed è sepolto a Sarzana, città della quale è cittadino onorario. Oggi, fatta luce sulla sua condizione di "disertore", è figura di spicco nella campagna per il riscatto dei soldati tedeschi che, tantissimi, in Italia, Francia, Russia, disobbedirono agli ordini di Hitler.
Rudolf Jacobs è, a pieno titolo, "un maestro dell¹Europa a venire".
Il libro  narra la sua vicenda, e quelle dei partigiani disarmati (le sap, i comitati di fabbrica, gli scioperanti le staffette, gli addetti alla stampa clandestina, uomini, donne e bambini del Levante ligure).

Alcuni giudizi:

"Libro prezioso, intriso di passione civile, replica formidabile alla memorialistica revisionista che vorrebbe pareggiare i conti fra l¹antifascismo e il suo contrario", Bruno Gravagnuolo, l'Unità

"Libro di lampante obiettività, scritto con la testa e con il cuore. L'ho letto d¹un fiato", Gino Ambrosino, il manifesto

"Faccini si conferma narratore di gran classe, versatissimo in storia", Mario Lunetta, scrittore